sabato 1 settembre 2012

PARTECIPAZIONE: VOLERE E’ POTERE


     Il 29 agosto scorso nel Chiostro comunale, alle ore 20,00, come precedentemente annunciato, è stato presentato l’ultimo libro del prof. Vito De Leo: “Partecipare per crescere insieme”. L’evento, inserito nel calendario dell’”Estate coratina” è stato patrocinato dall’Amministrazione comunale, dalla Consulta della Cultura e dal Centro Studi Politici “A. Moro”.
     Introdotti dal direttore editoriale de “Lo Stradone” Giuseppe Di Bisceglie, che in apertura  ha ricordato il percorso professionale, culturale, sociale, politico e giornalistico dell’autore, il pubblico degli interessati al tema della partecipazione, (tra i quali sono stati notati l’assessore Franco Caputo, il consigliere provinciale Maggiulli ed i consiglieri comunali, Pasquale Aloiso, Francesco Mazzilli e Musci), ha potuto ascoltare ed apprezzare gli interventi del sindaco Luigi Perrone, della presidente della Consulta della Cultura Stefania Stefanachi e dei rappresentanti delle seguenti associazioni: Nunzia Bevilacqua (Forum degli autori), Angela Pisicchio (Presidi del Libro), Gerardo Strippoli (Pro Loco), Domenico Paganelli (Forum dei Giovani), Tommaso Loiodice (Acli), Pina Masciavè (Vivere In), Francesco Marcone (Arci), Teresa De Meo (Fidapa).
     Tutti gli interventi, a cominciare dal sindaco, hanno evidenziato l’impegno costante ed interessante del prof. De Leo, che con i suoi innumerevoli scritti ha offerto ai lettori ed ai cittadini, alle istituzioni ed al mondo sociale spunti di riflessione sulla cittadinanza attiva e sulla responsabilità civile.
     Come annunciato nell’invito si è realizzato quanto auspicato dall’autore nel suo libro: “Istituzioni che s’incontrano, burocrazie che dialogano, esperienze che si confrontano, strategie che si costruiscono”. Il tutto all’insegna del concetto ripreso dal moderatore Giuseppe Di Bisceglie: “Essere persona significa crescere insieme agli altri, sentirsi parte di una comunità. Sapersi confrontare senza incertezze e senza arroganza. Saper dare il proprio contributo in modo semplice e discreto”.
     La parola è poi passata all’autore che, commosso per gli unanimi apprezzamenti ricevuti, ha ringraziato tutti gli intervenuti non solo per aver accolto l’invito, ma anche per aver offerto un sentito ed appassionato contributo al dibattito sulla “partecipazione” e la “cittadinanza attiva”, temi sempre attuali, ma non sempre adeguatamente istituzionalizzati.
     E proprio in questa direzione sono andate le sue proposte formulate e dirette all’Amministrazione comunale e alla società civile che vengono di seguito riassunte.
1)      Realizzare una delibera del Consiglio comunale sulla “partecipazione”. Obiettivo: promuovere incentivi e diffonder percorsi e metodi partecipativi, che, da una parte sostenga e solleciti l’Amministrazione comunale e, dall’altra, rafforzi ed estenda i numerosi momenti di partecipazione già previsti nello Statuto comunale. Può essere questo un modo per superare il distacco tra le istituzioni e i cittadini. Oltre alle verifiche elettorali occorrono canali permanenti di confronto. Non si decide e non si decide bene se non si sollecita il contributo di una cittadinanza attiva, se non si coinvolge la società anche in forme nuove ed originali nelle scelte che ci si propone di compiere.
2)      Far aderire, con una delibera consiliare, il Comune di Corato all’Associazione Nazionale dei Comuni Virtuosi.  Questo organismo ha lo scopo di mettere a disposizione di quanti lo volessero le conoscenze e le esperienze  in materia di sostenibilità ambientale, di partecipazione, attraverso la condivisione di progettualità concrete. “L’associazione – si legge nello Statuto – intende raggiungere le finalità statutarie attraverso: a) il coinvolgimento dei cittadini; b) lo scambio di informazioni, di esperienze, e di procedure tra enti e soci; c) l’organizzazione di progetti, campagne nazionali, corsi di formazione, convegni, congressi; d) la realizzazione di un archivio nazionale delle singole esperienze. Se viene avviato questo percorso – è detto - ci accorgeremo quanto sia breve e naturale il cammino verso: il bilancio sociale, il bilancio ambientale, il bilancio partecipato, la certificazione ambientale”.
3)      Il 14, 15 e 16 ottobre prossimi si celebra la “Settimana europea della democrazia locale”, che precede l’anno dedicato allo stesso tema, organizzata e promossa dal Consiglio d’Europa. L’Amministrazione comunale, in vista di questi importanti appuntamenti, insieme al Dipartimento della Funzione Pubblica, al Formez e alle Associazioni locali, potrebbe promuovere tre giornate di studio e di confronto sul tema del cambiamento nelle relazioni tra istituzioni e cittadini, con particolare riferimento alle questioni dei cambiamenti nei processi decisionali e della sussidiarietà orizzontale.
4)      Dal momento che il mandato amministrativo sta volgendo al termine, sarebbe opportuno dare corso alla formazione del Bilancio sociale di mandato. Questo è uno strumento di gestione innovativo, già presente in alcuni Enti locali sin dal 1998, soprattutto nelle regioni cosiddette “rosse”: Emilia Romagna, Marche, Toscana. Con esso l’Amministrazione attua il principio del “rendere conto” delle scelte, delle attività, dei risultati e dell’impiego delle risorse. Affinché questa elencazione di attività svolte non sia attuata a solo fini elettoralistici il Ministero degli Interni nel giugno 2007 ha emanato le “Linee Guida per la rendicontazione sociale negli Enti locali”, che prevedono anche l’asseverazione del Collegio dei Revisori, in modo da garantire il contenuto da forzature politiche e/o derive propagandistiche. Di questa importante iniziativa e ho avuto notizia l’8 aprile 2008 presso la Sala Rossa del Castello di Barletta, in occasione del convegno promosso dall’Amministrazione uscente guidata dal sindaco Maffei, sul tema: “Il processo di comunicazione del Comune di Barletta attraverso il Bilancio Sociale” (approvato dalla Giunta comunale con delibera n.70 del 23/11/ 2007).
5)      Nel nono capitolo del mio libro, intitolato “Un’esperienza di democrazia deliberativa”, riferisco dell’iniziativa intrapresa da molti Comuni di realizzare l’Ufficio della Partecipazione al fine di ridurre lo scollamento tra cittadini ed istituzioni. Si tratta di un organismo creato per facilitare e promuovere la partecipazione dei cittadini alle decisioni della P.A. e/o la partecipazione tra uffici tecnici, politici ed abitanti. Quest’Ufficio può seguire la realizzazione dei progetti di Bilancio partecipativo e assolvere il ruolo di “facilitatore” nei processi partecipativi fornendo supporto (risorse economiche, umane e logistiche) sia nella fase di ideazione delle soluzioni, sia nella fase di attuazione. Tra le finalità dell’Ufficio possono esserci anche la ricerca di fondi da destinare a progetti da realizzare in maniera partecipata o la creazione di reti con lo stesso scopo. In ultimo, sono previsti anche lo scambio di informazioni tra cittadini e P.A.
6)      Consulte comunali. Il Consiglio comunale di Corato, nella seduta del 27 giugno 2008, ha individuato ed approvato all’unanimità gli organi collegiali ritenuti indispensabili. Quelli attualmente istituiti sono i seguenti: la Consulta della Cultura, la Consulta dello Sport, la Consulta dello Sviluppo economico, il Consiglio Comunale dei Ragazzi, cui si è aggiunto successivamente anche il Forum dei Giovani. Dopo quattro anni mancano ancora all’appello. La Consulta per l’ambiente, la Consulta per del Volontariato e della Solidarietà sociale, la Consulta delle Politiche sociali a favore delle persone disabili, la Consulta per il Coratini nel mondo, la Consulta per le Pari Opportunità. Si fa ancora in tempo, così come è stato fatto recentemente per la Consulta per l’Ambiente, a riaprire i termini per l’insediamento di quelle assenti, altrettanto importanti e necessarie, cui si potrebbe aggiungere la Consulta per gli Immigrati. Sarebbe opportuno che, almeno una volta l’anno, il Consiglio comunale tenesse una riunione plenaria e aperta ai rappresentanti di tutte le Consulte , nella quale il sindaco possa delineare “lo stato della comunità” in confronto alla situazione esistente negli anni precedenti.
     Il prof. De Leo ha concluso il suo articolato intervento dando lettura di una lettera trasmessa il 20 ottobre 2006, nella sua veste di vice-presidente della Consulta della Cultura, agli amministratori comunali, agli organismi associativi ed agli organi di stampa, nella quale afferma: “Avvertiamo la necessità che nella nostra città si realizzi una profonda svolta etica e culturale, fondata sulla riscoperta di un qualcosa che abbiamo dimenticato: la religiosità civile. Essa comporta un senso di appartenenza primaria alla comunità, e poi, ad un movimento, a un’associazione, a un gruppo, superando inutili personalismi e vacui egoismi. Essa richiede una nuova cultura che individui regole e valori di una convivenza delle differenze.
     Siamo consapevoli che il percorso è lungo e irto di ostacoli. Siamo consapevoli che è difficile sradicare una mentalità e dei comportamenti cui ci si è assuefatti nel corso del tempo, ma pure bisogna prima o poi cominciare. E’ necessario – conclude – avviare un grande e spontaneo movimento civile, culturale, etico, d’ispirazione profondamente democratica. Che diventi luogo di partecipazione, di proposta di discussione, di approfondimento, di azione per tutti quei cittadini, quei gruppi, senza distinzione di carattere politico, che abbiano a cuore le sorti della nostra città”.

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