Il 29 agosto scorso nel Chiostro comunale,
alle ore 20,00, come precedentemente annunciato, è stato presentato l’ultimo
libro del prof. Vito De Leo: “Partecipare
per crescere insieme”. L’evento, inserito nel calendario dell’”Estate
coratina” è stato patrocinato dall’Amministrazione comunale, dalla Consulta
della Cultura e dal Centro Studi Politici “A. Moro”.
Introdotti dal direttore editoriale de “Lo
Stradone” Giuseppe Di Bisceglie, che in apertura ha ricordato il percorso professionale,
culturale, sociale, politico e giornalistico dell’autore, il pubblico degli
interessati al tema della partecipazione, (tra i quali sono stati notati
l’assessore Franco Caputo, il consigliere provinciale Maggiulli ed i
consiglieri comunali, Pasquale Aloiso, Francesco Mazzilli e Musci), ha potuto
ascoltare ed apprezzare gli interventi del sindaco Luigi Perrone, della
presidente della Consulta della Cultura Stefania Stefanachi e dei
rappresentanti delle seguenti associazioni: Nunzia Bevilacqua (Forum degli autori), Angela
Pisicchio (Presidi del Libro), Gerardo Strippoli (Pro Loco), Domenico Paganelli
(Forum dei Giovani), Tommaso Loiodice (Acli), Pina Masciavè (Vivere In),
Francesco Marcone (Arci), Teresa De Meo (Fidapa).
Tutti gli interventi, a cominciare dal
sindaco, hanno evidenziato l’impegno costante ed interessante del prof. De Leo,
che con i suoi innumerevoli scritti ha offerto ai lettori ed ai cittadini, alle
istituzioni ed al mondo sociale spunti di riflessione sulla cittadinanza attiva
e sulla responsabilità civile.
Come annunciato nell’invito si è
realizzato quanto auspicato dall’autore nel suo libro: “Istituzioni che s’incontrano, burocrazie che dialogano, esperienze che
si confrontano, strategie che si costruiscono”. Il tutto all’insegna del
concetto ripreso dal moderatore Giuseppe Di Bisceglie: “Essere
persona significa crescere insieme agli altri, sentirsi parte di una comunità. Sapersi
confrontare senza incertezze e senza arroganza. Saper dare il proprio
contributo in modo semplice e discreto”.
La parola è poi passata all’autore che,
commosso per gli unanimi apprezzamenti ricevuti, ha ringraziato tutti gli
intervenuti non solo per aver accolto l’invito, ma anche per aver offerto un sentito
ed appassionato contributo al dibattito sulla “partecipazione” e la
“cittadinanza attiva”, temi sempre attuali, ma non sempre adeguatamente
istituzionalizzati.
E proprio in questa direzione sono andate
le sue proposte formulate e dirette all’Amministrazione comunale e alla società
civile che vengono di seguito riassunte.
1)
Realizzare una delibera del Consiglio comunale
sulla “partecipazione”.
Obiettivo: promuovere incentivi e diffonder percorsi e metodi partecipativi,
che, da una parte sostenga e solleciti l’Amministrazione comunale e,
dall’altra, rafforzi ed estenda i numerosi momenti di partecipazione già
previsti nello Statuto comunale. Può essere questo un modo per superare il
distacco tra le istituzioni e i cittadini. Oltre alle verifiche elettorali
occorrono canali permanenti di confronto. Non si decide e non si decide bene se
non si sollecita il contributo di una cittadinanza attiva, se non si coinvolge
la società anche in forme nuove ed originali nelle scelte che ci si propone di
compiere.
2)
Far aderire, con una delibera consiliare, il
Comune di Corato all’Associazione Nazionale dei Comuni Virtuosi. Questo organismo ha lo scopo di mettere a
disposizione di quanti lo volessero le conoscenze e le esperienze in materia di sostenibilità ambientale, di
partecipazione, attraverso la condivisione di progettualità concrete. “L’associazione
– si legge nello Statuto – intende raggiungere le finalità statutarie
attraverso: a) il coinvolgimento dei cittadini; b) lo scambio di informazioni,
di esperienze, e di procedure tra enti e soci; c) l’organizzazione di progetti,
campagne nazionali, corsi di formazione, convegni, congressi; d) la
realizzazione di un archivio nazionale delle singole esperienze. Se viene
avviato questo percorso – è detto - ci accorgeremo quanto sia breve e naturale
il cammino verso: il bilancio sociale, il bilancio ambientale, il bilancio
partecipato, la certificazione ambientale”.
3)
Il 14,
15 e 16 ottobre prossimi si celebra la “Settimana
europea della democrazia locale”, che precede l’anno dedicato allo stesso
tema, organizzata e promossa dal Consiglio d’Europa. L’Amministrazione comunale,
in vista di questi importanti appuntamenti, insieme al Dipartimento della
Funzione Pubblica, al Formez e alle Associazioni locali, potrebbe promuovere
tre giornate di studio e di confronto sul tema del cambiamento nelle relazioni
tra istituzioni e cittadini, con particolare riferimento alle questioni dei
cambiamenti nei processi decisionali e della sussidiarietà orizzontale.
4)
Dal
momento che il mandato amministrativo sta volgendo al termine, sarebbe
opportuno dare corso alla formazione del Bilancio
sociale di mandato. Questo è uno strumento di gestione innovativo, già
presente in alcuni Enti locali sin dal 1998, soprattutto nelle regioni
cosiddette “rosse”: Emilia Romagna, Marche, Toscana. Con esso l’Amministrazione
attua il principio del “rendere conto” delle scelte, delle attività, dei
risultati e dell’impiego delle risorse. Affinché questa elencazione di attività
svolte non sia attuata a solo fini elettoralistici il Ministero degli Interni
nel giugno 2007 ha emanato le “Linee Guida per la rendicontazione sociale negli
Enti locali”, che prevedono anche l’asseverazione del Collegio dei Revisori, in
modo da garantire il contenuto da forzature politiche e/o derive
propagandistiche. Di questa importante iniziativa e ho avuto notizia l’8 aprile
2008 presso la Sala Rossa del Castello di Barletta, in occasione del convegno
promosso dall’Amministrazione uscente guidata dal sindaco Maffei, sul tema: “Il
processo di comunicazione del Comune di Barletta attraverso il Bilancio
Sociale” (approvato dalla Giunta comunale con delibera n.70 del 23/11/ 2007).
5)
Nel nono
capitolo del mio libro, intitolato “Un’esperienza di democrazia deliberativa”, riferisco
dell’iniziativa intrapresa da molti Comuni di realizzare l’Ufficio della Partecipazione al fine di ridurre lo scollamento tra
cittadini ed istituzioni. Si tratta di
un organismo creato per facilitare e promuovere la partecipazione dei cittadini
alle decisioni della P.A. e/o la partecipazione tra uffici tecnici, politici ed
abitanti. Quest’Ufficio può seguire la realizzazione dei progetti di Bilancio
partecipativo e assolvere il ruolo di “facilitatore” nei processi partecipativi
fornendo supporto (risorse economiche, umane e logistiche) sia nella fase di
ideazione delle soluzioni, sia nella fase di attuazione. Tra le finalità
dell’Ufficio possono esserci anche la ricerca di fondi da destinare a progetti
da realizzare in maniera partecipata o la creazione di reti con lo stesso
scopo. In ultimo, sono previsti anche lo scambio di informazioni tra cittadini
e P.A.
6)
Consulte comunali. Il Consiglio comunale di Corato, nella seduta
del 27 giugno 2008, ha individuato ed approvato all’unanimità gli organi
collegiali ritenuti indispensabili. Quelli attualmente istituiti sono i
seguenti: la Consulta della Cultura, la Consulta dello Sport, la Consulta dello
Sviluppo economico, il Consiglio Comunale dei Ragazzi, cui si è aggiunto
successivamente anche il Forum dei Giovani. Dopo quattro anni mancano ancora all’appello.
La Consulta per l’ambiente, la Consulta per del Volontariato e della
Solidarietà sociale, la Consulta delle Politiche sociali a favore delle persone
disabili, la Consulta per il Coratini nel mondo, la Consulta per le Pari
Opportunità. Si fa ancora in tempo, così come è stato fatto recentemente per la
Consulta per l’Ambiente, a riaprire i termini per l’insediamento di quelle
assenti, altrettanto importanti e necessarie, cui si potrebbe aggiungere la
Consulta per gli Immigrati. Sarebbe opportuno che, almeno una volta l’anno, il
Consiglio comunale tenesse una riunione plenaria e aperta ai rappresentanti di
tutte le Consulte , nella quale il sindaco possa delineare “lo stato della
comunità” in confronto alla situazione esistente negli anni precedenti.
Il prof. De Leo ha concluso il suo
articolato intervento dando lettura di una lettera trasmessa il 20 ottobre 2006,
nella sua veste di vice-presidente della Consulta della Cultura, agli
amministratori comunali, agli organismi associativi ed agli organi di stampa, nella
quale afferma: “Avvertiamo la necessità che nella nostra città si realizzi una
profonda svolta etica e culturale, fondata sulla riscoperta di un qualcosa che
abbiamo dimenticato: la religiosità civile. Essa comporta un senso di
appartenenza primaria alla comunità, e poi, ad un movimento, a un’associazione,
a un gruppo, superando inutili personalismi e vacui egoismi. Essa richiede una
nuova cultura che individui regole e valori di una convivenza delle differenze.
Siamo consapevoli che il percorso è lungo
e irto di ostacoli. Siamo consapevoli che è difficile sradicare una mentalità e
dei comportamenti cui ci si è assuefatti nel corso del tempo, ma pure bisogna
prima o poi cominciare. E’ necessario – conclude – avviare un grande e
spontaneo movimento civile, culturale, etico, d’ispirazione profondamente
democratica. Che diventi luogo di partecipazione, di proposta di discussione,
di approfondimento, di azione per tutti quei cittadini, quei gruppi, senza
distinzione di carattere politico, che abbiano a cuore le sorti della nostra
città”.
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