mercoledì 19 giugno 2013

Pagine viaggianti nella Giornata Mondiale del Libro



     “Esistono libri su tutti i temi, per ogni pubblico ed ogni momento. Ma dobbiamo fare in modo che i libri siano disponibili per tutti, dappertutto” (Milagros del Corral, direttrice in carica dell’UNESCO).
     Con questo spirito e in linea con la Giornata Mondiale del Libro, verranno donati alla casa famiglia della mamma di Corato i testi degli autori aderenti al progetto. Per l’occasione, a tutti i partecipanti, verrà fatto dono anche di un segnalibro contenente una frase tratta dai testi degli autori facenti parte delle Associazioni “Bice Fino” e Forum degli Autori.
     Durante l’incontro previsto per il giorno MERCOLEDI’ 19 GIUGNO, alle ore, 19,00, presso la sede delle due associazioni in via Roma, 30, verranno letti e commentati con gli autori Luigi Tosti, Nunzia Bevilacqua, Vito De Leo, Franco Vangi, Anna Mininno i materiali oggetto di riflessione  dell’iniziativa “Dillo con un libro” programmata da Maria Francesca Casamassima e moderata da Antonio Mintrone.
     Il progetto continua così a proporre la promozione del libro, della lettura e della scrittura attraverso varie iniziative e in un’ottica interculturale che vede il testo (poesia, saggistica, narrativa, fantasy, ecc. ) valorizzato dalla sinergia con altre espressioni artistiche.
     Tale progetto s’inserisce nell’ambito delle iniziative della campagna nazionale promossa dal “Centro per il libro e la lettura”, nota come il “Maggio dei libri”.
     Per questi motivi, in occasione dell’incontro conclusivo, ciascun autore aderente al progetto farà dono di una copia del proprio libro alla Casa famiglia della mamma, al fine di alimentare la biblioteca dell’istituto e fornire alle giovani donne che ne fanno parte nuovi spiragli di riflessione attraverso la lettura di questi testi.

PER LA PARITA’ DI GENERE ANCHE IN GIUNTA



     Da chi sarà formata la Giunta comunale? E’ questa la domanda che la maggior parte dei cittadini e delle organizzazioni sociali e politiche si stanno ponendo all’indomani della proclamazione del neo sindaco Renato Bucci. Uno dei criteri di rappresentanza lo ha già anticipato in un comunicato stampa lo stesso primo cittadino assicurando la presenza di giovani e donne quali componenti della squadra di governo.
     La presenza in Giunta dei giovani è importante ma anche sicuramente discrezionale, mentre quella delle donne è ormai  un obbligo di Legge. Il 26 dicembre 2012 - non è noto a tutti -  è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Legge 215 del 23/11/2012 avente ad oggetto: “Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei Consigli comunali e nelle Giunta degli Enti locali e nei Consigli Regionali”. La legge è chiara: “Entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge gli Enti locali adeguano i propri statuti e regolamenti …”.Entro il 26 giugno, pertanto,  lo Statuto Comunale dovrà essere modificato!
     Corato, nella precedente consiliatura, ha perso un’occasione per mettersi “autonomamente” alla pari con tutte le altre città d’Italia delle stesse dimensioni, che da anni hanno già assunto la parità di genere nelle istituzioni come principio fondante. Noi abbiamo avuto bisogno che ce lo imponesse la legge dello Stato.
     Ora, però, i nuovi amministratori dovranno fare i conti con la portata complessiva della legge, che impone la parità di genere anche nei Consigli di Amministrazione delle società, degli Enti partecipati e negli organi collegiali non elettivi. Noi del Centro Studi Politici “A. Moro”,  chiederemo la piena applicazione della legge in tutte le sue articolazioni; chiederemo che la nostra città, adesso, faccia un passo avanti sul terreno della cultura e della civiltà e che, quindi in tutti questi ambiti sia assicurata la presenza delle donne e da subito!
     Non vogliamo che le donne non rappresentino le donne ma che le donne possano esercitare un diritto costituzionale. Le donne non sono una minoranza da non discriminare, piuttosto sono soggetti di una cittadinanza che va inscritta nelle norme statutarie per rifondare l'uguaglianza che va praticata per realizzare la democrazia, a partire dall'Amministrazione comunale.
     Parlando durante la campagna elettorale  con  alcune elettrici e candidate delle varie liste elettorali, al di là della loro appartenenza e collocazione,  quasi tutte  hanno espresso una precisa volontà di vedere garantita la loro presenza negli organismi istituzionali. “ E’ giunto il momento – hanno dichiarato all’unisono - di dire basta e di fare sentire chiara e forte la nostra voce. Siamo la maggioranza in questa città e nessuno può più permettersi di ignorare il nostro pensiero e rinunciare al nostro contributo”.
     Nell’attesa, quindi, di conoscere i nomi che comporranno la squadra del sindaco, a nome del Centro Studi Politici “A. Moro”, come siamo soliti fare, lanciamo la nostra proposta. “Ragioniamo nell’ottica delle parità di genere ma anche per aree di governo.
     Il neo sindaco Renato Bucci sappiamo bene che ha già i suoi bei grattacapi. Al di là delle voci di corridoio, delle provocazioni, del pressing esercitato da questa o quella forza politica che lo ha sostenuto sono comunque giorni in cui a Palazzo di città il tasto schiacciato sul video  è quello di stand by. Tutti attendono il responso del sindaco. Non mancano certo le proposte come quella formulata dal Movimento 5 Stelle: “Proponiamo e chiediamo al  sindaco Renato Bucci di scegliere gli assessori e le altre cariche comunali istituzionali per curriculum, in maniera trasparente e soprattutto che abbiano un progetto condiviso e a lungo termine per la città di Corato” (www.lo stradone.it-14 giugno).
     E’ anche molto utile, a mio avviso, cominciare a ragionare su come organizzare la macchina del governo cittadino partendo da un vincolo e da un auspicio. Il vincolo è quello sancito dalla norma di legge che, per i Comuni sotto i 100.000 abitanti, fissa il numero massimo di 9 assessori in Giunta. L’auspicio è quello rivolto dall’opinione pubblica nazionale e locale ai partiti circa il contenimento dei costi della politica e la riduzione del “personale politico”.
     Senza nessuna pretesa di suggerire scelte che spettano al Sindaco può essere utile rendere noto lo schema di organizzazione della Giunta che abbiamo immaginato. Questa la proposta.
     Nel dettaglio: AREA ECONOMICA, bilancio partecipato, fiscalità locale, patrimonio; AREA TERRITORIO, pianificazione urbana, lavori pubblici, mobilità, verde e arredo urbano; AREA WELFARE, servizi sociali, istruzione, formazione, volontariato, immigrazione; AREA SVILUPPO LOCALE, cultura, commercio, artigianato, turismo;  AREA INNOVAZIONE, trasparenza, partecipazione, parità di genere, innovazione, qualità dei servizi, controllo gestione;  AREA GIOVANI, sport, politiche giovanili, lavoro, rapporto università;  AREA AMBIENTE, ambiente, rifiuti, igiene, salute pubblica; POLITICHE COMUNITARIE: Sindaco; PERSONALE: consigliere delegato; POLIZIA MUNICIPALE: consigliere delegato.
     Insomma, una proposta concreta, un modello di governo utile alla città e adeguato ai tempi e alle necessità. Cominciare a ragionare su come determinare l’assetto di governo è una premessa indispensabile alla scelta degli uomini e delle donne  chiamati a costituirlo.

venerdì 14 giugno 2013

LETTERA APERTA AGLI ORGANISMI ISTITUZIONALI E POLITICI



     Penso di fare cosa utile nel riportare il testo integrale della nota pubblicata il 7 aprile 2011 dall’avv. Alfredo Matranga sul sito www.altalex .com, nella quale, ai sensi della sentenza n.1269 del Consiglio di Stato del 28/2/2011, si afferma che l’attribuzione dei seggi nel Consiglio comunale deve essere determinata non prima, ma dopo i risultati del ballottaggio. Se il prefetto di Bari, al quale spetta la proclamazione, dovesse tenerla in debita considerazione, verrebbero attribuiti al sindaco eletto almeno il 60 per cento dei 24 seggi in Consiglio comunale, superando così il tanto temuto fenomeno dell’ “anatra zoppa”, di cui tanto si parla in questi giorni che precedono l’insediamento del Consiglio comunale.  
     Ecco il testo della nota:
“Comunali: l'assegnazione dei seggi deve riferirsi ai risultati del ballottaggio .Consiglio di Stato , sez. V, sentenza 28.02.2011 n° 1269 (Alfredo Matranga)
Nelle elezioni amministrative, l'assegnazione dei seggi, in caso di ricorso al ballottaggio per l'elezione del Sindaco, deve essere operata con riferimento ai risultati conseguiti in sede di ballottaggio.
E’ questo il principio statuito con la sentenza in commento dal CdS secondo il quale non può, ai fini della ripartizione dei seggi, farsi esclusivo riferimento alle cifre elettorali conseguite dalle liste o loro gruppi nel primo turno elettorale, senza tenere alcun conto dei loro collegamenti ai fini del secondo turno, rilevando i voti di lista conseguiti nel primo turno al solo fine della distribuzione dei seggi all'interno delle coalizioni.
In particolare, per la sentenza in rassegna, in assenza di una specifica norma al riguardo, deve privilegiarsi la soluzione più vicina al principio cardine che ha ispirato la riforma del governo locale, che è rinvenibile nel comma X dell'art. 73 del TUEL, che ha inteso assicurare, mediante la previsione del ballottaggio, al sindaco eletto almeno il 60 per cento dei seggi del consiglio comunale.
Nelle elezioni amministrative il turno di ballottaggio è stato quindi previsto non solo come modalità per l'elezione diretta del sindaco, quanto, piuttosto, come metodo per la composizione dei consigli, atteso che il gruppo di liste collegate al candidato vincente beneficia del premio di maggioranza, mentre il gruppo perdente beneficia di quella relativa compattezza che gli torna utile per esercitare il proprio ruolo di opposizione e di controllo sulla maggioranza.
In sintesi, poiché dei momenti di cui tenere conto nel calcolo dei voti per l'attribuzione dei seggi il comma IV del citato art. 73 ha considerato rilevante quello in cui viene concretamente individuato il Sindaco, è a tale momento che occorre avere riguardo per effettuare l'attribuzione dei seggi in consiglio comunale ad una lista o ad un collegamento di liste se il sindaco viene individuato solo a seguito di ballottaggio; è quindi in base ai risultati in tale sede ottenuti dalle liste che deve essere effettuata la ripartizione dei seggi”.

giovedì 13 giugno 2013

LETTERA APERTA AI NUOVI AMMINISTRATORI COMUNALI




     All’indomani della proclamazione ufficiale del risultato del ballottaggio nel quale è risultato eletto il 140° sindaco di Corato nella persona dell’avv. Renato Bucci e in attesa di conoscere i componenti della sua giunta, “in cui saranno presenti delle donne e dei giovani, ispirata ai principi di competenza, limpidezza morale e rappresentatività”, come Centro Studi Politici “A. Moro” desideriamo continuare ad offrire il nostro contributo di idee e di proposte.
     Com’è noto, dei 390 candidati al Consiglio comunale presenti nelle 17 liste elettorali soltanto in 24 potranno occupare i seggi presenti nella bellissima sala consiliare. Al di là delle loro appartenenze, distinzioni politiche, esperienze e competenze, saremmo lieti che attraverso il loro impegno quotidiano emerga una nuova idea di politica, fatta di buoni esempi e di capacità al servizio del cittadino, attraverso la quale uscire dallo stallo politico ed economico e capace di riavvicinare i giovani alla politica.
     Recenti statistiche dimostrano che i giovani provano sempre maggiore disaffezione verso la politica. Sentimenti del genere non possono essere giustificati, ma vanno capiti. Occorre fornire buoni esempi di sobrietà e di capacità a trattare i problemi. C’è bisogno di disegnare una visione precisa della città che verrà, senza limitarsi a qualche singolo problema, ma riorganizzando il Comune a 360 gradi. Dovrà essere questo il compito dei nostri nuovi amministratori, soprattutto dei più giovani.
     Se da una parte ci sono i delusi della politica, dall’altra – abbiamo visto – ci sono stati tanti giovani che hanno deciso di impegnarsi nell’amministrazione comunale, alcuni dei quali rappresentano ricchezze inespresse o non sviluppate. Questi giovani, che hanno messo la faccia, hanno bisogno di un bagaglio di esperienze e di possibilità che le istituzioni e i partiti politici dovrebbero saper fornire e sfruttare, facendosi carico, tutti insieme, di istanze di ammodernamento della pubblica amministrazione e soprattutto della possibilità di uscire fuori dall’impossibilità di fare.
     Il Comune costituisce uno dei livelli istituzionali fondamentali, anzi il livello di governo più vicino al cittadino. Ad esso la legislazione assegna compiti crescenti, avendone fatta l’istituzione che gestisce gran parte dei servizi, in particolare quelli diretti alla persona.
     La mia antica esperienza di amministratore comunale mi consente di ricordare che in una città esistono esigenze inevase e scelte perfettibili, che riguardano le architetture tecnologiche, i sistemi di conoscenza interna, le modalità di erogazione dei servizi ai cittadini, il monitoraggio dei flussi finanziari, la ristrutturazione del debito e degli oneri finanziari.
     Sarebbe interessante se su questa linea si muovessero, a partire da subito, i partiti, i movimenti, le associazioni civiche, le Consulte comunali offrendo un’articolata panoramica delle capacità normative, degli ambiti operativi, delle funzioni, delle attribuzioni e delle articolazioni del Comune. Farebbero una cosa sicuramente utile per tutti coloro che sono istituzionalmente impegnati e per coloro che vorranno esserlo in futuro per dare risposte corrette ed esaurienti ai cittadini-interlocutori.
     Potrebbe essere questo un modo per applicare una delle principali disposizioni del Titolo V della Costituzione, che all’art.118 attribuisce ai Comun i, sulla base dei principi di differenziazione e adeguatezza delle funzioni amministrative, la facoltà di realizzare la sussidiarietà orizzontale e verticale.
     Chi s’impegna in politica, a qualsiasi livello, ha bisogno di due tipi di competenze: quelle di tipo tecnico legate al funzionamento pratico della pubblica amministrazione, che si possono apprendere attraverso l’esperienza o con percorsi didattici ad hoc, ed un ottimo esempio. Sono proprio queste le migliori scuole.
    D’altra parte, c’è un bagaglio di competenze che non si possono insegnare, come la capacità di saper comunicare, di stare in mezzo alle persone, di portare avanti delle idee. Per me questo vuol dire fare politica e per fare questo bisogna avere passione. A Palazzo di Città cambierà anche il modo di fare comunicazione ha dichiarato Renato Bucci all’indomani della sua elezione: «Il mio obiettivo è quello di comunicare non solo per informare, ma soprattutto per coinvolgere e provocare i cittadini. Cominceremo dalla trasparenza degli atti e dall’adeguamento del sito istituzionale”.
     Da sempre – come ho avuto modo di esplicitare su queste pagine – coltivo il desiderio di una città intesa come luogo delle relazioni e del vivere civile. Una città solidale, una città multiculturale, una città aperta, una città sicura. Una comunità cresce nella condivisione del potere e delle responsabilità. Da sempre propugniamo il percorso di una democrazia partecipativa. La partecipazione va costruita, promossa, alimentata, rispettata.
     Credo – come è stato promesso dalla maggior parte dei candidati – che sia necessario il diritto all’informazione e alla comunicazione, che deve essere garantito e salvaguardato. Un’informazione corretta, obiettiva, diffusa, multiforme, permette ai cittadini non solo di ricevere ma anche di essere nella condizione di proporre.
     C’è bisogno di una CARTA DELLA TRASPARENZA per far crescere e qualificare l’attività amministrativa. C’è bisogno di far crescere la VERTENZA CULTURA per promuovere i diritti di tutti i cittadini. C’è bisogno di PASSIONE, ossia la capacità di resistenza e di rivolta; la volontà di azione e di dedizione; il coraggio di sognare in grande; la coscienza del dovere che abbiamo, come uomini, di cambiare il mondo in meglio, senza accontentarci di mediocri cambiamenti di scena che lasciano tutto come prima. C’è bisogno di CORAGGIO quando è necessario, anche se dire di sì è più comodo, di non fare come gli altri, anche se per questo bisogna pagare un prezzo.