domenica 11 dicembre 2011

LA COALIZIONE DI SINISTRA-CENTRO COMINCIA A MUOVERSI

Abbiamo condiviso pienamente l’iniziativa del PD, nel suo ruolo di maggiore partito di opposizione, tesa a soddisfare la non più ineludibile esigenza di costituire un soggetto politico federato, inteso come polo democratico e riformista unico, che rappresenti la sintesi di tutte le idee e le culture presenti nell’area dei partiti di opposizione all’attuale compagine amministrativa. Abbiamo apprezzato la volontà comune di creare una struttura di coordinamento articolata ed aperta ai movimenti, ai soggetti provenienti da altre esperienze politiche, all’associazionismo, che siano disponibili a concorrere alla realizzazione di un programma amministrativo condiviso e ad impegnarsi a preparare una classe dirigente che sia all’altezza di vincere le prossime sfide elettorali.

Esprimiamo, nel contempo, la convinzione che queste sfide potranno risultare vincenti se, sempre unitariamente, i partiti della Coalizione di sinistra-centro saranno capaci di realizzare nella nostra città un nuovo “Patto sociale”, che si muova lungo queste direttrici fondamentali: diritti di cittadinanza, lavoro, sviluppo, solidarietà, cultura, legalità, trasparenza, democrazia, pace.

Occorre, pertanto, proseguire senza nessun indugio sulla strada opportunamente intrapresa di realizzare un nuovo “Patto politico” tra i partiti e i movimenti di ispirazione cattolica, socialriformista, liberaldemocratica e ambientalista, da cui scaturisca un tavolo permanente di confronto programmatico, che vada al di là della contingenza elettorale, per rendere sempre più adeguata la risposta politica alla domanda sociale, soprattutto dei giovani, delle donne e delle fasce più deboli della nostra società.

Nella convinzione, pertanto, che nel nostro Comune serve una Coalizione forte, larga e coesa, che sia centro di alleanze tra partiti, movimenti e forze della società civile, esprimiamo la convinzione che l’Alleanza non avrebbe senso se continuasse a presentarsi all’elettorato come un semplice contenitore di sigle ideologizzate che fanno del pregiudizio politico l’occasione per isolarsi e chiudersi in se stesse.

La Coalizione dei partiti di opposizione all’attuale Amministrazione comunale - ripete sempre il segretario politico del PD avv. Luigi Gagliardi - deve essere un’alleanza strategica e non un semplice cartello elettorale. Essa – aggiunge - deve mirare ad avviare un processo virtuoso di semplificazione politica che la conduca verso sintesi più alte, da verificare nella prossima scadenza elettorale amministrativa.

Questo cammino – ripetono all’unisono i dirigenti del PD - deve partire dalla città. La partita per il governo amministrativo si gioca sulla capacità di proporre un progetto forte e realizzabile. La sfida dell’alleanza si misura non solo nell’opposizione alla politica penalizzante del Governo nazionale e locale, ma anche nella capacità di proporre una compagine politica alternativa, unita, innovativa, credibile, capace di dialogare al suo interno e con tutti i settori della nostra società.

Il primo obiettivo, che i partiti e i movimenti aderenti alla Coalizione devono impegnarsi a perseguire, - ci permettiamo di aggiungere - deve essere quello di rinnovare la politica, spazzando via con un atto collettivo di volontà e di coerenza la concezione di una politica intesa come strumento per conquistare il potere da usare come forza, predominio di taluni interessi, con l’esclusione di altri, ma come strumento al servizio di tutti per la soddisfazione dei legittimi bisogni dei cittadini.

Questo è indispensabile se si vuole realmente battere ogni forma di egoismo e di prevaricazione, di qualunquismo, di rassegnazione e di disaffezione, così, purtroppo, fortemente radicati e diffusi tra ampie fasce dell’elettorato. Bisogna far passare una serie di messaggi molto chiari: ridefinire il ruolo dei partiti, volere rendere sempre più trasparente ed efficace la gestione del Comune, adoperarsi per una democrazia più partecipata con la revisione e l’aggiornamento degli “Istituti di partecipazione” previsti dallo Statuto comunale; continuare nella mobilitazione per garantire il diritto di tutti all’ambiente, alla salute, all’istruzione, alla giustizia, al lavoro, ai servizi sociali in favore dei più giovani, degli anziani, degli immigrati e dei più deboli.

Queste comuni volontà e speranze presuppongono, tuttavia, oltre che chiarezza di rapporti ed onestà d’intenti, anche una nuova metodologia a cui improntare l’azione dell’Alleanza.

In questa prospettiva, la Coalizione non può non dotarsi di un insieme di “Regole” che ne disegnino l’organizzazione e il funzionamento e mettano ogni componente in posizione di dialogo costruttivo, nel rispetto delle reciproche posizioni politiche, superando ogni deleteria concezione particolaristica e personalistica del modo di fare politica.

sabato 10 dicembre 2011

LIBRI, BIBLIOTECA E CULTURA ATTRAVERSO IL DIALOGO

Tra gli eventi previsti nel dicembre coratino, non poteva mancare il contributo culturale del Forum degli Autori. L’associazione, che ha già al suo attivo due originali “Caffè letterari” nei quali poeti e romanzieri coratini hanno potuto dialogare sulle rispettive pubblicazioni, propone ancora una volta una iniziativa culturale che avrà luogo presso la Biblioteca civica il 16 dicembre p.v. alle ore 18,30 con l’intervento dei prof. Vinci-Enzo Tota, Gaetano bucci, Vito De Leo, Vito Di Chio e del consigliere delegato alla Cultura Giuseppe D’Introno. Gli interventi saranno moderati dal dott. Franco Tempesta.

“L’occasione è stata offerta – comunica il presidente dell’associazione Vito De Leo - dalla notizia pubblicata il 17 marzo scorso dal socio Gaetano Bucci, il quale ha informato gli aderenti ed i lettori che il prof, Vincenzo Tota, lodato e premiato dal Liceo “Oriani” come uno dei “figli più nobili di Corato”, già docente di lettere in Italia e per molto tempo docente di Lingua e Cultura italiana presso la “Freie Universitat” di Berlino Ovest, il 27 gennaio scorso, in segno di amore per la propria città, ha donato alla Biblioteca Comunale “M. R. Imbriani” ben 1500 volumi di grande valore culturale. Si tratta, infatti, di importanti opere letterarie, storiche, filosofiche, politiche e di saggistica varia, sia in italiano che in tedesco, francese e inglese.

Ma l’esimio professore, attualmente residente a Bari, che avremo modo di conoscere nell’incontro preannunciato, va ricordato anche per la pubblicazione del libro edito da “Vivere In” nel 2001 dedicato a Matteo Renato Imbriani, molto legato alla nostra città, in occasione della sua scomparsa.

Si avrà così modo di verificare, a distanza di dieci mesi, la situazione logistica e organizzativa della donazione libraria, ma anche di comprendere i problemi, le vicissitudini e le conquiste che hanno segnato la vita della nostra Biblioteca, sin dalla sua inaugurazione avvenuta il 20 settembre 1909, presso la ex sede del Liceo-Ginnasio su Corso Garibaldi, come ci ha ricordato con la sua brillante tesi di laurea la nostra giovane aderente dott.ssa Maria Francesca Casamassima.

Il nostro auspicio è che l’Amministrazione comunale, che sarà rappresentato dal dott. Luigi D’Introno, trovi luoghi più adatti alla conservazione ed alla consultazione libraria e documentaria nell’annunciato restauro di Palazzo Gioia, recentemente acquisito dopo un lungo contenzioso giudiziario. Dall’attuale funzionario responsabile, il sempre disponibile Francesco Capogna, supportato dal factotum Nicola Amenduni, siamo stati informati che sono state effettuate le attività di catalogazione informatizzata in SBN (Servizio Bibliotecario nazionale) delle pubblicazioni monografiche prodotte a partire dal 1831. Attraverso questo lavoro - ha precisato il consigliere delegato alla Cultura – la Biblioteca comunale è stata messa in rete insieme ad altre 20 Biblioteche provinciali con il Polo SBN di Terra di Bari, in modo da consentire all’utenza di accedere al catalogo collettivo delle 4000 biblioteche che partecipano al Servizio Bibliotecario Nazionale, promosso dal Ministero dei beni e delle Attività Culturali. Tramite il SBN è possibile identificare i documenti di interesse, individuare le biblioteche che li possiedono ed accedere al servizio in linea di prestito da remoto o fornitura di documenti in riproduzione.

Non possiamo non ricordare anche il dott. Michele De Palo. Dirigente della Biblioteca a partire dal 1951, che ha lasciato in eredità la cospicua somma di € 300.000,00 destinata esclusivamente all’acquisto di libri per la Biblioteca. A tale scopo l’Amministrazione comunale ha nominato una commissione che, però, non ha ancora fatto conoscere le sue proposte.

Ci auguriamo, come Forum degli autori e di cittadini attenti alle risorse e alle politiche culturali, di poter fruire al più presto dei lasciti di questi cittadini esemplari, che hanno voluto dimostrare che la cultura non può più svolgere il ruolo di cenerentola, ma deve essere interpretata come opportunità”.
Il nostro patrimonio è un valore in sé che deve essere reso fruibile. Sono semmai i fruitori a dover essere valorizzati.
Questo si può fare solo stimolando la crescita delle imprese culturali, garantendo diritti ai lavoratori, dando certezza della consistenza e della cadenza dei finanziamenti pubblici, consentendo la programmazione pluriennale, aprendo spazi alla produzione indipendente in qualunque settore, il che significa anche dischiudere luoghi e spazi per la distribuzione e la fruizione: rompere i monopoli dunque. Bisogna guardarsi da interventi che possano, nella benché minima misura, ledere l’autonomia della ricerca teorica, delle attività culturali, della creazione artistica, giacché queste hanno come condizione vitale di sviluppo non quella di obbedire a un partito, a uno Stato, a un’ideologia, ma quella di poter dispiegarsi in pienezza di libertà e di spirito critico.

Il nostro obiettivo è quello di proporre un modello in cui le risorse siano, il più possibile, al servizio di piani comunali di intervento programmati e selezionati a seconda dei reali bisogni e non in ragione di esigenze clientelari o di campanile.

La prima scelta decisiva è costruire le condizioni per cui Corato resti un paese dove si produce cultura e non la si distribuisce soltanto. Ma è chiaro che per rimanere luogo di produzione occorre che la politica sia all’altezza di scelte lungimiranti, rinunciando, magari, al ritorno immediato del grande evento per investire sul tessuto creativo, per incentivare la sperimentazione e l'innovazione. Certo, non tutti gli eventi sono uguali e ce ne sono molti che svolgono una funzione positiva creando visibilità per esperienze innovative e creando un rapporto con la cittadinanza. Ma non è sempre così.

Ma può funzionare così la selezione dei talenti? O non sarebbe forse meglio utilizzare la leva pubblica anche per dare qualcosa a chi non c'è ancora? D'altra parte coltivare questo tessuto crea anche le condizioni per rafforzare le eccellenze, che restano architravi indispensabili del sistema. Apertura del sistema significa anche apertura dei mercati culturali.

Con la realizzazione di questo evento e di quelli che seguiranno non vogliamo solo aprire una riflessione sulle politiche culturali. Il nostro obiettivo è anche quello di risvegliare un dibattito.
A questo dibattito si fa fatica persino a dare un nome. Non perché non ce l'abbia, ma perché non appena lo si nomina, non appena si accenna ad un'interrogazione circa ruoli e compiti dell'intellettuale e degli amministratori comunali si raccolgono reazioni infastidite, quando non stizzite, come se si volessero agitare solo questioni vecchie e ormai superate.

Non possiamo andare avanti così: occorre recuperare le ragioni di uno sforzo collettivo che si cimenti con la formulazione di un pensiero nuovo.

Abbiamo bisogno di idee, di discussione, di confronto. Non è possibile rinnovare la sfera pubblica, recuperare il senso e il valore dell'identità territoriale senza ricostruire una rete di intelligenze che dia forza a una battaglia politica, e ci aiuti a far comprendere fino in fondo al paese che occorre ricostruire un intreccio fecondo fra istanze della cultura e condizioni della democrazia, intreccio il cui sfilacciamento, la cui rottura ha avuto un effetto non certo positivo sulla storia di questi anni”.

mercoledì 7 dicembre 2011

STRATEGIE, PROGRAMMI, CANDIDATI: MOLTE PAROLE E POCHI FATTI

Gli incontri promossi dal Pd tra i partiti di opposizione all’attuale maggioranza consiliare non si sono ancora dimostrati un’utile occasione per i partiti di opposizione per lanciare una sfida alla destra sul terreno della progettualità e del futuro di Corato..


E’ interessante e positivo, a nostro modesto avviso, registrare il tentativo di tutte delle forze di opposizione di assumersi la responsabilità di rimettersi in discussione per poter meglio corrispondere alle attese della gente e riuscire ad essere presenti nella prossima competizione elettorale amministrativa con un programma coerente con la politica di centrosinistra e i bisogni dei cittadini coratini, non sempre adeguatamente soddisfatti dall’amministrazione uscente.,

Questi incontri, che hanno avuto come protagonisti le delegazioni guidate dai segretari politici del Pd, PSI, S.E.L., Rifondazione comunista, UD.C., D.C., A.P.I., IO SUD, nelle intenzioni degli organizzatori, – è parso di capire - devono segnare contemporaneamente il punto di partenza di un progetto politico – amministrativo capace di essere condiviso dagli alleati, accettato dalle forze sociali e dai sindacati, votato dagli elettori.

Indubbiamente, gli interventi dei qualificati relatori e quelli dei partecipanti, sono stati ricchi di analisi, osservazioni, proposte, che meritano un’attenta riflessione da parte di tutti coloro che sono impegnati nella ricerca e nella redazione di una proposta politico – programmatica credibile e vincente. Al momento, però, non appare dello stesso avviso il partito di rifondazione comunista, che ha annunciato il ritiro della sua delegazione per motivi che non sono apparsi molto chiari ai partecipanti.

Sarebbe stato auspicabile, che quanto condiviso in un precedente incontro tenutosi nella primavera scorsa, gli attuali incontri fossero stati il seguito di un intenso ed approfondito lavoro di preparazione, che avesse visto il contributo del maggior numero possibile di soggetti esterni in grado di allargare, insieme ai consiglieri comunali, ai dirigenti ed ai militanti, le forme e gli stimoli alla discussione.

Attorno a queste scelte di prospettiva si sarebbero create le possibilità concrete di iniziare una strada comune con quei soggetti politici che vogliono dare più forza ai progetti in cui credono. Un metodo diverso, più allargato e partecipato, metodo con cui costruire il percorso di queste conferenze cittadine avrebbe potuto rappresentare uno degli elementi decisivi per lo sviluppo di una strategia e di una programmazione concreta e condivisa.

Invece della definizione di un lavoro sulle scelte di programma si è preferito, invece, seguire la strada di una discussione a posteriori su quale debba essere la sfida di fondo che gli attuali partiti intendono mettere al centro dell'attenzione teorica e delle scelte concrete.

A parere del Centro Studi Politici “A. Moro”, si tratta, in definitiva, non tanto di creare un lungo e noioso elenco di cose da fare difficilmente assimilabile dall'elettorato, quanto di individuare un messaggio di prospettiva, scegliendo degli slogan forti, sui quali legare il futuro della proposta politica di aggregazione, optando per una caratterizzazione dalle tinte forti e abbandonando i chiaroscuri, poco utili per rendere la coalizione presente determinante nelle scelte di indirizzo sul futuro della politica cittadina.

I tempi per realizzare bene questo percorso rischiano di essere insufficienti. Bisognava utilizzare proficuamente i sei mesi trascorsi quasi inutilmente ed iniziare presto un lavoro di ricerca dei soggetti interni ed esterni ai partiti, che fossero stati in grado di partecipare sia alla discussione sulle linee programmatiche, che alla competizione elettorale vera e propria.

Sulla base di questa discussione, di questo confronto, di questa ricerca e di questa partecipazione – che non ci sono ancora state - doveva essere elaborata una proposta articolata ma fatta di un messaggio il più possibile unitario, che sarebbe stato l'oggetto della campagna elettorale dei partiti, della coalizione e dei candidati ai vari livelli.

Conseguentemente, occorreva darsi un insieme di regole che disegnassero l'organizzazione e il funzionamento della coalizione. L'obiettivo doveva essere quello di creare uno strumento aperto ed accogliente di partecipazione dei cittadini alla vita democratica. Per questo dovevano essere messe in discussione le forme di adesione, le modalità di selezione dei candidati e di formazione delle liste, gli organi di coordinamento, gli strumenti della comunicazione e della formazione delle decisioni.

Nulla di queste premesse e delle promesse fatte dai diversi esponenti politici intervenuti nelle varie sedi è stato detto e fatto. Si è perso solo tempo in sterili tatticismi e veti incrociati.

Bisogna ancora rispondere alle molte domande che in questi ultimi tempi ci si è posti. E' sufficiente affidare ai soli dirigenti il potere di selezione delle candidature? Non è possibile sperimentare delle primarie tra gli iscritti o addirittura tra gli elettori? Si può recuperare quel vasto patrimonio di consensi e d'intelligenza espressi nei vari passaggi elettorali e che poi nella vita dei partiti, di solito, vengono ignorati? Quali caratteristiche deve possedere un candidato – sindaco all’altezza della situazione? Aveva torto il cinese Mao quando diceva: “Non importa il colore del gatto, basta che acchiappi i topi”. Anche la citazione di uno dei padri dell’economia, Adam Smith, può essere illuminante: “Un individuo che, perseguendo il proprio interesse, è spinto da una mano invisibile a promuovere un fine che non era previsto dalle sue intenzioni…l’interesse della collettività!”. Anche su questo versante, invece, solo pettegolezzi, processi alle intenzioni, illazioni di ogni tipo, tiro al bersaglio su supposte candidature, tatticismi furbeschi, carte coperte. In definitiva: uno spettacolo indegno di una classe politica e di un ceto dirigente responsabile e maturo.

S'impone, a questo punto, la necessità di rivedere la relazione tra "interno ed esterno" nel rapporto tra iscritti, eletti, simpatizzanti e semplici elettori, allargando il momento della partecipazione ai processi di selezione della rappresentanza.

La capacità di riconoscere ed interconnettere la molteplicità delle reti sociali, di mediare tra generale e particolare, di umanizzare e metabolizzare verso il basso la rappresentanza politica, costituisce la filosofia di un nuovo statuto di cittadinanza politica.

Occorre, perciò, per elaborare programmi e progetti condivisi, attivare al più presto tavoli di elaborazione e concertazione con le diverse realtà associative.

In una situazione - come quella attuale - di bassa fedeltà partitica e forte instabilità politica diventa sempre più rilevante il decentramento dei processi di selezione della classe dirigente e amministrativa e la valorizzazione della "biografia" del personale politico che si candida nella competizione elettorale. Ridurre il coinvolgimento dell'elettorato alle sole alchimie del marketing politico non è più sufficiente.

lunedì 5 dicembre 2011

ASCOLTARE, PARLARE, LEGGERE E SCRIVERE

In una accogliente sala messa gentilmente a disposizione dal bar Sevent’In, il Forum degli Autori ha dato vita il 1° dicembre scorso al secondo Caffè letterario dedicato questa volta alla narrativa. L’interessato pubblico intervenuto ha potuto ascoltare gli interventi degli scrittori coratini Giuseppe Arbore, (“Amore, Sentimenti, Desideri”), Grazia Talia Calvi (“Mater Dominae”), Biagio Tempesta (“Il fioco lume del crepuscolo” e Luigi Tosti (“Sangue Seleucide”), presentati ed intervistati dal collega Gaetano Bucci. Ognuno di essi, culturalmente e biograficamente inquadrati dal conduttore ha avuto modo di evidenziare le motivazioni e i contenuti della propria opera, spiegando anche il significato dell’esperienza realizzata non senza difficoltà, ma anche con grande soddisfazione.

Ma oltre che far ascoltare, parlare, leggere e scrivere, il Forum degli Autori, coerente con il dichiarato obiettivo di non mettere confini alla cultura, si è avvalso anche della partecipazione della recitatrice Tonia Acquaviva, della pittrice Maria Luisa Cialdella e del designer Angelo Piccolo, le cui ammirevoli opere hanno fatto mostra di sé alla spalle dei relatori.

Il presidente Vito De Leo, che ha dedicato agli scrittori locali un capitolo al suo ultimo libro intitolato “Vademecum per gli autori esordienti”, nella presentazione dell’evento ha tenuto a sottolineare il valore della lettura e della scrittura e la loro capacità di trasformare l’animo umano.

“Leggere – ha detto citando Fabio Volo – mette in moto tutto dentro di te: fantasia, emozioni, sentimenti. E’ un’apertura dei sensi verso il mondo, è un vedere e riconoscere cose che ti appartengono e che rischiano di non essere viste. Ci fa riscoprire l’anima delle cose. Leggere significa trovare le parole giuste, quelle perfette per esprimere ciò a cui non riuscivi a dare una forma. A trovare una descrizione a ciò che tu facevi fatica a riassumere. Nei libri le parole di altri risuonano come un’eco dentro di noi perché c’erano già. E’ la conoscenza di cui parlava Platone, quella che già ci appartiene, che è dentro di noi. Non importa se il lettore è giovane o vecchio, se vive in una metropoli o in un villaggio sperduto nelle campagne. Così come è indifferente se quello che sta leggendo riguarda un’epoca passata, il tempo presente o un futuro immaginario; tutto è relativo sul tempo, e ogni tempo ha la sua modernità. E poi leggere è bello, punto. Io dopo aver letto un libro mi sento sazio, appagato, soddisfatto e provo un piacere fisico.

Scrivere – ha continuato – è una grande esperienza di vita. Non intendo solamente scrivere un libro, anche scrivere una lettera, un diario, un articolo. Chiunque intraprenda l’avventura di scrivere capisce da subito quanto la scrittura sia faticosa, quanta disciplina richieda, e soprattutto, quanto diventa difficile la menzogna, difficile mentire. La scrittura smaschera le bugie, quelle che spesso nella vita ci raccontiamo e si rischia di trovarsi di fronte a rivelazioni molto intime e scomode. Scrivere è tuttavia liberarsi di un mondo interiore avendo sempre la sensazione che lascerà spazio a uno nuovo, a nuove prese di coscienza, nuove conoscenze, nuove emozioni.

La scrittura, insomma, è come la lettura: è un mezzo per diventare più consapevole e riuscire forse un giorno a mettere a disposizione di chi legge uno strumento di “nitidezza”, dando voce a cose che appartengono a tutti.

E’ quanto ci proponiamo di fare – ha concluso il presidente - con i nostri “Caffè letterari” mensili e le tante iniziative in cantiere, tra cui anche quella che avrà come protagonista il prof. Vincenzo Tota, donatore di ben 1500 libri, il giorno 16 dicembre, alle ore 19,00, presso la Biblioteca comunale”.