mercoledì 28 ottobre 2009

LA NOTIZIA E LA CITTA’

Organizzato da Umanità Nuova (Associazione dei Focolarini) dal Centro “Gino Giordani” e dalla rivista “Città Nuova” e patrocinato dal Comune di Andria, ha avuto luogo nell’affollatissima sala –conferenze del Liceo Scientifico di Andria, “Nuzzi”, il 26 ottobre u.s., la tavola rotonda sul tema “La notizia e la città”. I giornalisti Michele Palumbo, Emanuela Magli, Michele Partipilo e Michele Zanzucali, intervistati da Patrizia Labate, ciascuno dal proprio punto di vista, ha risposto alla domanda: “Qual è il ruolo del comunicatore nel rapporto tra gli attori sociali in vista della crescita della città e della fraternità universale?”

In sintesi, è stato detto con esempi e approcci diversi dai relatori e dagli intervenuti successivamente nel dibattito di questo interessantissimo meeting, che l’informazione e la comunicazione agiscono direttamente sulla qualità della vita non solo intervenendo sui processi di relazione, sulla coesione sociale fra gruppi e culture, ma anche perché s’intrecciano con le forme della rappresentanza e della democrazia, dell’economia e della produzione.

Attraverso il confronto esperenziale si è voluto, insomma, tentare di costruire modalità uniche di lavoro fra comunicatori, un rapporto di collaborazione che permetta alle comunicazioni strategiche di arrivare ai cittadini nel miglior modo possibile. Tutti pronti a scoprire come fare per ricostruire nel cittadino il senso di sacralità delle istituzioni, primo grande problema di questi tempi di crisi.

Per costruire un rapporto nuovo fra cittadini ed istituzioni - hanno convenuto tutti i relatori e i numerosi intervenuti nel dibattito - poi, occorre prima di tutto aprire le pubbliche amministrazioni e fare in modo che dialoghino con l’esterno in maniera uniforme.

In un momento storico in cui il clima politico del nostro Paese registra un’evidente esasperazione dei conflitti, l’informazione può svolgere un ruolo fondamentale per la loro corretta gestione e contribuire in modo decisivo alla loro evoluzione verso stili di comportamento più consoni alla logica democratica. Non è stato casuale, pertanto, che il punto di partenza di questo dibattito sia stato il rapporto tra giornalismo, conflitti e violenza. Non è stata casuale la rivisitazione dei grandi temi lanciati dalla Rivoluzione francese e divenuti emblematici della moderna cultura politica: liberta, uguaglianza, fraternità, muovendo proprio dall’ultimo, il più dimenticato, per rileggere, in rapporto ad esso, anche gli altri due.

Il presupposto sottinteso, in tutti i discorsi ascoltati, è che il giornalismo oggi abbia bisogno di una riflessione non meramente pragmatica, che lo aiuti ad approfondire la propria funzione nella società odierna e valorizzi la dimensione culturale che fa degli operatori dell’informazione i nuovi “maestri” dell’opinione pubblica. E’ una responsabilità di cui forse ancora non si sono tratte tutte le conseguenze.

Una tavola rotonda con i tanti operatori della carta stampata, della rete e delle istituzioni, gli studiosi della comunicazione, i rappresentanti delle cariche di governo locale, provinciale e regionale, gli studenti universitari, che abbia come obiettivo l’analisi della situazione nel nostro contesto territoriale, il confronto tra esperienze diverse e la costruzione di una vera e propria rete orizzontale di rapporti fra comunicatori, al fine di imporre il concetto di comunione pubblica integrata, potrebbe essere un’ottima occasione anche per la nostra città di domandarsi: ”Qual è il ruolo del comunicatore nel rapporto tra gli attori sociali in vista della crescita della città e della fraternità universale?”

giovedì 22 ottobre 2009

LETTERA APERTA AGLI ELETTORI DELLE PRIMARIE DEL PD

Il 25 ottobre p.v. decideremo con il nostro voto l’indirizzo politico ed il gruppo dirigente del Partito Democratico. Si realizza in questa data una tappa fondamentale del percorso avviato due anni fa con la costituzione del PD per creare un soggetto politico nuovo che realizzi l’alternanza democratica al Governo attuale.

A conclusione di un confronto tra candidati, tutti di grande valore, il popolo degli iscritti e dei simpatizzanti è chiamato anche nella nostra città, in piazza Di Vagno, a scegliere il Segretario nazionale, quello regionale e i candidati all’Assemblea nazionale con una prassi inconsueta nella tradizione dei partiti italiani.

Ogni votante potrà scegliere chi riterrà più idoneo a dirigere il progetto di Partito che vogliamo per una concreta prospettiva di rinnovamento della politica.

Il Partito Democratico deve essere una forza politica moderna ed ambiziosa, laica, che assuma il pluralismo come tratto identitario, che vada oltre le storie originarie di ciascuna componente che l’ha fondato per essere la casa comune di tutti i riformisti.

Unire storie diverse e culture eterogenee non è sempre semplice, ma non deve perdere di vista che proprio la valorizzazione della diversità è la ragione fondativi del PD e in questa identità da salvaguardare sta la sua forza.

Un partito egli iscritti e delle iscritte, ma anche delle elettrici e degli elettori, che usa lo strumento delle “primarie” per la scelta dei dirigenti e dei candidati alle cariche politiche ed amministrative.

Noi del Centro Studi Politici “A. Moro”, insieme agli amici di “Quarta Fase”, sosteniamo la candidatura di Dario Franceschini alla Segreteria Nazionale e di Guglielmo Minervini alla Segreteria Regionale, ritenendo che le loro storie personali, le capacità politiche dimostrate, la proposta di partito che avanzano, siano garanzie per realizzare quello che auspichiamo.

Riteniamo che esistano le condizioni per l’affermazione dei candidati che sosteniamo e della linea politica ed organizzativa da loro proposta.

In questi giorni è in atto un forte confronto di idee tra i candidati alle Segreterie e nelle sedi dei circoli, che a Corato continuerà, nell’ambito della Festa Democratica, con la partecipazione dell’eurodeputato on. Gianni Pittella, vicepresidente del Parlamento Europeo (23 ottobre) e dei consiglieri comunali del PD che incontreranno i cittadini per discutere dei problemi e delle proposte del PD per la crescita della città (24 ottobre).

In quella sede ripeteremo che per noi non sono ripercorribili esperienze organizzative passate, perché non colgono pienamente la cosiddetta mobilità di voto soprattutto presente nei giovani, né le Sezioni di un tempo sono più l’unico luogo in grado di leggere la complessa realtà socio-economica e culturale del territorio. Per questo divengono importanti la chiamata ad esprimersi dei simpatizzanti oltre che degli iscritti per la scelta dei candidati e dei dirigenti di partito.

E non sono nemmeno da ripetere errori fatali nella scelta degli alleati con cui costruire l’alternativa di governo del Paese. Non più, dunque, coalizioni non omogenee e non convergenti sui programmi e sulle prospettive politiche, magari costruite solo come cartelli elettorali difficilmente componibili. In Franceschini ed in Minervini, nelle loro tesi richiamate ancora una volta nell’incontro di sabato 17 ottobre con l’on. Paolo Gentiloni, già ministro delle Telecomunicazioni durante l’ultimo governo Prodi, troviamo questa consapevolezza.

Per questo invitiamo tutti a votarli, ma soprattutto invitiamo tutti ad essere partecipi e protagonisti per l’affermazione del PD ad ogni livello.

Il 25 ottobre, dalle ore 8 alle ore 20, recatevi a votare muniti del documento d’identità nel seggio allestito nei locali di piazza Di Vagno (ex Enel).

mercoledì 7 ottobre 2009

Istituti di partecipazione civica e nuovo regolamento della Consulta delle Associazioni.

Facendo seguito all’incontro dell’8 settembre scorso avente ad oggetto la discussione sulla bozza di regolamento della Consulta delle Associazioni, resa nota dal presidente della 3° Commissione consiliare Leonardo De Vanna, all’intervento del consigliere Michele de Palma nel Consiglio comunale del 28 settembre (teso a ricostruire il senso di una convivenza democratica attraverso l’attuazione di un percorso che veda nel bilancio partecipato la costituzione di un patto sociale tra elettori ed eletti, tra una rinnovata classe dirigente e le istituzioni) ed alla vigilia dell’assemblea della Consulta delle Associazioni, convocata dal sottoscritto, su sollecitazione dell’Assessore alla partecipazione Santina Mastropasqua, per il giorno 15 ottobre per discutere ed approvare la bozza del nuovo regolamento della Consulta redatta dal gruppo di lavoro insediatosi nel precedente incontro, mi permetto di rinnovare la richiesta di attivare con la massima sollecitudine gli istituti di partecipazione previsti dallo Statuto comunale (Titolo 1: Art.5 “Rapporti con i cittadini e le istituzioni”, art.7 ”Principi generali sulla trasparenza”, art.8 “Pari opportunità”, art.9 “Consiglio comunale dei ragazzi “; Titolo V “Rapporti con la comunità e partecipazione”, che negli artt.dal 43 al 52 disciplina la “Partecipazione dei cittadini all’Amministrazione”, le Associazioni, il Volontariato, la Cooperazione, la Consulta, le Istanze e Petizioni, il Diritto d’iniziativa, il Referendum, il Difensore civico.

Neanche l’atto d’indirizzo formulato dalla Giunta comunale il 14/02/2005 avente ad oggetto: “Promozione della partecipazione diretta dei cittadini e delle cittadine alla vita amministrativa” , deliberato ai sensi degli artt.6-7-8-9-10 del Testo Unico Enti Locali D.Lgs 267/2000, ha ancora avuto modo di essere attuato in modo sistematico ed efficace.

Terlizzi possiede da tempo un tessuto socio-culturale vivace ed attivo, fatto di associazioni e di aggregazioni che rivolgono la loro attenzione a numerosi aspetti della solidarietà, della cultura, dello spettacolo, del turismo e dello sport, senza ricevere adeguata attenzione per la programmazione dell’attività amministrativa e del bilancio di previsione.

Più volte abbiamo sostenuto la necessità di istituire le Consulte tematiche, con particolare attenzione alle problematiche sociali e di tutela ambientale ed ai temi dello sviluppo sostenibile e della qualità dei servizi per coniugare con la cittadinanza attiva l’inseparabilità dei valori dell’efficienza, della trasparenza, della sussidiarietà e della partecipazione (Vedasi Legge 241/’90, Legge 287/2000, Legge 328/2000, Legge Bassanini 14/0672007).

La realizzazione del Bilancio partecipato è sicuramente una delle finalità di queste leggi. La preparazione del bilancio annuale può sicuramente diventare uno strumento di processi decisionali aperti e facilitare le istituzioni pubbliche ad avvicinare i propri cittadini, così come ad affrontare tematiche di sviluppo sostenibile.

L’approccio è basato sui principi della Governance Europea e su quelli descritti nella Direttiva del Dipartimento della Funzione pubblica, che permettono il pieno coinvolgimento dei portatori d’interesse nelle scelte operate dal governo cittadino. L’approccio è anche orientato alla combinazione di politiche, azioni e servizi a livello locale, “pensando globalmente ed agendo localmente”, sviluppando processi di auto-organizzazione, coordinamento ed empowement, dove sono coinvolti tutti gli attori interessati (decisori politici, amministratori e dipendenti pubblici, organizzazioni della società civile, cittadini, personaggi-chiave, esperti). L’approccio alimenta due processi convergenti su base annuale: partecipazione degli stakeolders (attori e portatori d’interesse9 alla valutazione della situazione attuale e all’identificazione di azioni innovatrici tese alla soluzione dei problemi; elaborazione del bilancio orientato allo sviluppo sostenibile, prendendo in considerazione le azioni innovatrici suggerite da tutti i partecipanti..

Tutto questo significa che anche a Terlizzi deve finalmente iniziare un nuovo percorso politico-amministrativo. Significa che bisogna incamminarsi lungo un percorso che segna il passaggio dalla democrazia “delegata” alla democrazia “partecipata”. Significa che per gli amministratori comunali non si può più continuare a decidere nel chiuso di una stanza e per i cittadini vuol dire mettersi in gioco, confrontarsi nella discussione ed essere pronti a rivedere le proprie idee, se attraverso il dibattito se ne propongono di migliori.

Senza questo reciproco riconoscimento e senza la ricostruzione di un’autorevolezza della voce istituzionale, è molto difficile promuovere percorsi che permettano lo sviluppo della comunità locale, il miglioramento dei servizi, della vivibilità dell’ambiente urbano, della crescita dell’occupazione e dell’intero sistema economico, sociale e culturale.

In questa direzione continuano ad andare le proposte evidenziate nella mia lettera di dimissioni presentata sin dall’aprile 2008, richiamate nell’incontro del 2 dicembre 2008, nuovamente ribadite nell’ultimo incontro dell’8 settembre scorso e concordemente rinviate all’assemblea che si terrà subito dopo l’approvazione, da parte del Consiglio comunale, del nuovo regolamento della Consulta.

I tempi sono maturi per un riconoscimento ed uno spazio democratico per un volontariato che non sia solo testimonianza sociale negli interventi e nei servizi a favore della comunità, ma contestualmente “soggetto politico”, espressione di una società civile impegnata nella rimozione delle cause del disagio e nell’affermazione, tutela, difesa e promozione dei diritti di cittadinanza.

domenica 4 ottobre 2009

Bilancio partecipato per lo Sviluppo Sostenibile: quando?

Nell’ultimo consiglio comunale del 29 settembre si è discusso, ancora una volta, del Bilancio di previsione 2009, con particolare riferimento alla “Ricognizione sullo stato dei programmi e alla Salvaguardia degli equilibri di Bilancio”, ai sensi dell’art. 193 – D.Lgs n. 267/2000.

Fatta salva la chiara e puntuale relazione dell’assessore al ramo Massimo Mazzilli, approvata solo dalla maggioranza, nella quale vengono citati i principali capitoli di spesa preventivati nel marzo scorso (Spesa corrente: € 23.000.000,00; Investimenti: € 34.000.000,00; Rimborso prestiti: € 888.000,00; Partite di giro: € 9.000,000,00, per un ammontare complessivo di € 68.490.000,00), nessun consigliere ha espresso la necessità non più procrastinabile di avviare un percorso partecipativo reale ed efficace.

Per questo, ancora una volta, sentiamo il dovere civico di evidenziare che occorre recuperare il dialogo con la cittadinanza nel rispetto degli istituti di partecipazione previsti dallo Statuto comunale, (Proposte, Istanze,Petizioni,Consultazioni,Referendum), del principio di sussidiarietà (Titolo V°, art. 118 Costituzione), di trasparenza e di collaborazione (Legge 241/’90, Legge 287/2000, Legge 328/2000, Legge Bassanini del 14/06/’07), così com’è stato efficacemente illustrato nel Corso di Formazione organizzato dalle Associazioni di Volontariato “La Coccinella”, “Solidarietà e Sviluppo”, “Donne e Solidarietà”, che nei giorni 23 e 30 settembre, presso la sala conferenze della Biblioteca comunale, hanno consentito ad un numeroso pubblico, soprattutto giovanile e femminile, di discutere con la dott.ssa Rosanna Lallone (Dirigente dei servizi Sociali della Provincia di Bari e docente universitaria presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bari) di questi fondamentali istituti di partecipazione civica.

Cosa significa, dunque, “Bilancio partecipato”? La preparazione del bilancio comunale annuale può diventare uno strumento di processi decisionali aperti e facilitare le istituzioni pubbliche ad avvicinare i propri cittadini, così come ad affrontare tematiche di sviluppo sostenibile. Il bilancio comunale destina le risorse finanziarie disponibili all’ampia gamma di azioni che formano la strategia politica locale. Per questo il bilancio è un documento chiave di pianificazione più che un mero compito amministrativo. Il coinvolgimento degli stakeolders (portatori e detentori di interessi) locali è un fattore prezioso per anticipare e gestire i cambiamenti finalizzati a prospettive di sviluppo.

L’approccio per un Bilancio comunale partecipato è basato sui principi della Governance Europea e su quelli riguardanti il bilancio sociale ed ambientale descritti nella Direttiva del Dipartimento della Funzione pubblica che permette il pieno coinvolgimento dei portatori d’interesse nelle scelte operate dal governo cittadino. L’approccio è orientato alla combinazione di politiche, azioni e servizi a livello locale “pensando globalmente ed agendo localmente”, sviluppando processi di auto-organizzazione, coordinamento ed empowerment, dove sono coinvolti tutti gli attori interessati (decisori politici, amministratori e dipendenti pubblici, organizzazioni della società civile, cittadini, personaggi-chiave, esperti). L’approccio alimenta due processi convergenti su base annuale: partecipazione degli stakeolders alla valutazione della situazione attuale e all’identificazione di azioni innovatrici tese alla soluzione dei problemi; elaborazione del bilancio orientato allo sviluppo sostenibile, prendendo in considerazione le azioni innovatrici suggerite dagli stakeolders,

Tutto questo significa che nella nostra città deve finalmente iniziare un nuovo percorso politico – amministrativo. Significa che bisogna incamminarsi lungo un percorso che segna il passaggio dalla democrazia delegata alla democrazia partecipata. E’ difficile perché comporta una trasformazione culturale negli amministratori, ma soprattutto nei cittadini, che si ostinano a disertare gli incontri promossi dall’Amministrazione sul Bilancio di previsione, sul PUG, sul PIRP, sui PIT, sul GAL, sul recente Bando di concorso regionale (Determinazione dirigenziale n.469/09) per accedere ai finanziamenti e sostenere iniziative per le infrastrutture di supporto degli insediamenti produttivi.

Partecipare”- è stato ripetuto in queste ed in altre occasioni dal Sindaco e dagli assessori - significa condividere la responsabilità della decisione e delle scelte”. Siamo d’accordo. Per gli amministratori politici del Comune significa non potere più decidere nel chiuso di una stanza. Amministrare anche bene, ma arroccati nel Palazzo non è più possibile. E’ necessario che le decisioni operative derivino dal dibattito preventivo ed approfondito con i cittadini, sui loro bisogni e, solo dopo, si deciderà come investire al meglio il denaro pubblico. Partecipare, quindi, vuol dire mettersi in gioco, confrontarsi nella discussione ed essere pronti a rivedere le proprie idee, se attraverso il dibattito se ne propongono di migliori.

Comunicazione, Partecipazione e Trasparenza sono, pertanto, i presupposti di una corretta amministrazione.

Per quanto concerne la Comunicazione, mi permetto suggerire alcune proposte.

Perché non distribuire appositi questionari “guidati” in diversi esercizi commerciali e luoghi di aggregazione o presso i gazebo allestiti presso le piazze cittadine nelle giornate di domenica o semplicemente consentire il collegamento al sito istituzionale del Comune, dove i cittadini possano esprimere un’opinione, un suggerimento, effettuando in prima persona scelte che saranno decisive per la predisposizione del bilancio di previsione 2010?

Si è mai pensato di organizzare qualche Giunta o Consiglio comunale itinerante per conoscere “in loco” i problemi e far conoscere gli attori, gli strumenti e le modalità decisionali, anche in vista di un’eventuale istituzione dei Consigli di quartiere, che hanno un ruolo unico ed insostituibile nel decentrare i rapporti del Comune con i cittadini? L’auspicio è che questi diventino il luogo dove si analizzano le criticità del quartiere e che l’analisi si confronti con i programmi della Giunta comunale, sollecitandola e vigilando che l’operato politico e tecnico dell’Amministrazione sia finalizzato al miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

Nel momento in cui la Sanità pugliese è nell’occhio del ciclone mediatico e giudiziario, perché non si promuove un incontro con tutti gli operatori sanitari e le organizzazioni sociali collegate sui problemi riguardanti la salute dei cittadini? In quella sede si potrebbe concordare l’istituzione di una Conferenza sanitaria cittadina e verificare la disponibilità ad istituire la Consulta Sanitaria Locale delle Associazioni di volontariato socio-sanitario. Ciò a dimostrazione della sensibilità politico-amministrativa verso un settore di estrema importanza qual è l’efficienza dei servizi sanitari pubblici.

Perché non mettere in calendario incontri con i diversamente abili ed i loro tutors, con i rappresentanti degli istituti scolastici, con le associazioni dei commercianti e degli imprenditori, con i diversi gruppi di anziani, giovani, operatori sanitari, sociali e culturali, creando così un percorso strutturato che riguarda la partecipazione dei diversi portatori di interessi al ciclo decisionale per il bilancio comunale e per l’attività amministrativa generale? Tutte le informazioni acquisite, opportunamente vagliate e confrontate con le disponibilità finanziarie, sarebbero poi discusse e proposte nell’apposita Commissione consiliare aperta al pubblico, prima dell’adozione da parte del Consiglio comunale non nel solito prorogato mese di aprile o maggio, ma entro il termine di legge del 31 dicembre.

Siamo stati lieti di apprendere che anche i coordinamenti cittadini della “Democrazia Cristiana”, “Italia che pensa”, “Pensionati cattolici” e “Liberal Democratici” nella conferenza stampa tenuta il 28 settembre scorso per annunciare la costituzione di un laboratorio politico denominato “Il Cantiere della partecipazione” sono orientati a contribuire come noi alla formazione di una nuova classe dirigente capace di far superare la diffidenza verso la politica, l’amministrazione e la burocrazia da parte dei cittadini, rendendoli partecipi delle decisioni, perché i cittadini, sapendo, possono elaborare, valutare e restituire informazioni utili per governare meglio la città.

Senza questo reciproco riconoscimento e senza la ricostruzione di un’autorevolezza della voce istituzionale, è molto difficile promuovere percorsi che permettano lo sviluppo della comunità locale, il miglioramento dei servizi, della vivibilità dell’ambiente urbano, della crescita dell’ occupazione e dell’intero del sistema economico e culturale locale.