Le
primarie del centrosinistra si collocano in un momento storico del tutto
particolare. Siamo alla fine di un ciclo politico che ha fallito nella sua
missione di modernizzare il Paese e lo Stato (ci troviamo con gli stessi
problemi di vent’anni fa, semmai ingigantiti) e assistiamo a un conseguente – e
da tanti punti di vista giustificato – moto di profonda delusione verso la
politica e il sistema dei partiti, che sembrano aver perso il contatto con la
realtà e, per molti versi, il senso del decoro.
In questo contesto, le primarie
(finalmente, vere!) sono uno strumento utilissimo per cercare di riannodare il
filo del dialogo con i cittadini. E, in questo contesto, la candidatura di
Matteo Renzi rappresenta la risposta più adeguata. Indico alcuni dei tanti
motivi che spingono il Centro Studi Politici “A.Moro” a sostenere con
entusiasmo questa posizione:
1.
la
proposta di Matteo Renzi è la più capace di interpretare la voglia di
cambiamento e di rinnovamento che sale con forza dalla società: un cambiamento
non solo nei nomi e nei volti (anche questo naturalmente è necessario) ma
soprattutto nello stile di una politica costruttiva e orientata al futuro; non
conflittuale, ideologica e rivolta al passato;
2.
interpreta
un’idea moderna di sinistra (o di centrosinistra), che supera antichi tabù e
che è fondata sulla valorizzazione del merito, sul rilancio della mobilità
sociale, su un rinnovato modello di welfare comunitario, su un’innovativa
cultura ambientale;
3.
supera
lo “sconfittismo” di questi anni, incarnando una concezione di centrosinistra
che vuole e sa vincere – anche nel nord del Paese – grazie alla capacità di
intercettare i voti in uscita dal centrodestra di elettori prima illusi e poi
delusi e di recuperare voti all’astensionismo.
Il progetto che questa candidatura esprime
(che non è il progetto di un “uomo solo al comando”, bensì un movimento
collettivo che sta mobilitando in maniera spontanea tantissime energie in tutto
il paese) ha le caratteristiche giuste per condurci in una più virtuosa fase
della politica italiana e ridare speranza a un Paese che ne ha fortemente
bisogno.
Siamo portati a scegliere Renzi perché riteniamo
basilare il rinnovamento della classe politica italiana. Occorre uscire dai
soliti schemi di pensiero che mixano autoreferenzialità, complicazione e
inerzia. Inoltre da sempre penso che chi ha rotto non sarà capace di aggiustare
la cosa che ha rotto. Renzi mette al primo posto il tema del rinnovamento della
classe politica e anch'io penso che senza persone nuove non andremo da nessuna
parte.
Siamo
portati a scegliere Renzi perché ha coraggio ed è proprio il coraggio il valore
che più manca in questo momento nel nostro Paese a tutti i livelli. Il coraggio
è contagioso. Abbiamo bisogno di un contagio fenomenale di coraggio che dalla
Polis scenda giù fino ai giovani, fino alle categorie più in difficoltà, senza
naturalmente tralasciare la classe imprenditoriale italiana.
Siamo
portati a scegliere Renzi perché è semplice. Capiamo quello che dice. Perché in
lui non troviamo malizie, anche quando dice cose che non condividiamo. Abbiamo
imparato da tempo che è impossibile trovare leader con cui tutto è
condivisibile, anzi, quando succede c'è qualcosa che non va. Abbiamo imparato
da tempo ad avere più stima dei nostri dubbi che delle nostre certezze.
Siamo
portati a scegliere Renzi perché pensiamo che potrà essere più convincente su
di una fascia di persone più a destra di noi, in cui non leggiamo malafede ma
semplicemente un pensiero diverso e che probabilmente oggi sono pronte a votare
il centro-sinistra, perché deluse dai riferimenti che avevano prima. Abbiamo
bisogno di questi voti per governare e non penso che questi voti siano meno
belli e meno importanti dei nostri, da sempre di sinistra.
Siamo
portati a scegliere Renzi malgrado la stima che proviamo per gli altri
candidati e voteremo PD anche se Renzi non vincesse le Primarie.