Mercoledì 29 agosto nel Chiostro comunale,
alle ore 19,30 sarà presentato con il patrocinio del Comune, nell’ambito
dell’”Estate coratina”, il nuovo libro del prof. Vito De Leo: “Partecipare per
crescere insieme”. Sono previsti gli interventi, moderati dal direttore de “Lo
Stradone” Giuseppe Di Bisceglie, del sindaco Luigi Perrone e dei rappresentanti
delle seguenti associazioni: Stefania
Stefanachi (Consulta della Cultura), Nunzia Bevilacqua (Forum degli autori),
Domenico Paganelli (Forum dei Giovani), Gerardo Strippoli (Pro Loco), Tommaso
Loiodice (Acli), Angela Pisicchio (Presidi del Libro), Linda Strippoli
(Cicres), Corrado de Benedittis (Caritas), Pina Masciavè (Vivere In), Teresa De
Meo (Fidapa), Rosalba Marcone (Arci).
“Essere persona significa crescere insieme
agli altri, sentirsi parte di una comunità. Sapersi confrontare senza
incertezze e senza arroganza. Saper dare il proprio contributo in modo semplice
e discreto”. E’
quanto leggiamo nella parte introduttiva insieme ai seguenti concetti che
riassumono la struttura narrativa del volumetto: istituzioni che s’incontrano,
burocrazie che dialogano, esperienze che si confrontano, strategie che si
costruiscono. Ma è anche quanto verosimilmente avverrà in occasione della
presentazione organizzata dal Centro Studi Politici “A. Moro”.
Questo libro
- dichiara l’autore - offre la possibilità di riflettere su cosa
significa oggi essere liberi in un Paese dove negli anni si sono sviluppati
servilismo, adulazione e identificazione con i signori del potere. Attraverso
questa riflessione si cercherà di comprendere come questo sistema italiano
abbia generato una diffusa mentalità servile che alimenta preoccupazione
ossessiva per le apparenze, arroganza, buffoni e cortigiane. L’unico rimedio
sembra essere proprio quello di riscoprire il mestiere di cittadini.
Il libro di 116 pagine è suddiviso in
dodici capitoli che trattano i seguenti argomenti: “Contributi sul significato
della partecipazione. La partecipazione
in Italia nel Novecento. Verso
una nuova democrazia partecipativa. Bilanci
partecipativi. Il perché di una rete dei Comuni e dei Municipi pugliesi.
Le grandi sfide nazionali ed internazionali. Il senso della partecipazione.
Organizzare i processi partecipativi. Un’esperienza di “democrazia
deliberativa”. Glossario. La carta delle Linee Guida della partecipazione. Le
prospettive future. Alcune considerazioni finali”. Seguono alcuni allegati. “Cos’è
lo Statuto comunale. Lo Statuto del Comune di Corato. Documento della Consulta
delle associazioni di Terlizzi. Per una cultura della partecipazione.
Bibliografia”.
Nela prefazione è scritto: “Per garantire l’efficacia della democrazia
deliberativa vanno rispettate alcune condizioni: a) inclusività del processo; b) scambio di
opinioni; c) presenza di regole chiare; d) presenza di tutti gli stakeholder;
e) garanzia dell’accesso all’informazioni relative al dibattito e medesimo
spaziopolitico.
La relazione fra democrazia rappresentativa e quella partecipativa ha implicazioni diverse a livello locale, in quanto gli elettori sono percepiti come maggiormente consapevoli e competenti su questioni e politiche territoriali. Il problema sta nel definire come istituzionalizzare le forme di mobilitazione democratica, non considerando più le arene deliberative in termini di efficienza e di gestione di conflitti, ma in termini di “citizenship ed empowerment”. Approccio che potrebbe avere profonde ripercussioni sulla qualità della democrazialocale.
Le istituzioni che garantiscono processi inclusivi e trasparenti possono offrire un’ importante spazio di confronto e interazione tra i cittadini ed i loro amministratori, coltivando una democrazia critica.
Una leadership forte ed autonoma può dimostrarsi più efficace nel coordinare interessi diversi e assicurare che le decisioni collettive del processo partecipativo si traducano in progetti effettivi. L’apertura di arene partecipative per decidere sulle politiche locali mette in discussione alcuni principi di democrazia rappresentativa e solleva questioni di rappresentatività e legittimità, ma, a livello locale, può invece contribuire a legittimare la democrazia e valorizzare il potenziale di una città in quanto “attore collettivo”.
La relazione fra democrazia rappresentativa e quella partecipativa ha implicazioni diverse a livello locale, in quanto gli elettori sono percepiti come maggiormente consapevoli e competenti su questioni e politiche territoriali. Il problema sta nel definire come istituzionalizzare le forme di mobilitazione democratica, non considerando più le arene deliberative in termini di efficienza e di gestione di conflitti, ma in termini di “citizenship ed empowerment”. Approccio che potrebbe avere profonde ripercussioni sulla qualità della democrazialocale.
Le istituzioni che garantiscono processi inclusivi e trasparenti possono offrire un’ importante spazio di confronto e interazione tra i cittadini ed i loro amministratori, coltivando una democrazia critica.
Una leadership forte ed autonoma può dimostrarsi più efficace nel coordinare interessi diversi e assicurare che le decisioni collettive del processo partecipativo si traducano in progetti effettivi. L’apertura di arene partecipative per decidere sulle politiche locali mette in discussione alcuni principi di democrazia rappresentativa e solleva questioni di rappresentatività e legittimità, ma, a livello locale, può invece contribuire a legittimare la democrazia e valorizzare il potenziale di una città in quanto “attore collettivo”.
Confido che, onorando la saggezza
popolare, si faccia di” necessità virtù” e le pratiche e i percorsi di
partecipazione indicati nel libro vengano sempre più istituzionalizzati nelle
prassi di governo, non solo locale. Che cosa, in sintesi, ci proponiamo di
ottenere con queste iniziative? Questo: il miglioramento della trasparenza
nella gestione amministrativa e del rendimento della spesa pubblica; stimolare
la partecipazione cittadina all’assunzione delle decisioni, entrando in gioco
nell’attribuzioni e del controllo della spesa pubblica; identificare
chiaramente delle priorità all’interno dello spazio pubblico; aumentare il
sentimento di fiducia dei cittadini nei confronti di chi ci governa; rafforzare
la cultura democratica e del tessuto sociale.
E’ poco?
E’ molto? Staremo a sentire e a vedere. Per quanto ci riguarda continueremo a
mettercela tutta!
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