lunedì 27 agosto 2012

UN LIBRO PER CHI VUOLE DIVENTARE CITTADINO ATTIVO


     Mercoledì 29 agosto nel Chiostro comunale, alle ore 19,30 sarà presentato con il patrocinio del Comune, nell’ambito dell’”Estate coratina”, il nuovo libro del prof. Vito De Leo: “Partecipare per crescere insieme”. Sono previsti gli interventi, moderati dal direttore de “Lo Stradone” Giuseppe Di Bisceglie, del sindaco Luigi Perrone e dei rappresentanti delle seguenti associazioni: Stefania Stefanachi (Consulta della Cultura), Nunzia Bevilacqua (Forum degli autori), Domenico Paganelli (Forum dei Giovani), Gerardo Strippoli (Pro Loco), Tommaso Loiodice (Acli), Angela Pisicchio (Presidi del Libro), Linda Strippoli (Cicres), Corrado de Benedittis (Caritas), Pina Masciavè (Vivere In), Teresa De Meo (Fidapa), Rosalba Marcone (Arci).               
     “Essere persona significa crescere insieme agli altri, sentirsi parte di una comunità. Sapersi confrontare senza incertezze e senza arroganza. Saper dare il proprio contributo in modo semplice e discreto”. E’ quanto leggiamo nella parte introduttiva insieme ai seguenti concetti che riassumono la struttura narrativa del volumetto: istituzioni che s’incontrano, burocrazie che dialogano, esperienze che si confrontano, strategie che si costruiscono. Ma è anche quanto verosimilmente avverrà in occasione della presentazione organizzata dal Centro Studi Politici “A. Moro”.
     Questo  libro  - dichiara l’autore - offre la possibilità di riflettere su cosa significa oggi essere liberi in un Paese dove negli anni si sono sviluppati servilismo, adulazione e identificazione con i signori del potere. Attraverso questa riflessione si cercherà di comprendere come questo sistema italiano abbia generato una diffusa mentalità servile che alimenta preoccupazione ossessiva per le apparenze, arroganza, buffoni e cortigiane. L’unico rimedio sembra essere proprio quello di riscoprire il mestiere di cittadini.
     Il libro di 116 pagine è suddiviso in dodici capitoli che trattano i seguenti argomenti: “Contributi sul significato della partecipazione. La partecipazione in Italia nel Novecento.                                                    Verso una nuova democrazia partecipativa. Bilanci partecipativi. Il perché di una rete dei Comuni e dei Municipi pugliesi. Le grandi sfide nazionali ed internazionali. Il senso della partecipazione. Organizzare i processi partecipativi. Un’esperienza di “democrazia deliberativa”. Glossario. La carta delle Linee Guida della partecipazione. Le prospettive future. Alcune considerazioni finali”. Seguono alcuni allegati. “Cos’è lo Statuto comunale. Lo Statuto del Comune di Corato. Documento della Consulta delle associazioni di Terlizzi. Per una cultura della partecipazione. Bibliografia”.
     Nela prefazione è scritto: “Per garantire l’efficacia della democrazia deliberativa vanno rispettate alcune condizioni: a) inclusività del processo; b) scambio di opinioni; c) presenza di regole chiare; d) presenza di tutti gli stakeholder; e) garanzia dell’accesso all’informazioni relative al dibattito e medesimo spaziopolitico.
     La relazione fra democrazia rappresentativa e quella partecipativa ha implicazioni diverse a livello locale, in quanto gli elettori sono percepiti come maggiormente consapevoli e competenti su questioni e politiche territoriali. Il problema sta nel definire come istituzionalizzare le forme di mobilitazione democratica, non considerando più le arene deliberative in termini di efficienza e di gestione di conflitti, ma in termini di “citizenship ed empowerment”. Approccio che potrebbe avere profonde ripercussioni sulla qualità della democrazialocale.
     Le istituzioni che garantiscono processi inclusivi e trasparenti possono offrire un’ importante spazio di confronto e interazione tra i cittadini ed i loro amministratori, coltivando una democrazia critica.
Una leadership forte ed autonoma può dimostrarsi più efficace nel coordinare interessi diversi e assicurare che le decisioni collettive del processo partecipativo si traducano in progetti effettivi. L’apertura di arene partecipative per decidere sulle politiche locali mette in discussione alcuni principi di democrazia rappresentativa e solleva questioni di rappresentatività e legittimità, ma, a livello locale, può invece contribuire a legittimare la democrazia e valorizzare il potenziale di una città in quanto “attore collettivo”.
     Confido che, onorando la saggezza popolare, si faccia di” necessità virtù” e le pratiche e i percorsi di partecipazione indicati nel libro vengano sempre più istituzionalizzati nelle prassi di governo, non solo locale. Che cosa, in sintesi, ci proponiamo di ottenere con queste iniziative? Questo: il miglioramento della trasparenza nella gestione amministrativa e del rendimento della spesa pubblica; stimolare la partecipazione cittadina all’assunzione delle decisioni, entrando in gioco nell’attribuzioni e del controllo della spesa pubblica; identificare chiaramente delle priorità all’interno dello spazio pubblico; aumentare il sentimento di fiducia dei cittadini nei confronti di chi ci governa; rafforzare la cultura democratica e del tessuto sociale.
E’ poco? E’ molto? Staremo a sentire e a vedere. Per quanto ci riguarda continueremo a mettercela tutta!









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