sabato 22 settembre 2012

AREA METROPOLITANA: QUANDO SE NE PARLERA’?



     Dopo aver assistito in rappresentanza del Centro Studi Politici “A. Moro” al dibattito tenutosi a Terlizzi il giorno 20 settembre nella sala consiliare del Comune su iniziativa dell’Amministrazione comunale, che ha dato la possibilità ai consiglieri comunali ed ai numerosi cittadini presenti di ascoltare gli opportuni chiarimenti offerti dalla sen. Maria Dentamaro, assessore regionale agli Enti locali, in ordine al provvedimento governativo di ridurre il numero delle province italiane, tra cui la ridefinizione di 10 Città Metropolitane, compresa Bari, e condiviso l’invito formulato attraverso i giornali web locali il 21 c.m. dai gruppi politici di Corato Movimento Schittulli, UDC, Io Sud e dal consigliere indipendente Luigi Patruno, i quali propongono che “s’incardini un serio, concreto e democratico dialogo con l’intera comunità coratina, nelle aggregazioni sociali, culturali, politiche ed economiche in cui si esprime” - come è nostra abitudine – nell’attesa che la proposta venga accolta da chi di dovere, offriamo ai cittadini ed ai lettori un contributo chiarificatore sull’Area Metropolitana.
    E’ questo un tema che coinvolge direttamente la nostra città e che nei prossimi mesi avrà dei riverberi di grandissima importanza sul futuro amministrativo, politico e sociale del nostro territorio. Per questi motivi, sarebbe oltremodo opportuno affrontare il tema in vista della scadenza del 2 ottobre fissata dalla Cabina di regia istituita dalla Regione, obbligata ad approvarlo in Consiglio regionale entro il 24 per poi girarlo a Roma. Diversamente, sarà il Governo ad applicare il decreto dalla Regione, che a sua volta dovrà consegnare un accordo complessivo che anche il Consiglio comunale di Corato ne discuta dando la possibilità anche ai cittadini di intervenire nel dibattito.
     Com’è noto, alla fine del mese di luglio il Governo Italiano ha deliberato una serie di provvedimenti finalizzati alla riduzione della spesa pubblica che vanno sotto il nome di spending review. (Decreto legge n. 95 del 6 luglio 2012). Tra questi c’è la riduzione delle Province (al posto della paventata sopressione) e la ridefinizione di 10 Città Metropolitane tra cui Bari (Legge 135) Nel testo si prevede che rimangano in piedi solo le province con almeno 350 mila abitanti e di estensione superiore a 2500 chilometri quadrati.
     Nel documento approvato si afferma tra l’altro che “Il territorio della Città Metropolitana coincide con quello della Provincia contestualmente soppressa, fermo restando il potere dei Comuni interessati di deliberare, con atto del Consiglio, l'adesione alla Città Metropolitana o, in alternativa, a una Provincia limitrofa”. Si afferma, inoltre, che “Lo statuto della Città Metropolitana può prevedere, su proposta del Comune capoluogo deliberata dal Consiglio, una articolazione del territorio del Comune capoluogo medesimo in più Comuni. In tale caso sulla proposta complessiva di statuto, è indetto un referendum tra tutti i cittadini della Città Metropolitana da effettuare entro centottanta giorni dalla sua approvazione sulla base delle relative leggi regionali”, e che “Alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto è istituita, la Conferenza metropolitana della quale fanno parte i sindaci dei Comuni del territorio nonché il presidente della Provincia, con il compito di elaborare e deliberare lo statuto della Città Metropolitana, e cessa di esistere alla data di approvazione dello statuto della Città Metropolitana o, in mancanza, il 1° novembre 2013”.
     A mostrare diffidenza e scetticismo per questa scelta del Governo nazionale sono innanzitutto alcuni  sindaci ed i rispettivi Consigli comunali che temono una perdita dei loro attuali poteri e prerogative territoriali a favore del presidente e dell’esecutivo della futura Area Metropolitana  di Bari. Un’istituzione – sostengono alcuni di essi - che non sarebbe neppure emanazione diretta della volontà popolare, bensì un organismo di grado intermedio il cui presidente verrebbe nominato dai Primi cittadini dei 41 Comuni del barese e l’assemblea sarebbe formata da una ristrettissima rappresentanza, al massimo 14 componenti, designata dai Consigli comunali dei paesi ricadenti nell’Area Metropolitana. Una rappresentanza, quindi, che essendo inferiore al numero dei Comuni da rappresentare, sarebbe gioco forza costituita soltanto dagli esponenti dei Comuni più popolosi che, forti del proprio peso numerico, riuscirebbero sempre attraverso degli accordi a portare in Consiglio un proprio esponente, a danno dei Comuni più piccoli, che si vedrebbero così costretti ad affidare sempre ad altri la loro rappresentanza nel Consiglio dell’Area Metropolitana. Un rischio, questo, che non è sottovalutato neppure dai sindaci dei Comuni maggiori per quanto riguarda l’elezione del presidente dell’Area Metropolitana, che così potrebbe essere quasi sempre appannaggio della città capoluogo, con una evidente penalizzazione di fatto per tutti gli altri grossi centri del barese.
     E’ impensabile – secondo i sindaci stessi di alcuni di questi Comuni – che il futuro Presidente ed esecutivo dell’Area Metropolitana di Bari possa usufruire di competenze maggiori di quelle oggi attribuite alla Provincia.
     A nostro modesto parere tutto ciò ci coinvolge molto da vicino, poiché ha rilevanti implicazioni sociali per la nostra comunità, e quindi anche noi invitiamo l’Amministrazione Comunale ad avviare un tavolo di confronto tra tutte le forze politiche, sociali ed economiche presenti a Corato.
     Da sempre siamo convinti della necessità, anche per evidenti ragioni di risparmio della spesa pubblica, della soppressione dell’ente “Provincia”, le cui limitate e incerte funzioni e competenze possono benissimo essere affidate in parte all’ente “Regione”, in parte ai Comuni. Apprezziamo dunque il tentativo del Governo Monti, anche se siamo convinti che la casta partitocratica ostacolerà in ogni modo anche questo parziale tentativo.
     Ne siamo dunque direttamente interessati, in quanto "il territorio della Città Metropolitana coincide con quello della provincia contestualmente soppressa" (art. 18, co. 2), quindi, entreremo, in poco più di un anno e per legge (senza referendum, senza consultazioni popolari o deliberazioni di Consiglio comunale), a far parte dell'ambito territoriale della Città Metropolitana di Bari. Sia chiaro: la Città Metropolitana cancella la Provincia, non cancella i Comuni che si vedono, anzi, assieme alle Regioni incrementate le funzioni e i compiti (quelle ora della Provincia e non affidate alla Città Metropolitana).
     Ma con chi ne parliamo, con chi ci confrontiamo? Con quale sindaco e con quali forze politiche? La classe dirigente della nostra Città dovrebbe occuparsi di queste cose, con urgenza e con determinazione.
     Entro il 2 ottobre bisogna decidere collegialmente di stare insieme in questi processi di trasformazione, governarli, altrimenti Corato rischia di essere messa ai margini. C'è una grande opportunità che è data, come prevede il decreto governativo, dallo statuto della futura Città Metropolitana con cui si dovrà e potrà costruire l'architettura e l'organizzazione di tale nuovo ente (art. 18, co. 9).
     Bisogna essere presenti, attivi e propositivi per far valere l’importanza di questo territorio. Non ci interessa il tornaconto meramente egoistico, non ci interessano (anche perché, realisticamente, non ce ne saranno) le prebende assistenziali eventualmente erogate da questa o quella istituzione/Regione/Provincia/Città Metropolitana e buone solo per far campare classi politiche incapaci e parassite. In una parola, non ci interessa la rendita di posizione geografica ma solo e soltanto l’attivazione di spunti, idee e riflessioni concrete e percorribili in grado di garantire un futuro alla nostra terra.
     Il riordino del territorio regionale  è un’opportunità che va colta e portata avanti da chi ha la responsabilità della cosa pubblica o ha il mandato di rappresentanza. In questa Città dominata dai piccoli affanni quotidiani dalle piccole speculazioni elettorali, dai compromessi, dai tatticismi per mantenere una poltrona o
conquistarne una, chi è disponibile ad occuparsi di strategia territoriale, a pensare oltre il corto orizzonte degli egoismi personali, guardando al futuro?

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