Queste note, infatti, hanno l’obiettivo di
delineare un piano di lavoro comune, finalizzato a rendere più proficua ed
efficace la collaborazione interistituzionale e più sistematica la
partecipazione dei cittadini alle scelte politico – amministrative.
Al momento, registriamo ancora una
persistente mancanza di ascolto da parte dei partiti e dei loro rappresentanti
ai diversi livelli istituzionali. Ma questo non c’impedisce di continuare nella
nostra azione propositiva e, se necessario, di coscienza critica e di denuncia,
per fornire un contributo costruttivo, nella consapevolezza che il grado di
civiltà di una città si misura col metro della qualità e della quantità nella
sua azione culturale e sociale, promossa attraverso gli istituti di
partecipazione previsti dallo Statuto comunale.
Le proposte del Centro Studi Politici “A. Moro”vanno
sempre in questa direzione. Proposte più volte ripetute attraverso una
serie innumerevole di documenti, lettere, articoli, interventi pubblici. Ci
auguriamo che trovino finalmente ascolto o che s’indichino i motivi per cui non
possono essere realizzate. Una mediazione – siamo sicuri – è sempre possibile.
Noi volontari, infatti, non siamo portatori di “interessi” personali, non
dobbiamo difendere la nostra categoria, non chiediamo soldi per le nostre
iniziativei: chiediamo, invece, interesse per la gente meno protetta e meno
garantita, ci battiamo per i più bisognosi d’attenzione e di risposte,
sosteniamo politiche sociali che promuovono la giustizia e la persona nella sua
integralità, lavoriamo, quindi, per una “città a misura d’uomo”.
Veniamo,
dunque, alle proposte concrete, che riguardano in modo particolare i seguenti
settori: “Partecipazione”, “Organizzazione
amministrativa” - “Politiche sociali”.
La partecipazione
E’ il primo settore che nel bilancio di
previsione 2012 appena deliberato che non trova ancora soddisfacenti capitoli
di spesa per gli organismi previsti dallo Statuto comunale. Non risultano
destinate risorse adeguate per il funzionamento delle Consulte comunali
esistenti (Consulta della Cultura, Consulta dello Sport, Consulta per lo
sviluppo economico, Consiglio comunale dei ragazzi, Forum dei Giovani) e delle
nuove deliberate sin dal giugno 2008 e mai istituite (Immigrati, Anziani,
Pari opportunità uomo-donna, Disabili, Ambiente).Per
quanto concerne le Consulte comunali, quasi mai preventivamente interpellate per atti a carattere generale, di
pertinenza del Consiglio comunale, relativi a Regolamenti, Revisione dello
Statuto, Bilancio, Conto Consuntivo,
Strumenti urbanistici, Politiche culturali, turistiche, sociali, sportive,
giovanili, occorre rispettare i relativi regolamenti istitutivi, se veramente
si vuole coinvolgerle a norma di Statuto. Si tratta, insomma, di rispondere
insieme alle seguenti domande: come si può continuare a svolgere una funzione
così importante di aggregazione, di raccordo, di progettualità, di
collaborazione senza risorse finanziarie adeguate, senza informazioni, senza
coinvolgimento reale nelle decisioni, senza essere ascoltati?
L’ organizzazione
amministrativa
Non solo vanno istituiti l’Ufficio
relazioni con il pubblico (URP), ma va anche realizzata la web comunication con l’istituzione del forum di discussione in
internet sulle decisioni assunte dall’Amministrazione comunale. Secondo quelle
che sono le direttive dettate dal Por 2000-2006, predisposti dalla Regione
Puglia, è possibile, attraverso la stipulazione di un progetto ad hoc,
aggregare soggetti per il conseguimento di un comune obiettivo che miri alla
realizzazione di interventi finalizzati a diffondere la conoscenza e la
possibilità di accesso all’uso delle tecnologie da parte dei cittadini, delle
imprese e degli stessi enti locali.
I Servizi sociali e
scolastici
Vanno potenziati, sia in riferimento
all’organico, sia riguardo alle risorse economiche, endemicamente al di sotto
delle reali necessità. Proponiamo l’istituzione di:
·
una Consulta formata dai rappresentanti
delle associazioni e delle scuole, al fine di elaborare il Piano
dell’Offerta Formativa Territoriale, per prevenire la dispersione
scolastica e favorire l’orientamento scolastico ed universitario e per redigere
il Piano per l’infanzia e l’adolescenza, ai sensi della legge
285/97;
·
un Centro risorse interculturale di Territorio
(CRIT), una rete intristituzionale, che con i contributi ministeriali potrà
organizzare corsi di lingua italiana e madrelingua per minori e adulti non
italiani;
·
un Osservatorio sul disagio”, con il
compito di creare una banca dati;
·
un Centro di ascolto con la
presenza di uno psicopedagogista;
·
un Tavolo di lavoro per l’Anno Europeo delle
Persone Disabili;
·
un progetto per sviluppare nei ragazzi la
cultura dei “microprogetti” per il recupero degli spazi abbandonati o
degradati, per recuperarli con l’aiuto dei bambini, anche al fine di concorrere
al premio di €103.000,00 istituito dal Ministero dell’Ambiente per il riconoscimento di “Città
sostenibile delle bambine e dei bambini”;
·
un Dipartimento per le politiche del lavoro,
che funga da stimolo e da supporto agli Enti cui sono affidati istituzionalmente
i compiti di promozione di nuove occasioni di sviluppo e di occupazione. Lavoro
da collegare alla formazione. L’Ente locale può e deve svolgere una funzione
propulsiva di raccordo, di indirizzo e di coordinamento dell’offerta formativa.
A tal fine suggeriamo:
·
un “Osservatorio per lo studio delle
dinamiche occupazionali e delle figure professionali più
richieste dal territorio” per orientare le scelte della gioventù, formare
figure professionali di qualità spendibili nel mercato dell’occupazione e
creare un’integrazione efficace tra il mondo del lavoro ed il mondo della
scuola e della formazione professionale;
·
sollecitare le aziende ad applicare la legge n. 68/1999
che prevede una serie di norme e misure per il collocamento obbligatorio nel
mondo del lavoro dei disabili e portatori di handicap;
·
Sollecitare le imprese costruttrici, con un avviso
pubblico, ad applicare il programma sperimentale del governo sull’edilizia
pubblica, per la realizzazione di alloggi da destinare in affitto agli anziani
ultrasessantacinquenni allo stesso canone dell’edilizia residenziale
pubblica ed un programma di assistenza e accompagnamento sociale per chi vi
andrà a risiedere.
·
Sviluppare un modello di collaborazione fra
le diverse forze del territorio utile per orientare i giovani e le
famiglie a stili di vita favorevoli alla salute e per portare gli
amministratori e tecnici a confrontarsi con altri definendo interventi
efficaci.
Tutto questo potrà realizzarsi solo con un
recupero dei valori e del senso civico. Una città in cui si rispettano le norme
morali e civili, in primis, deve essere più ordinata e meno caotica per andare
a vantaggio dei più deboli, degli anziani, dei bambini, per poi tradursi in
beneficio di tutta la collettività. Ciò lo si ottiene con un ritorno ad un
senso profondo di legalità e con l’anteporre i propri doveri al diritto di
usare la città. A far rispettare le regole devono certo provvedere i vigili
urbani e le forze di polizia, ma anche noi cittadini dobbiamo dare il buon
esempio. Una città ordinata, più educata e vivibile, attira ricchezza e porta
benessere anche in termini economici. Agendo in questo modo, ci si accorgerà
che, dando alla città, si finirà per ricevere molto di più.
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