domenica 17 maggio 2009

LA LEGALITA’ SEMPRE

Provando a pensare al concetto di illegalità si può oggi molto facilmente evocare uno scenario carico di sgomento e di violenza: mafia, crimine, ingiustizia, delinquenza, insicurezza, corruzione, bullismo, discriminazione, ecc. Alla luce di questa innegabile attualità l’assessore alla P.I. e Servizi Sociali Franco Caputo del Comune di Corato ha patrocinato il progetto “L’antimafia entra nelle scuole. Il valore della legalità”, svoltosi nella Scuola Media “A. De Gasperi”, presieduta dal prof. Tommaso Miccoli e rappresentata dalla prof.ssa Rossana Terzulli. Il progetto, coordinato dal noto criminalista Michele Cagnazzo, autore del libro – inchiesta “Mafia senza confini” è stato presentato dal consigliere comunale Francesco Mazzilli alla Commissione Consiliare Cultura, presieduta dal dr. Luigi Patruno, che lo ha trasmesso all’assessore competente, il quale si è pubblicamente impegnato a finanziarlo e a farlo adottare da tutte le scuole cittadine nel prossimo anno scolastico.

Il progetto, che ho contribuito a redigere e a seguire come docente, insieme all’avv. Marianna Aloiso, realizza, evidentemente, la volontà politica e amministrativa, prima ancora che sociale e pedagogica, di coltivare un’importante azione preventiva – molto più forte e profonda di qualunque forma di controllo sociale – tesa al rafforzamento del senso della legalità e della convivenza civile in una città che negli ultimi anni continua a registrare fenomeni di criminalità con conseguenze psicologiche e sociali davvero preoccupanti.

Partendo dal presupposto che la legalità interessa tutti, l’esperienza complessiva dell’attività didattica è stata riassunta nel seminario tenutosi il 14 maggio scorso, presso la scuola “A.De Gasperi”, alla presenza di genitori, docenti e allievi. Sia nel corso di formazione che nel convegno si è voluto trasmettere e rafforzare, soprattutto nei giovanissimi, un modello culturale di legalità teso allo sviluppo delle pratiche della legalità da riscontrare poi anche nei semplici gesti quotidiani che aiutano gli esseri umani a sentirsi più uniti e in armonia con il mondo.

Il corso di formazione civica, in pratica, ha proposto agli alunni delle terze classi un insieme di lezioni che corrispondono alle diverse accezioni del concetto di “legalità” ad hanno spaziato dalla costituzione all’educazione alla convivenza civile ed alla cittadinanza attiva, dalla tutela dell’ambiente naturale al rispetto del bene comune, dall’educazione all’informazione, dalla mediazione ei conflitti alla criminalità organizzata, ecc. Una sperimentazione sicuramente innovativa ed originale per il contesto coratino, realizzata con un approccio metodologico ed educativo che è stato in grado di “movimentare la rete” fra i diversi attori coinvolti (Scuola, Comune, Alunni, Famiglie), che hanno interagito in maniera dinamica ed hanno cooperato per un unico comune obiettivo: la legalità sempre, per il bene Comune.

L’obiettivo unitario delle attività svolte dal pool di esperti è stato quello di sviluppare il concetto di educazione alla legalità attraverso l’educazione all’ascolto, al rispetto e alla comprensione reciproca, al riconoscimento ed al superamento degli stereotipi di genere, alla presa di coscienza dei problemi legati allo scarso rispetto dei beni comuni, ai diritti e doveri della convivenza, ecc.

Tutto ciò ha riguardato i ragazzi. Ma gli adulti oltre che con l’esempio ed iniziative come quelle sopra descritte cos’altro potrebbero fare? Si potrebbero costituire in “Comitato per la Legalità” con il compito di promuovere una coscienza associativa che contrasti ogni pratica illegale ai danni di beni, imprese e persone, in qualunque forma si manifesti; il rispetto e la promozione degli interessi legittimi dei cittadini ed utenti, in particolare del loro diritto ad una completa informazione; la creazione di un senso di responsabilità e di un contributo fattivo alla salvaguardia delle condizioni di vivibilità dell’ambiente, della legalità, della sicurezza, del senso civico dei cittadini; la promozione della cultura, della coscienza civile e della legalità con particolare impegno nelle famiglie, nelle scuole, nelle istituzioni, a tutti i livelli e in tutte le realtà associative ed educative, con particolare attenzione al mondo dei giovani.

Certo, si tratta di un impegno – anche economico che non può essere realizzato in un istante. Ma se non ci si mette su questa strada mo delle famiglie sempre più in difficoltà, dei giovani sbandati e gravo problemi di sviluppo economico e sociale.

Interveniamo, insomma, per prevenire nelle giovani generazioni l’adesione al modello mafioso. Impegniamoci, senza entusiasmi soltanto momentanei, nel volontariato; scopriamo la solidarietà, strappiamo i ragazzi al degrado culturale. Solo così la mafia avrà difficoltà ad imporre i suoi modelli e a reperire manovalanza.