Credo che mai come ora, che ci accingiamo ad inserire ancora una volta la scheda elettorale nell’urna per l’elezione del Presidente e del Consiglio regionale, sia necessario riflettere sul nostro diritto-dovere di elettori.
Perché è importante partecipare alla vita politica? La domanda è stata formulata dall’Istat nella rilevazione sulla “partecipazione politica” degli italiani, i quali in grande maggioranza si sono dichiarati lontani dalla politica perché sfiduciati. Circa due terzi di chi non s’informa di politica (66,4%) sono motivati dal disinteresse, un quarto (24,8%) dalla sfiducia nella politica. Il 13,8% considera la politica troppo complicata e il 6,% non ha tempo da dedicarvi.
Le donne esprimono più degli uomini, tra le motivazioni, il disinteresse e il linguaggio troppo complicato; gli uomini più delle donne il non avere tempo e la sfiducia nella politica. La mancanza d’interesse è particolarmente diffusa tra i giovani fino a 24 anni (oltre il 72%).
Questi dati confermano la progressiva disaffezione dei giovani e dei meno giovani dalla politica. Forse, è un allontanarsi dalla politica delle promesse e delle parole. E ogni qualvolta vi sono elezioni nell’aria, sono molti i Cittadini che si domandano: “perché devo andare a votare?”, “Per chi devo votare?”, “tanto non cambia nulla: quelli sono uguali agli altri”.
Riflettendo, si resta incerti se dare ragione a quanti la pensano così o se è più forte il convincimento sulla validità, di ottemperare, sempre e comunque, non solo ad un diritto individuale e collettivo, ma anche ad un dovere morale e civico, quale forma di partecipazione alla democrazia, per la quale tanti Italiani, come il nostro indimenticabile Maestro on.le Aldo Moro”, di cui in questi giorni ricorre il 32° anniversario del rapimento, seguito dall’uccisione avvenuta ad opera delle brigate rosse il 9 maggio dopo 55 tragici giorni di prigionia.
A fronte di un periodo di forte impegno politico, dal dopo guerra agli anni settanta-ottanta, si è passato, oggi, ad una decadenza delle ideologie tradizionali, con conseguente stato confusionale e di incertezza tra molti elettori che, persi i puniti di riferimento, preferiscono non andare a votare. A che serve andare a votare? È la domanda ricorrente. Serve a prendere posizione, perché la forma di partecipazione alla vita sociale e democratica passa attraverso una personale decisione. E allora, quelli che non votano per paura di compromettersi, di confrontarsi, che restano alla finestra senza mai scendere in campo? Anche questa è una legittima scelta che, però, non dà diritto a di giudizi o di condanne per chi ha fatto scelte diverse, votando secondo un interesse particolare, teso ad ottenere qualcosa, o perché allettato da promesse. Questo spinge alcuni ad assumere comportamenti adulatori nei riguardi dei “potenti”, che poco prima avevano vilipeso e crocifisso. Insomma, manca, a volte, la coerenza, per cui chi mangia nel piatto del padrone di casa, non può, dopo, dire di lui peste e corna.
La democrazia è bella e va accettata non solo quando ci fa comodo. Un anzi anodi un paese vicino, un giorno disse parlando di politica: “Figlio mio, ogni paese tiene il Sindaco che si merita” e il Sindaco sta a significare l’espressione la volontà di un’intera comunità.
La saggezza del Vecchio evidenziò anche il problema più drammatico: l’assenza di un ricambio generazionale, a cui lasciare l’arduo compito di dirigere, in meglio,i nostri Comuni, la nostra Regione e la nostra Nazione.
Andiamo a votare, quindi, per non negarci la possibilità di essere protagonisti della crescita civile del nostro territorio.
Le buone ragioni per adempiere a questo diritto-dovere sono tantissime, ma ci limitiamo ad indicarne soltanto una decina, lasciando ai lettori il piacere di inserirne altre.
Andiamo a votare perché il voto è uno dei pochi strumenti che abbiamo per scegliere. Andiamo a votare perché anche se sono molti quelli che dicono “sono tutti uguali” non è vero. Andiamo a votare perché in Regione si decidono molte leggi che condizionano le Province, i Comuni e i Cittadini organizzati e non. Andiamo a votare per non consegnare l’Italia ad una singola persona. Andiamo a votare perché, anche se gli ideali stanno venendo meno, c’è sempre chi può rappresentarli. Andiamo a votare perché solo se li voti puoi esigere da chi ti rappresenta. Andiamo a votare perché lo strapotere televisivo non deve essere tutto. Andiamo a votare per cambiare in meglio. Andiamo a votare contro chi sa fare solo della grande demagogia, ma non risolve nulla. Andiamo a votare perché crediamo nella Costituzione, nella democrazia e, nonostante tutto, ancora nei partiti…. Se volete, continuate voi.