domenica 19 maggio 2013

LE TANTE FACCE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE



Siamo grati al presidente della Caritas cittadina Corrado De Benedittis per aver organizzato nella serata del 17 u.s. ,presso la propria sede, l’incontro sull’attualissimo e scottante tema della violenza contro le donne. Alla presenza del candidato sindaco del centrosinistra Renato Bucci e di un numeroso pubblico prevalentemente femminile, hanno relazionato gli esperti psicologi Saccotelli e Miscioscia e la rappresentante del Centro antiviolenza e antistalking “SAVE” di Trani, che offre i seguenti servizi: gestione delle emergenze, attività di sportello, ascolto telefonico, sostegno psicologico, consulenza legale, prevenzione e sensibilizzazione.
     Gli illustri relatori, da punti di vista diversi, hanno evidenziato che la violenza contro le donne ha molte facce: le uccisioni e gli stupri sono gli aspetti più drammatici delle violenze dentro e fuori le mura domestiche, nei luoghi di lavoro, per le strade. I dati riguardanti le violenze subite dalle donne sono agghiaccianti, soprattutto se riferiti alla società civile. La violenza fisica, sessuale e psicologica ed economica è la pura violazione dei diritti umani e, talvolta, l’assenza di leggi adeguate e il silenzio sono complici di tali violazioni. La violenza è sofferenza ed umiliazione. E’ la prima causa di morte tra le donne nel mondo. Istituzioni, servizi, strutture educative, forze dell’ordine, parti sociali, partiti politici, mass-media, donne e uomini, tutti si devono sentire coinvolti in un'unica forza di cambiamento.
     Leggere e comprendere la natura e le implicazioni di un fenomeno così radicato e complesso come quello della violenza – ha dichiarato Renato Bucci -  sono premesse indispensabili  alla progettazione di politiche e interventi a favore delle donne e di tutti i cittadini del territorio. La raccolta sistematica e condivisa dei dati permette la giusta comprensione dell’attuale situazione di donne e bambini e di trovare i mezzi e gli strumenti più opportuni per intervenire sia dal punto di vista della prevenzione, sia dal punto di vista della presa in carico globale delle vittime della violenza, sia dal punto di vista della terapia e cura degli aggressori.
     Anche tra il pubblico gli interventi hanno sottolineato l’importanza della prevenzione della violenza attraverso l’istruzione, la formazione, le conoscenze, la costituzione di reti e di partenariati, nonché lo scambio di pratiche ottimali.
     In conclusione, mi permetto di ricordare che il 25 novembre di ogni anno si celebra in tutto il mondo la “Giornata contro la violenza sulle donne” per ricordare le tre sorelle Miraball, torturate, stuprate e uccise dai militari del dittatore Trujillo, nel 1960 a santo Domingo. Con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999 l’Assemblea generale dell’ONU ha fissato per quella data la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne. Ci auguriamo che l’evento, in vista di tale ricorrenza, venga sinergicamente preparato da tutte le istituzioni, a partire dall’Amministrazione comunale, affinché si riesca a “DARE VOCE AI DIRITTI DELLE DONNE”.

LE PAROLE CHIAVE PER LA CULTURA E IL TURISMO



Tra pochi giorni andremo alle urne per eleggere il Sindaco e il Consiglio comunale. Ma il voto non sarà solo l’espressione della volontà politica di ciascuno di noi. La circostanza elettorale potrà diventare anche un opportuno “pretesto” per chiarirci un po’ meglio le idee e cercare di approfondire quali sono davvero i programmi e gli obiettivi dei vari partiti e movimenti che in questi ultimi giorni fanno di tutto per accaparrarsi i nostri consensi con le solite promesse, ritmate da una massiccia propaganda.
     Assistendo agli incontri tra cittadini e candidati sindaci mi è parso di capire che l’area “cultura” non sia stata individuata dai candidati come una delle principali azioni del prossimo governo cittadino. Eppure, la “cultura” intesa come “sistema”  è ormai universalmente riconosciuta come una delle principali risorse per lo sviluppo economico e sociale. Risorse a cui attingere in un mercato del lavoro e dell’economia asfittico e incapace di attrarre capitali e risorse economiche.
     Come Centro Studi Politici “A. Moro” siamo convinti che il capitale culturale deve accrescere l’attrattività e l’identità vista dall’esterno, perché l’aumento del consumo culturale può e deve svolgere la funzione di intrattenere il capitale intellettuale e fertilizzare il capitale sociale. Dove si è passati da una cultura dei vincoli a una cultura dei valori il risultato è stato quello di vedere accrescere i flussi di turismo collegati al consumo culturale.
     Bisogna, cioè, cambiare la mentalità, passare quindi a una cultura dei valori che devono essere identificati all’interno del patrimonio culturale, urbano e rurale, per essere messi in risalto nella maniera più adatta ad accrescere la qualità della vita, e, nello stesso tempo, per conservare e accrescere agli occhi dei turisti ma anche dei residenti il fascino del territorio.
     E’ importante, quindi, investire in primo luogo nella domanda culturale dei residenti. Ma come affrancarsi dalla pessima pratica ormai usuale nel nostro territorio di produrre una serie di attività che nulla hanno a che vedere con uno sviluppo armonico e sostenibile, ma che soddisfano solo modesti campanilismi e narcisismi territoriali? Come cogliere le nuove parabole di sviluppo e di nuove opportunità occupazionali e professionali che la valorizzazione e la fruizione dei beni culturali da un lato, la progettazione e gestione degli spettacoli dal vivo dall’altro possiedono intrinsecamente, e produrre di conseguenza tutta una serie di azioni che intercettino in maniera significativa i flussi di turismo culturale?
     Le parole chiave sono: pianificazione, progettazione partecipata, forum cittadino per la cultura.
     Pianificazione che parte dallo studio e dalla comprensione delle risorse esistenti, piuttosto che imporre programmi definiti a tavolino, o trasferire modelli che si sono rivelati efficaci in contesti diversi.
     Adottare strategie di interventi che vedono nella progettazione partecipata lo strumento di lettura fondamentale per leggere i problemi di una comunità e i diversi modi in cui essa si esprime.
     Occorre superare l’ottica della costruzione parziale di un sistema integrato di risorse culturali attraverso la creazione, per esempio, del Forum cittadino delle Associazioni per la Cultura, capace di dare consistenza alla Consulta della Cultura convocata soltanto alla vigilia dei cosiddetti eventi consolidati: “Carnevale coratino, “Estate coratina” e “Dicembre coratino”. Questo Forum dovrebbe essere costituito da un gruppo di associazioni con competenze di vario tipo e perciò essere espressione di  creatività e di interessi multiformi. Qualità queste che le rendono reciprocamente preziose, garanzia di pluralismo e segno di democrazia. Queste associazioni si devono configurare come piccole comunità, la cui vita interna è regolata attraverso i principi della solidarietà, del volontariato e della gratuità, e con questi stessi valori si proiettano nella società civile garantendo una presenza di servizio difficilmente sostituibile.
     Come Centro Studi Politici “A. Moro”, Forum degli Autori e Associazione “Bice Fino” ci sentiamo fortemente coinvolti in questo processo partecipativo teso a definire una programmazione di iniziative relativamente ai temi della cultura, dell’ambiente, della salute e della partecipazione sociale. Siamo convinti, infatti, che per realizzare una valida politica culturale, legata al territorio, si debba tener conto del prezioso (a volte unico ed insostituibile) contributo del mondo associativo. Auspichiamo, pertanto, una politica culturale che premi i contenuti di qualità a scapito degli aspetti effimeri o di facciata al fine di sviluppare iniziative che favoriscano la crescita della persona e della comunità.
     E’ evidente che occorre predisporre un minimo di organizzazione, definire i rapporti con apposite convenzioni, prevedendo in bilancio un capitolo ad hoc. Sarebbe utile, a questo proposito, istituire la conferenza permanente dello spettacolo e della cultura, istituzione capace di orientare nei vari settori linee guida della programmazione di intervento. 
     Il nostro polo teatrale, museale e monumentale, accanto a quello bibliotecario deve affermarsi progressivamente come “contenitore attivo”, propulsore di creatività, ricerca e innovazione, capace di fungere da traino e motore per lo sviluppo, non solo culturale ma anche di rilevanti settori produttivi del territorio, nonché da catalizzatore di risorse da investire per la realizzazione e la promozione della nostra cultura e della nostra storia.
     E i giovani? E’ fondamentale a questo punto che i giovani assumano un ruolo importante in questa opera di coinvolgimento e di pianificazione. Senza reticenze e senza alibi generazionali.
     E’ su tutto questo che bisogna riflettere. E’ per questo che bisogna agire. E’ con questo che bisogna misurarsi. Se non si vuole rimanere nella rassicurante ed autoreferenziale atmosfera del solito evento dicembrino.

mercoledì 15 maggio 2013

NON BASTANO I BUONI PROPOSITI: OCCORRONO TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE



     Nel baillame elettorale coratino, che vede contrapposti 7 candidati sindaci, 17 liste  e 390 candidati al Consiglio comunale, l’un contro l’altro armati di manifesti e slogan e volantini, che riempiono le piazze quando ci sono eventi notevoli come quelli promossi dai candidati sindaci Renato Bucci (centrosinistra), Franco Caputo (centrodestra) e Domenico Ungari ( Movimento 5 Stelle, che il giorno 14 maggio, in un’ora insolita si è avvalso anche della presenza di Beppe Grillo), continuiamo ad osservare (anche nel secondo dibattito tenutosi in piazza Sedile tra i sette candidati sindaci) volti già visti ed altri che si affacciano per la prima volta. Lo stesso dicasi per gli altri 4: Piero Cervellera (Scelta Civica di Monti), Lucia Leo (Rifondazione Comunista), Cataldo Mazzilli (Io per Corato), Vincenzo Quinto (Corato Protagonista)
     Tutti i candidati, vecchi e nuovi, cambiano aspetto per il periodo elettorale, sorridono, salutano, stringono la mano a tutti, diffondono ottimismo, assicurano cambiamenti, fatti, certezze e non più sogni, si propongono, schierano in prima fila parenti ed amici e  amici degli amici. Ogni mezzo è buono, e non c’è spesa che tenga, pur di farcela nella volata finale e di salire da vincitore gli scalini del palazzo di città per sedersi sullo scranno del potere comunale e dall’alto guardare la città, i cittadini…nuovi sudditi.
     I cittadini, come non mai, sono al centro dell’attenzione o dell’attrazione “fatale” dei candidati. In questa “fiera mercato” (particolarmente attiva il sabato mattina), ci sono coloro che guardano il tutto con diffidenza, memori che la storia si ripete ogni tornata elettorale e, all’indomani del voto, tutto torna come prima: la casta degli eletti che si chiude nel palazzo, presa dai giochi di potere, da una parte, e il popolo governato che si trascina tra lamenti e imprecazioni, dall’altra.
     Ci sono anche coloro che sono attratti dal potere e si spostano da una parte all’altra, purché si stia a cavallo sul carro giusto e ci si sieda al tavolo. C’è pure la schiera, in crescita, dei cittadini elettori responsabili. Come noi del Centro Studi Politici “A. Moro” questa non intende più il voto come delega quinquennale in bianco senza un rendiconto, ma impegno di corresponsabilità partecipativa nella gestione amministrativa per l’attuazione del programma e del progetto di sviluppo condiviso.
     L’eletto e i cittadini elettori, continuiamo a ripetere, per tutta la durata del mandato amministrativo devono mantenere un rapporto relazionale, che si estrinseca nella trasparenza dell’attività amministrativa e nella partecipazione alle scelte gestionali, così come chiaramente richiesto anche dal Movimento Civico “Uniti per Corato”, presieduto da Michele Loizzo, negli incontri tenuti nei mesi scorsi su “Etica e Politica”, sulla “Smart City” sul “Questionario di partecipazione attiva”.
     Trasparenza per noi significa piena informazione, anche preventiva, dell’attività gestionale, soprattutto quella relativa alle opere pubbliche, alle scelte urbanistiche, ai servizi comunali e al bilancio sociale, perché ogni cittadino sia consapevole di quello che si vuole e di come si vuole fare e dia suggerimenti o proposte alternative, perché si eviti sperpero di denaro pubblico e soluzioni inadeguate o sbagliate.
     Trasparenza per noi è periodica informazione sullo stato di attuazione del programma, sulle difficoltà ed ostacoli incontrati, sulle soluzioni per superarli.
     Trasparenza per noi è pubblicizzare sia gli obiettivi affidati ai dirigenti comunali, sia i risultati annuali conseguiti anche con riferimento all’efficienza dei servizi comunali, propedeutica all’erogazione di ogni e qualsiasi premialità, che i cittadini devono conoscere. Dopo l’abolizione dei controlli tradizionali sull’attività amministrativa gestionale, l’unico modo per frenare sprechi, abusi, inadeguata o cattiva gestione pubblica, è la partecipazione e la corresponsabilità dei cittadini con le modalità della trasparenza, della pubblicità dell’attività amministrativa.
     La città non si lascia incantare più da promesse o da elenchi di opere pubbliche, ma vuole certezze, vuole conoscenze in anteprima l’opera da fare e se ci sono i finanziamenti, la validità del progetto e la sua attuazione in tempi certi e senza varianti, sinonimi, in genere, di superficialità progettuale, di sperpero di denaro e di durata infinita dei lavori con grande danno alla città.
     In tempi in cui a tutti si chiedono sacrifici e le risorse comunali sono limitate, i cittadini vogliono un maggiore controllo della spesa pubblica, sevizi comunali efficienti e a costi minori, così come sperano per il nuovo servizio di raccolta dei rifiuti urbani con un significativo incremento della differenziata.
     E’ aspirazione di tutti vivere in una città piacevole, dove si sviluppi un forte senso di appartenenza ad una comunità, dove l’ambiente urbano sia bello e gradevole, dove l’aria, l’acqua e il suolo non siano avvelenati, dove si possa godere di spazi pubblici accoglienti e di servizi efficienti: una città dove, senza rinunciare ai vantaggi della modernità, risulti preminente l’impiego di nuove fonti energetiche alternative e rinnovabili per conservare e migliorare il luogo dove viviamo in modo tale da poterlo trasmettere più bello, più pulito, più sereno alle future generazioni.

domenica 12 maggio 2013

“POLITICA E MORALE VIAGGIANO SU BINARI DIVERSI”



     Politica e morale viaggiano su binari diversi”. E’ questo il titolo dell’ultima pubblicazione di Vito De Leo, editata dal Centro Studi Politici “A. Moro”, con la quale, come fa da sempre, continua ad offrire spunti per un dibattito aperto sulle problematiche politiche, sociali e culturali oggetto di pubblico dibattito.
     Vito De Leo non è nuovo a cimenti librari realizzati durante la sua lunga esperienza professionale di docente, di psicopedagogista, di promotore culturale, di giornalista pubblicista, di cittadino attivo, di politico e di amministratore comunale, sempre ispirata all’esempio ed agli insegnamenti del suo grande maestro e amico Aldo Moro.
     Ma questo lavoro si distingue dagli altri, specialmente per l’importanza dell’argomento che riguarda una problematica di grande attualità com’è quella del “rapporto tra etica e politica.
     In quest’opera l’autore evidenzia come negli ultimi decenni si è progressivamente abbassato, nella vita privata e in quella pubblica, il livello della coscienza morale, provocando la destabilizzazione dei valori fondanti della società ed una diastasi, sempre più ampia, tra la politica e l’etica, considerate non più sinergiche e con-correnti, ma antitetiche e conflittuali.
     Corruzione e scambi di favori a tutti i livelli della vita economica, civile, politica. Il familismo, il clientelismo, le caste, la diffusa mafiosità dei comportamenti, la vera e propria penetrazione delle mafie in tutto il tessuto economico e nelle istituzioni, la perdita stessa del senso delle istituzioni da parte dei governanti.
     Tutte queste deprecabili cose non sono opinioni personali dell’autore o considerazioni teoretiche soggettive, improntante ad un amaro pessimismo o ad un gratuito disfattismo, ma esprimono soltanto la cronaca di questi anni, una cronaca quotidiana ed amara, alla quale non facciamo più caso, grazie ad una sorta di mitridatismo che ci ha reso insensibili alla tossicità di eventi così gravi e nauseanti.
     Sotto l'attacco dei populismi vecchi e nuovi e con la forte disaffezione dei cittadini per gli scandali e l'inefficienza della politica, Vito De Leo accetta la sfida: trovare insieme le giuste risposte per un'altra politica, rinnovata, pulita e onesta.
     «Non è importante che pensiamo le stesse cose, che immaginiamo e speriamo lo stesso identico destino; ma è invece straordinariamente importante che, ferma la fede di ciascuno nel proprio originale contributo per la salvezza dell’uomo e del mondo, tutti abbiano il proprio libero respiro, tutti il proprio spazio intangibile, nel quale vivere la propria esperienza di rinnovamento e di verità, tutti collegati l’uno all’altro nella comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo…». (Aldo Moro)



TORNA IL MAGGIO DEI LIBRI



Per il terzo anno consecutivo torna “Il Maggio dei Libri”, la campagna nazionale promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con l'Associazione Italiana Editori, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO. La campagna si avvale inoltre del supporto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, dell’Unione delle Province d'Italia e dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani.
     Nata nel 2011 con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale della lettura come elemento chiave della crescita personale, culturale e civile, la campagna inizia il 23 aprile, in coincidenza con la Giornata mondiale UNESCO del libro e del diritto d'autore, prosegue con la Festa del Libro che si amplia dal 23 al 27 maggio e, altra novità dell'edizione 2013, si prolunga fino al termine del mese, concludendosi il 31 maggio.
     Oltre a rilanciare con nuove parole-chiave e nuovi eventi, l'edizione 2013 conferma alcuni dei capisaldi che sono stati determinanti per il successo dei primi due anni della campagna: dall'impegno a portare i libri al di fuori dal loro contesto abituale (conquistando scuole, circoli, parchi, associazioni culturali e persino uffici postali e treni, grazie a un accordo di partnership con Poste Italiane e Italo), all'obiettivo di coinvolgere anche coloro che ancora non hanno scoperto il piacere della lettura, all'attenzione particolare rivolta a settori fondamentali per il rilancio culturale, sociale e generazionale del paese, come il Web, la scuola e i giovani.
     Si rinnova anche l'appuntamento con il Premio Il Maggio dei Libri, dedicato alla valorizzazione dei cinque migliori progetti di promozione della lettura aderenti alla campagna. Curato dal Centro per il libro e la lettura, il premio sarà nuovamente suddiviso in cinque differenti categorie, a conferma della grande varietà ed eterogeneità delle iniziative: biblioteche, scuole, associazioni culturali, strutture sanitarie e di reinserimento (ospedali, carceri, comunità terapeutiche), librerie.
     Tra i  diversi eventi programmati nella nostra città mi piace segnalarne due: il progetto dell'ARCI “La Locomotiva” di Corato intitolato “Foodbook” per costruire una biblioteca sociale attraverso la donazione di un libro da parte di soci e liberi donatori e gli incontri programmati dal Forum degli Autori che, in collaborazione con la neonata associazione “Bice Fino”, stanno realizzando  non solo per l’occasione  una serie di eventi dedicati alla presentazioni di libri di scrittori locali, tra cui anche un concorso letterario.
     Considerando la risonanza di questi incontri, non ci sarà da meravigliarsi se presto riceveremo in dono da un perfetto sconosciuto un libro. Il gesto può sembrare bizzarro, ma, se inserito in un contesto di mobilitazione diffusa, risulta chiaramente meno inusuale: è come sempre il potere del gruppo che rende capaci di superare paure, inibizioni, diffidenze. Nelle intenzioni dichiarate dai promotori di questa sorta di bookcrossing non c’è solo il tentativo di rompere il muro di chiusura e solitudine di cui sempre più soffre la società contemporanea, ma anche un invito alla lettura, purtroppo sempre meno praticata. Del resto non c’è miglior argomento di conversazione di un buon libro per superare l’imbarazzo del primo approccio nei confronti di chi non si conosce, dando magari un’idea di sé con la scelta dell’opera.
     Consentendo infatti di divulgare messaggi in modo repentino e diffuso, sono in grado di superare le convenzionali barriere che si frappongono tra individui. Grazie al sistema di condivisione dei contenuti, sono poi gli stessi utenti a determinare la diffusione di specifici temi, dando vita a forme di pubblicità  sostanzialmente democratiche.
     Accade così che si giunga ad una vera e propria mobilitazione virtuale intorno ad aspetti ampiamente condivisi, che può poi tradursi in un impegno reale, mosso dalla rassicurazione che non si è i soli ad agire, ma si opera conformemente ad un gruppo.
     Leggere è un viaggio nello spazio, nel tempo, nella fantasia. Dalle righe d’inchiostro arrivano emozioni che ci coinvolgono, ci fanno compagnia, ci fanno conoscere meglio noi stessi. Leggere è un invito a un’altra avventura, a un’altra scoperta, un grande privilegio della nostra vita: un modo per informarci, per crescere, per conoscere il mondo.
     LEGGERE E’IL CIBO DELLA MENTE…PASSA PAROLA. (Presidenza del Consiglio dei Ministri)