martedì 11 settembre 2012

E’ NECESSARIO UN PIANO COMUNALE PER LE POLITICHE CULTURALI


 Siamo quasi al termine della cosiddetta “Estate Coratina” ricchissima di interessanti e partecipati eventi culturali, patrocinati moralmente e finanziariamente dall’Amministrazione comunale, dopo aver accolto le proposte formulate alla fine di luglio dall’assemblea della Consulta della Cultura presieduta da Stefania Stefanachi con l’intervento del Consigliere delegato alla Cultura Giuseppe  D’Introno. Nel frattempo, anche le forze politiche di centro-sinistra (PD, PSI, SEL, IDV, Moderati per Vendola) si stanno riunendo a rotazione nelle rispettive sedi per concordare le linee d’azione in vista delle prossime elezioni amministrative. L’annunciata prossima apertura del teatro comunale, inteso non soltanto come contenitore ma anche e soprattutto come propulsore culturale non può limitarsi al momento inaugurale, ma richiede una concertazione tra i vari organismi interessati e tra le componenti attive dei processi culturali.
     Fondamentale, pertanto, è l’elaborazione di un programma partecipato e condiviso con le realtà sociali, economiche e culturali della città, che giustifichi la proposta di cambiamento che sarà impersonata dal candidato-sindaco che verrà designato dopo le elezioni primarie della coalizione.
     Come Centro Studi Politici “A. Moro” ci permettiamo di offrire – come siamo soliti – un contributo di idee e di proposte a tutte le forze in campo attraverso questa ennesima lettera aperta nella quale, per il momento, intendiamo sostenere la necessità di un Piano comunale per le politiche culturali, che non ci risulta sia mai stato fatto oggetto di presentazione e di discussione nei vari ambiti politici e sociali.
     Il piano comunale per le politiche culturali delinea i modelli di sviluppo, gli obiettivi e le linee d'azione a breve, medio e lungo termine della politica culturale di questa Amministrazione, che individua nell'arte, nella creatività e, più in generale, nella cultura, anche scientifica, un motore di sviluppo del tessuto urbano, sociale ed economico della città. In tal senso, il piano si configura come un documento programmatico di indirizzo che, in un'ottica di trasparenza delle scelte politiche adottate, partecipazione dei modelli di sviluppo e valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale, ha come obiettivo principe quello di condividere con la cittadinanza il percorso di costruzione e attuazione del progetto culturale per Corato.
     Tale documento, pubblicato on-line, sarà costantemente integrato nella parte relativa alle azioni e agli atti adottati per il raggiungimento degli obiettivi prefissi, al fine di assicurare una reale partecipazione della
società tutta nell'attività politica svolta. Il piano traccia la cornice teorica, gli obiettivi e le strategie adottate, rimandando il compito di traduzione dei diversi indirizzi politici in progetti esecutivi alla struttura
amministrativa, che dovrà essere ringraziata per il sostegno e la collaborazione attiva nell'attuazione
delle politiche culturali adottate dall’amministrazione comunale.
     La futura amministrazione  dovrà  dimostrare che fare politica voglia dire assumersi l’onore, l’onere e la responsabilità di immaginarsi e progettare il futuro a partire dallo studio, dall'ascolto e dall'analisi del territorio, degli operatori coinvolti e del tessuto urbano. La politica culturale deve essere quindi una politica in grado di immaginare, progettare e attualizzare il futuro riuscendo a valorizzare e incanalare le grandi energie creative presenti, coniugandole con il sistema imprenditoriale e inserendole in una cornice coerente con le esigenze del territorio.
     Più in concreto, è necessario ricucire il frammentato tessuto urbano rendendolo un sistema di relazioni
orizzontali che sovvertano l’idea di una città dicotomica fatta di centro e periferie e la rovescino in
quella di città policentrica, fatta quindi non più di porzioni di territorio slegate tra loro e con dislivelli in termini di investimento culturale, ma al contrario costituita da veri e propri “centri” in dialogo tra loro e ognuno caratterizzato da una vocazione identitaria e da un’eccellenza culturale.
     Per rilanciare Corato e renderla un riferimento nel panorama culturale  provinciale e regionale superando la marginalità geografica che spesso la ha caratterizzata a dispetto delle eccellenze in campo, è necessario capire quale deve essere la chiave di lettura e, quindi, di scrittura/riscrittura delle potenzialità in ambito artistico-culturale. In altre parole, è necessario, da una parte, capire quali siano i modelli gestionali e organizzativi più idonei ed efficaci al fine di valorizzare il patrimonio (materiale e immateriale) esistente e, dall’altra, individuare la cifra culturale vincente di una città che, per le sue caratteristiche geografiche, sociali e storiche, deve trovare il “suo” percorso per collocarsi a pieno titolo nel panorama culturale contemporaneo.
      Una simile operazione non può essere portata avanti dalla singola istituzione, qualunque essa sia, ma ha
bisogno di forti sinergie interistituzionali e anche di un dialogo sempre aperto con chi concretamente “fa” e caratterizza il mondo della cultura in città.
Il presidente

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