sabato 11 giugno 2011

LA CULTURA COME COLTELLO AFFONDATO NEL FUTURO

La parola “cultura” in questi giorni è la più pronunciata e scritta. Ne sono prova evidente la polemica tra il musicista De Santis ed il sindaco Luigi Perrone sulla mancata partecipazione e sostegno agli eventi dell’”Euterpe”, l’intervento del presidente della Pro Loco “Quadratum” Gerardo Strippoli alla cerimonia di premiazione al concorso letterario organizzato dall’associazione culturale intitolata alla memoria del prof. Cataldo Leone, che ha lamentato la scarsezza di fondi pubblici, le rimostranze del regista teatrale Francesco Martinelli che ha visto tagliati i contributi richiesti per il laboratorio teatrale studentesco, le dichiarazioni del consigliere delegato alla Cultura Giuseppe D’Introno in seno all’assemblea della Consulta della Cultura, convocata dalla presidente Stefania Stefanachi il 7 giugno scorso per semplicemente ricevere proposte (non discutere di politiche culturali), il quale ha dichiarato che, in assenza di una delibera di bilancio di previsione 2011, non è possibile quantificare le risorse disponibili per il settore “Cultura”, l’intervento del consigliere comunale Pdl Luigi Patruno, ex presidente della Commissione consiliare Cultura, pubblicato su Corato live il 10 giugno con il titolo “Il sindaco faccia un esame di coscienza su come ha gestito la cultura in città”, motivato dalle dichiarazioni della non condivisa gestione dell’assessorato alla cultura, inteso “non come frutto di una capacità e volontà programmatoria dell’Amministrazione, ma come attività, spesso disarticolata, di numerose associazioni culturali”.

A questo punto ricordo quanto dichiarato dal sottoscritto nella mia veste di vice-presidente della Consulta della Cultura e riportato da “il Notiziario” il 18 aprile 2008 in occasione dell’incontro con l’assessore alla P.I Franco Caputo e il presidente della Commissione Cultura Luigi Patruno: tenutosi nella biblioteca comunale promosso dal presidente Franco Vangi: “La nostra amministrazione nel 2007 ha stanziato per la cultura fondi pari all’1,41% del bilancio comunale. Di contro, facendo una rassegna stampa emerge a Corato una vivacità culturale rilevante. A fare la differenza è l’assenza del patrocinio comunale. E’ assolutamente necessaria una politica della cultura, per realizzare progetto di ampio respiro. Bisognerebbe partire da un Assessorato alla Cultura (o alle culture) che attualmente non esiste. Il sindaco Luigi Perrone ha, infatti, tale delega insieme a quella per l’Urbanistica”. Immediata fu la risposta dell’assessore Caputo: “Quello a cui siamo arrivati finora è sicuramente un ottimo punto, gli incontri come quello di oggi sono molto istruttivi. Il motivo per cui il sindaco ha quella delega è semplice: si è voluta dare alla cultura massima centralità, e in questo rientra anche il recupero del teatro e del palazzo Gioia. Il teatro sarà riaperto e sono stati già contattati grandi teatri d’Italia per consultazioni relative alla direzione artistica. Se si vogliono fare dei passi avanti, è necessario entrare nell’ottica della cooperazione, con tutte le difficoltà che questo comporta.

Quest’ultimo concetto è stato posto alla base della neonato “Forum degli Autori”, che mi onoro di presiedere, costituito innanzitutto per promuovere un dibattito pubblico che faccia intravedere l’orizzonte strategico nel quale l’Amministrazione comunale e tutti i soggetti interessati a livello associativo e individuale possano offrire il proprio disinteressato contributo di idee e di proposte. Ben vengano quindi gli incontri promossi dalla Consulta della Cultura, che ci auguriamo sempre più frequenti e concreti per una programmazione annuale organica e coerente, che nasca veramente dal basso e sia fedele interprete delle istanze che provengono dai cittadini e dal mondo associativo.

Tutto questo, però non basta. Continua a mancare, sia da parte della società civile che da quella politica,

un dibattito, un discussione, un confronto a monte sul valore e la funzione del Teatro, della Musica, della Letteratura, dell’Arte, della Danza, del Cinema, da intendersi come autentiche espressioni di cultura e non semplici momenti di spettacolo o di divertimento. Si tratta, in conclusione, di ampliare l’analisi, approfondire la verifica, cogliere più attentamente le tensioni e le tendenze dinamiche che emergono dalla società, per porre in essere tutti gli strumenti possibili per realizzare un nuovo modo di fare politica culturale e per recuperare fino in fondo la disponibilità alla partecipazione delle nuove generazioni.

Di questo vorremmo parlare, cioè della “Cultura”, quella con la “C” maiuscola, universale, senza colori e, soprattutto, senza padroni, affinché si possa avviare un percorso reale verso l’unità di tutti gli operatori istituzionali, sociali, culturali, turistici ed economici.

Con l’auspicio che si superi la concezione particolaristica degli interventi a pioggia, dei patrocini semplicemente “morali” per procedere finalmente alla realizzazione di quella “Fondazione culturale” (formalmente proposta al sindaco dal sottoscritto sin dal 2006) e ad una progettualità partecipata e condivisa dalle realtà interessate, che parta dalla conoscenza oggettiva dei bisogni delle persone e della comunità locale, nel reciproco rispetto delle competenze di ciascuno, confermiamo la nostra collaborazione e l’impegno sempre dimostrati per promuovere una coscienza critica nella fruizione dell’offerta culturale e nel dare impulso alla “Cultura” come processo e come prodotto in una più ampia strategia di marketing territoriale.

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