sabato 25 giugno 2011

ASSOCIAZIONISMO: L’UNIONE FA LA FORZA

Il mancato insediamento delle Consulte comunali permanenti dell’Ambiente, delle Pari Opportunità e dei Diversamente abili, per mancanza di iscrizioni e di interventi da parte dell’Amministrazione comunale e dei potenziali beneficiari c’induce a riflettere sulla funzione delle organizzazioni Terzo Settore nel Comune di Corato.

Al di là di quanto abbiamo ascoltato negli interessantissimi convegni promossi prima dalla sezione cittadina del Rotary Club, che nel mese di novembre 2010, ha discusso sul “Ruolo sociale, educativo ed etico dell’Associazionismo per le nuove generazioni”, e poi quello tenutosi in occasione della Fiera di San Cataldo il 25 maggio scorso, sul tema “Il valore sociale ed economico del Volontariato”, con la collaborazione dell’assessorato allo Sviluppo Economico e delle associazioni cittadine, resta una realtà associativa locale che non riesce ancora a fare rete.

Alla luce degli interventi ascoltati sui temi citati, una riflessione è doverosa: un mondo che, nonostante tutto, crede ancora nei valori della solidarietà e delle sussidiarietà, non può continuare ad operare in modo isolato, autoreferenziale e diviso tra chi lo fa “per amore e chi bada solo al proprio interesse”, come ha dichiarato il sindaco il 23 giugno scorso nel suo indirizzo di saluto all’Università della Terza Età “Edit Stehn".

Spesso si parla di volontariato, di solidarietà, di rispetto per gli altri, ma questi valori non devono essere solo di facciata, non devono servire solo a mostrare un’ apparente senso dell’andare incontro all’altro, al più bisognoso, lasciando però, nella pratica, che ognuno badi a se stesso come può. Ed è questo che, purtroppo, accade spesso nei confronti di alcune associazioni di volontariato e di alcuni progetti solidali, lasciati alla speranza di gente coraggiosa che li manda avanti con amore o di persone, semplici cittadini, che, con il loro grande cuore, elargiscono periodiche offerte a favore di questi progetti o di queste associazioni.

Le associazioni fanno cultura, promozione sociale, sensibilizzazione, non gestiscono i servizi. L’ideale sarebbe un welfare misto, ovvero un’organizzazione mista di pubblico e privato nella quale i cittadini siano coinvolti e partecipino allo sviluppo della società civile, ma non vadano a sostituirsi alle funzioni dello Stato.

Lo Stato siamo noi, nel senso che apparteniamo ad una comunità, che, però, senza una comunione di valori nella quale riconoscersi sembra destinata a dissolversi. Noi, le persone che fanno la comunità, costituiamo quel capitale che, se accumulato, non porterebbe alla ricchezza e al benessere di alcuni a dispetto di altri, bensì favorirebbe una proficua rete di fiducia tra tutti i cittadini e il passaggio da un’economia di puro scambio a un’economia di relazioni, della reciprocità e solidarietà.

Occorre aiutare le generazioni attuali, ma anche cominciare a lavorare sulle prossime, insegnando sin dalla scuola primaria a saper stare con gli altri, a partecipare alla vita di società. La realizzazione del cambiamento sociale passa attraverso la diffusione tra le giovani generazioni di valori quali: la solidarietà, la condivisione, il rispetto reciproco, la tolleranza.

Apriamoci alla società facendo rete tra noi e promuovendo la rete tra le associazioni. Non tutti ricordano che il 2011 è stato proclamato “Anno europeo delle attività di volontariato che promuovono una cittadinanza attiva”. Né da parte dell’Assessorato ai Servizi Sociali, né dal Consiglio comunale, né dalle Associazioni di volontariato è stata redatta una proposta, un’iniziativa, un evento, un progetto che puntasse alla capillare diffusione della cultura della solidarietà, che si facesse interprete dei bisogni e dei diritti di deboli ed emarginati, passando da un ruolo di supplenza acritica delle deficienze ed inefficienze delle istituzioni, a quello di collaborazione propositiva, di stimolo, di promozione.

Facciamo ancora in tempo a realizzare una rete nella quale diversi soggetti convergono su obiettivi comuni, in quanto hanno interiorizzato una cultura progettuale e le regole che governano lo scambio dei servizi tra l’uno e l’altro. Una rete sociale è anche una comunità di pratica al cui interno i partecipanti si scambiano saperi esperti e diventano capaci di affrontare nuovi problemi e di risolverli, secondo una prospettiva innovativa, che nasce dalla valorizzazione delle diverse esperienze, ma anche dal coinvolgimento dei partecipanti e di esperti del Terzo Settore del calibro del concittadino dott. Giulio d’Imperio, docente di Diritto del Lavoro Comunitario Internazionale presso l’Università Telematica “G. Marconi” di Roma.

Nella mia veste di presidente del Centro Studi Politici “A. Moro”, ho già più volte proposto, senza averne alcun riscontro, la costituzione di una Rete interassociativa programmatica, la definizione di una Carta dei Valori, la redazione di una bozza di Protocollo d’Intesa con l’Amministrazione comunale e l’istituzione dell’Osservatorio dell’associazionismo finalizzato alla redazione di un Piano strategico per il cambiamento, effettivamente capace di migliorare la qualità della vita culturale e sociale della nostra comunità.

Considerato che nella nostra città sono presenti tantissime realtà associative di ogni ispirazione ideale, culturale, etnica e religiosa per la crescita, l’integrazione e lo sviluppo culturale e sociale del territorio, si rende necessario ed improcrastinabile un incontro con tutte le realtà associative disponibili a discutere delle tematiche sopra citate.

E’ indispensabile, quindi, alimentare un confronto continuo ed allargato fra chi opera nel “Palazzo” e chi è fuori. Ma ciò non basta. A fronte di una realtà inquietante sotto molti aspetti, bisogna impegnarsi a fornire segnali positivi che diano corpo ad una nuova attenzione in favore degli ideali di solidarietà e di sussidiarietà e di chi non ha la capacità di esercitare i diritti di cittadinanza.

La realizzazione di questi principi costituzionali e statutari può diventare possibile se si concretizzano iniziative dove il confronto, depurato da pregiudizi e fondato su valori condivisi, può farsi gesto collettivo e individuale e tradursi in solidale progetto, in un vero e proprio patto sociale.

Di qui la proposta di costituire una rete interassociativa programmatica formata da rappresentanti dell’Ente locale, delle associazioni, dei Movimenti e degli Organi collegiali delle scuole e da personalità del mondo dell’educazione, della cultura e delle professioni, disponibili a produrre un impegno unitario e coordinato, finalizzato alla realizzazione di un “Piano strategico per il cambiamento”, effettivamente capace di migliorare la qualità della vita della nostra comunità.

Gli interessati sono pregati di far pervenire un cortese cenno di riscontro al seguente indirizzo: deleo6844@tiscali.it.

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