venerdì 10 ottobre 2008

Politiche culturali: qualcosa sta cambiando

La concezione di una città intesa come comunità territoriale aperta, capace di valorizzare idee e progetti, di far crescere la qualità della vita, il benessere dei cittadini, di offrire lavoro, servizi e, soprattutto, buone ragioni per vivere bene nel proprio territorio è uno dei “perni” su cui poggia il programma amministrativo, insieme al principio di sussidiarietà, inteso come capacità del Comune di attivare le risorse proprie della comunità responsabilizzando ogni livello d’impegno civile, e di dare ai cittadini risposte concrete e positive in termini di soddisfacimento dei bisogni e di erogazione di servizi. Metodo permanente e qualificante di tutta l’azione amministrativa sarà la partecipazione del cittadino, sia come singolo soggetto, sia attraverso forme associative, i comitati ed i gruppi spontanei. In questa direzione un ruolo centrale sarà assegnato alle Consulte, che saranno rilanciate nella loro funzione essenziale, come cerniera e confronto tra le istanze di base e l’istituzione Comune. Obiettivi che saranno attuati concretamente attraverso il rispetto di alcuni valori-guida attorno ai quali ruoterà l’attività amministrativa: la competenza, la legalità, la trasparenza, la capacità di ascolto, l’efficienza, l’efficacia e l’economicità”.

Il ricco e variegato programma di manifestazioni che sta caratterizzando la lunga estate coratina (musica, prosa, cinema, mostre, concerti, poesia, rievocazioni di antiche tradizioni locali) va sicuramente nella direzione delle “Dichiarazioni programmatiche” dell’Amministrazione comunale sopra citate. Non si tratta di una rivoluzione, ma poco ci manca. L’onnipresente sindaco Luigi Perrone ha sempre sottolineato nei suoi interventi che le linee di indirizzo delle politiche culturali tenderanno sempre a porre in essere azioni di sistema che siano innanzitutto rispondenti alla vocazione del territorio e alle richieste dei cittadini.

Nel condividere senza riserve tali “dichiarazioni” ribadiamo il nostro auspicio affinché la collaborazione con i settori del pubblico e del privato diventi effettivamente “strategica”, al fine dell’attuazione di modelli innovativi di gestione che favoriscano lo sviluppo turistico, sociale ed economico, creando le opportune sinergie tra i vari soggetti preposti alle attività culturali e produttive della realtà coratina. Come? Attraverso un sistema relazionale e partecipativo, basato sulle alleanze, sulla promozione di una vera e propria “Cultura della città” e sulla valorizzazione del patrimonio storico – artistico, sempre lavorando nella prospettiva di una progettualità organica per giungere ad un sistema realmente integrato in un contesto territoriale più ampio, come già previsto con le partecipazioni all’Agenzia del Patto Territoriale Nord Barese Ofantino, PIT normanno angioino (Piano integrato di gestione e valorizzazione per la promozione del turismo e dei beni culturali), già approvato dalla Regione e finanziabile attraverso le misure del POR, al PIS e al Piano strategico dell’Area metropolitana Bari 2015 (che ha visto Corato classificarsi al secondo posto, dopo Bari per numero di progettazioni (65) ed entità delle risorse da impiegarvi, che, se totalmente attuati, disegneranno un futuro certamente migliore per la nostra città.

Come si vede, una pagina si chiude e se ne apre un’altra. Finalmente con il restauro del Teatro comunale, del Palazzo Gioia, e dell’ex Carcere il problema dei contenitori culturali sarà in gran parte risolto. Bisognerà, però, già da ora mettere a fuoco una nuova politica di gestione delle strutture e delle infrastrutture esistenti sul territorio, in modo da trasformarle in luoghi di aggregazione, favorendo la ripresa della fiducia nelle istituzioni, promuovendo e potenziando anche le varie forme di espressione giovanile.

Il progetto regionale “Bollenti spiriti”, coraggioso investimento sociale sulle idee e sui linguaggi creativi, accompagnato da percorsi di formazione, sperimentazione, produzione sociale e culturale, ma anche ricerca scientifica e innovazione produttiva, vedrà anche i giovani di Corato, grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale, uscire dall’apartheid nella quale ormai abbiamo segregato un’intera generazione, considerandola un impiccio, piuttosto che una risorsa di vitalità, di energia, di creatività, per arricchire linguaggi e culture, per dare una qualità diversa agli spazi urbani, specie quando feriti dall’abbandono e dall’incuria.

Si tratta di un nuovo ethos pubblico, fatto di consapevolezza della nostra storia e dei nostri doveri. Educare alla tolleranza e allo spirito civico, educare al bene comune e al rispetto assoluto della vita deve essere il nostro modo di amare le giovani generazioni, combattendo il fanatismo, il fondamentalismo, la violenza e l’autodistruzione.

Aldo Moro diceva che dobbiamo vivere nel tempo che ci è dato di vivere; e noi viviamo in un’epoca di grandi rivolgimenti politici e culturali. In nome di una sussidiarietà non solo di principio, ma intesa quale essenziale condizione di efficacia dell’azione amministrativa, città e territorio chiedono che siano loro attribuiti più ampi spazi e capacità di auto-governo, per stabilire assetti integrati di politica, società e cultura a livello locale.

Il nostro polo teatrale, museale e monumentale, accanto a quello bibliotecario deve affermarsi progressivamente come “contenitore attivo”, propulsore di creatività, ricerca e innovazione, capace di fungere da traino e motore per lo sviluppo, non solo culturale ma anche di rilevanti settori produttivi del territorio, nonché da catalizzatore di risorse da investire per la valorizzazione e la promozione della nostra cultura e storia.

Vanno incentivate le attività di ricerca collegate al patrimonio librario, documentario e archivistico. In tale quadro occorre costruire un sistema bibliotecario integrato che colleghi anche le principali biblioteche locali, progressivamente, con le realtà degli altri comuni del Comprensorio e con le biblioteche universitarie.

Un passo significativo in questa direzione potrebbe essere l’adesione al progetto Polo informatico SBN “Terra di Bari”, già proposto dal sottoscritto lo scorso anno e già attivo in 9 Comuni, i cui fortunati utenti delle rispettive biblioteche potranno fruire del recupero, della conoscenza, della valorizzazione e delle risorse documentarie ivi contenute. In quale modo? Basta digitare il motore di ricerca Google “Polo terra di Bari”: subito apparirà il sito ufficiale del Polo bibliotecario e sarà possibile consultare direttamente e comodamente da casa l’opac (catalogo in linea) aggiornato al mese corrente.

Nel momento in cui alta e diffusa si leva la richiesta di tanti cittadini italiani per la difesa dei propri diritti, anche noi siamo chiamati a fare la nostra parte ampliando, regolamentando e promovendo i diritti di cittadinanza e contribuendo alla creazione di una città più viva e più creativa, guidata da una classe dirigente aperta, moderna ed all’altezza delle nuove sfide culturali, sociali, economiche e politiche.

Prof. Vito De Leo
Vice-presidente Consulta della Cultura

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