sabato 18 ottobre 2008

IL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA TERRITORIALE AI NASTRI DI PARTENZA

Facendo seguito alle interessanti interviste ai dirigenti delle istituzioni scolastiche coratine ed alla recenti dichiarazioni dell’Assessore alla P.I. Francesco Caputo, condotte dai giovani Vittorio Vaccaro, Marianna Lotito, Valentina de Palma, Giuseppe Di Bisceglie e pubblicate su Coratolive, sotto il titolo “Le scuole coratine ai raggi X”, dalle quali emerge un panorama abbastanza realistico della situazione strutturale e delle problematiche connesse al travagliato mondo della scuola, ricordo che anche la Terza Commissione consiliare “Pubblica Istruzione, Sport e Politiche culturali”, presieduta dal dott. Luigi Patruno e formata da Angelo Amorose, Cataldo Mazzilli, Francesco Mazzilli, Nino Nesta, Antonio Rigoletto, Francesco Stolfa, in tre incontri distinti e aperti rispettivamente ai dirigenti delle scuole elementari, medie e superiori, nonché ad esperti (il sottoscritto e il prof. Gaetano Bucci), al presidente dell’AIC Franco Squeo, agli studenti ed al sindaco dei Ragazzi Cinzia Torelli, ha completato il giro di consultazioni per pervenire alla redazione del Piano dell’Offerta Formativa Territoriale, dal quale dipendono i contributi previsti dalla legge regionale sul diritto allo studio e che consentiranno, come negli anni precedenti, di programmare, con il contributo dell’Amministrazione comunale e la sempre attiva collaborazione dell’assessore Franco Caputo, una serie di interventi di sostegno e d’integrazione alla complessa e difficile azione culturale e pedagogica della nostra tanto chiacchierata scuola, messa in discussione dai recenti provvedimenti legislativi.

Questi incontri si sono svolti, infatti, sullo sfondo di una polemica nazionale e locale, che ha come oggetto il Ministro Mariastella Gelmini ed è stata innestata dal recente decreto legge sulla scuola approvato dal Governo che – è opportuno ricordare – è firmato dal Ministro Giulio Tremonti e intitolato “Misure per il contenimento della spesa pubblica”. Si tratta di tagli enormi e orizzontali, che si abbattono indiscriminatamente su ciò che funziona e su ciò che non funziona. Il provvedimento – com’è noto – oltre al maestro unico nel 2009, introduce la valutazione della condotta per il giudizio finale sullo studente, il ritorno dei voti, la sperimentazione dell’insegnamento di educazione civica (“Cittadinanza e Costituzione”), la disposizione che i testi scolastici “durino” almeno cinque anni. Torna il voto in decimi nella media e per l’esame finale ci sarà “la certificazione analitica dei traguardi di competenza e del livello globale di maturazione raggiunto dall’alunno”.

Per quanto ci riguarda vorremmo più scuola per i nostri bambini (non meno, cioè, di 24 ore settimanali), insegnanti più preparati e motivati con aggiornamento obbligatorio a carico dello Stato in settimane sabbatiche, immissioni in ruolo nel corso di un quinquennio dei precari aventi diritto (hanno l’abilitazione e da quasi 20 anni insegnano!), un reclutamento di insegnanti solo dopo aver valutato la loro capacità d’insegnamento. C’è molto altro su cui discutere: ad esempio, la scuola media, con le sue gravi difficoltà o gli istituti tecnici che meriterebbero ben altra attenzione. La domanda di fondo, però, è un’altra: perché cominciare con i tagli alle elementari, quel segmento di maggiore qualità della scuola italiana, per riconoscimento internazionale? Perché è quella che costa di più? Se così fosse, non sarebbe certo un progetto educativo. E’ stato detto che “se vi sembra che l’istruzione costi molto, provate con l’ignoranza”. Non vorrei che questo fosse il destino della nostra scuola

Se vogliamo evitarlo facciamo nostre le riflessioni espresse dai dirigenti dei dodici istituti scolastici locali interpellati dalla Terza Commissione consiliare alla presenza dell’assessore alla P.I., degli esperti, di alcuni genitori e dei tre studenti del liceo classico intervenuti, sollecitati con domande opportune dal presidente Luigi Patruno.

Unanime è stato l’impegno e l’invito ad insegnare ai nostri ragazzi a volare alto attraverso la passione, l’impegno e il sacrificio quotidiani; a puntare all’eccellenza, a fare in modo che la scuola sia davvero il luogo privilegiato di dialogo e costruzione di un sapere autentico; a garantire ad ogni studente la possibilità di crescere nell’autonomia di giudizio e di pensiero; educhiamo gli studenti a non esprimere giudizi aprioristici, bensì ad effettuare valutazioni analizzando le motivazioni sottese e le finalità di crescita perseguite.

Facciamo in modo che la scuola, in quanto istituzione pubblica preposta all’educazione dei giovani, possa svolgere pienamente il proprio ruolo non solo sul piano culturale, ma anche su quello civile e umano, garantendo l’acquisizione di saperi e competenze, ma anche la promozione di valori, un migliore collegamento con il mondo del lavoro e con gli istituti superiori e l’università. Da ciò discende la necessità che docenti, genitori ed imprenditoria vengano adeguatamente sensibilizzati a quest’opera, non facile nell’attuale contesto sociale così dinamico e ricco di vitali fermenti, e tuttavia non privo di contraddizioni e di zone d’ombra.

La cultura della legalità non può essere imposta dall’esterno, ma deve essere sentita e voluta dall’interno, attraverso lo sviluppo del senso d’identità, di appartenenza alla comunità e di responsabilità personale e collettiva, in una corretta e positiva relazione con la realtà. In questo senso vanno le nostre precedenti proposte formulate anche con interventi pubblicati su Coratolive e tradotte in un “Progetto per il ben…essere dello studente” e nella richiesta d’istituzione della figura professionale di operatore psicopepedagogico formulata all’amministrazione comunale e accolti di buon grado sia dalla Commissione consiliare che dall’assessore alla P.I. e Servizi Sociali.

Sono queste le basi di una scuola libera e finalizzata alla formazione delle giovani generazioni, senza alcuna pretesa di soluzioni definitive, ma con la capacità di far fronte ai continui mutamenti socio-culturali, ricercando e sperimentando nuovi modelli formativi in un’ottica migliorativa.

Gli studenti di oggi sono il nostro presente ed il nostro futuro; i valori che trasmettiamo loro sono quelli sui quali può fondarsi la società d’oggi e attraverso i quali può svilupparsi quella di domani. La nostra nazione e la nostra bella Corato sono nelle nostre mani e spetta a noi dare una prospettiva di significato a quello che cerchiamo di costruire e al modo in cui ci impegniamo a realizzarlo.

Mi auguro che anche i docenti che ancora credono nell’importanza fondamentale dell’opera che svolgono, gli studenti che sperano in qualcosa di più di un pezzo di carta, i genitori che pretendono per i loro figli una scuola pubblica di qualità facciano sentire la loro voce.

Guidiamo, tutti insieme, i ragazzi ad essere costruttori della storia, ma con la loro testa ed il loro cuore!

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