mercoledì 28 marzo 2012

QUALE FUTURO PER TERLIZZI?

Nel baillame elettoralistico di questi giorni, che vede contrapposti quattro candidati sindaci ed una miriade di liste formate da aspiranti consiglieri comunali, l’un contro l’altro armati di manifesti e di slogan, non abbiamo ancora avuto modo di verificare la presenza nelle rispettive dichiarazioni programmatiche di alcune priorità che li renda effettivamente degni di continuare o alternare un’esperienza amministrativa degna di essere ricordata per la quantità di problemi risolti.

E’ aspirazione di tutti vivere in una città piacevole, dove si sviluppi un senso forte di appartenenza ad una comunità, dove l’ambiente urbano sia bello e gradevole, dove l’aria, l’acqua e il suolo non siano avvelenati, dove si possa godere di spazi pubblici accoglienti e di servizi efficienti: una città dove, senza rinunciare ai vantaggi della modernità, risulti preminente l’impiego di nuove fonti energetiche alternative e rinnovabili per conservare e migliorare il luogo in cui viviamo in modo tale da poterlo trasmetterlo più bello, più pulito, più sereno alle future generazioni.

Ci sarebbe piaciuto leggere, ascoltare o essere partecipi per fornire una risposta alla domanda: “Quali sono le priorità che possono o debbono caratterizzare un processo di sviluppo armonico, reale e soddisfacente?

Se avessimo avuto la possibilità di interloquire, così come ci è stato consentito dal Centro Studi “A. Moro – IV Fase”, avremmo risposto in questo modo: le più urgenti riguardano innanzitutto il consolidamento del senso di appartenenza alla comunità locale, lottando contro la disgregazione di una società che rischia di dividersi e frantumarsi a causa della gravità di situazioni economiche personali e familiari sempre più difficili. Bisogna sconfiggere il senso di solitudine dovuto all’assenza di prospettive di avanzamento sociale, all’aggravarsi della precarietà del lavoro che rende sempre più incerta, soprattutto per i giovani, la possibilità di progettare la propria vita. Bisogna contribuire a superare il senso di insicurezza che colpisce soprattutto i deboli, gli anziani, i portatori di handicap, per la diffusione di paure spesso infondate ad opera di politici irresponsabili a caccia di facili consensi.

Crediamo che solo una comunità in cui ci si riconosca e che generi fiducia e rispetto reciproci, può rappresentare un antidoto a queste sofferenze. Solo così si potrà ottenere il riconoscimento dei nostri concittadini per governare nei prossimi anni la città di Terlizzi, avendo come riferimenti ideali irrinunciabili:

la legalità, l’onestà, la trasparenza, il rispetto delle regole, l’impegno per il bene comune.

L’amore per il nostro territorio e per chi in esso vive e lavora, con un’attenzione particolare ai temi dell’ambiente, della convivenza e dell’integrazione sociale, della difesa delle fasce sociali più deboli, del sostegno all’istruzione e alla cultura, della promozione del volontariato, così da favorire la formazione di coscienze solide e positive e una forte coesione sociale.

La creazione di un rapporto di collaborazione continua fra l’Amministrazione comunale e tutti coloro che operano nel territorio: le organizzazioni del lavoro, delle professioni, dell’imprenditoria, le istituzioni scolastiche, la cooperazione sociale, le associazioni giovanili, le comunità parrocchiali, le associazioni culturali e con tutte le forze che concorrono allo sviluppo sociale, economico e civile della nostra comunità.

La valorizzazione delle risorse culturali e morali offerte alla nostra città dalle migliaia di immigrati onesti e operosi che da tempo contribuiscono a costruire la ricchezza del nostro territorio creando le condizioni perché i loro figli si sentano corresponsabili con i nostri figli di un futuro armonioso e creativo.

La necessità di facilitare, incentivare, sostenere la costruzione di una rete di associazioni al fine di definire, partendo da un rapporto stretto con le stesse, criteri trasparenti di accesso alle risorse (sedi, spazi per attività culturali e sociali, patrocini, contributi), una programmazione coordinata e ragionevole delle iniziative nel tempo e negli spazi.

Da quasi vent’anni, a Terlizzi, sono sempre gli stessi partiti e gli stessi gruppi di potere che governano la città: è giunto il momento di voltare pagina sulla base di proposte alternative, chiare, serie ed oneste. Si dica ai terlizzesi che è tempo ormai di uscire dal torpore, dall’immobilismo; che è giunta l’ora di trasformare il mugugno e le lamentele, nel coraggio del cambiamento, perché l’alternanza al governo delle istituzioni è la prova che una democrazia compiuta è concretamente possibile.

E’ necessario coinvolgere in un grande sforzo collettivo quella che gli esperti chiamano la business-community, cioè gli imprenditori, i sindacati, le associazioni no profit, il volontariato, le forze della cultura, i soggetti che erogano servizi pubblici e privati, per progettare un nuovo futuro, coinvolgendo anzitutto i giovani che devono tornare ad essere protagonisti. Ecco perché dovranno essere convocati subito dopo le elezioni comunali gli Stati generali della città per riflettere tutti insieme sulla gravi crisi attuale e cercare positive vie d’uscita, dando così possibilità di lavoro e di realizzazione personale a tantissimi giovani che guardano con ansia al proprio futuro mettendo a frutto le tantissime specializzazioni e competenze professionali presenti nel nostro territorio. Attraverso efficaci azioni di stimolo e incentivi mirati, il nostro Comune, d’intesa con quelli del nostro comprensorio, potrà così dare nuovo impulso alle attività produttive, al commercio, ai servizi, e perché no? anche a nuove forme di agricoltura biocompatibile,

Sono queste le basi, a nostro modesto avviso, per la redazione e la realizzazione di un progetto serio, credibile, realistico e responsabile. Quello che abbiamo descritto nei limiti di spazio giornalistico non è un libro dei sogni, né un elenco di proclami vuoti e retorici. Non abbiamo interessi personali e di gruppo da proteggere, crediamo, come abbiamo avuto modo di dimostrare nelle passate esperienze di amministratore comunale, di dirigente di partito e di presidente della Consulta delle Associazioni, nel bene comune e nella politica come forma di attività tra le più alte e nobili che la comunità umana possa esprimere.

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