giovedì 29 marzo 2012

LA CITTA’ DI OGGI E DI DOMANI

E’ aspirazione di tutti vivere in una città piacevole, dove si sviluppi un senso forte di appartenenza ad una comunità, dove l’ambiente urbano sia bello e gradevole, dove l’aria, l’acqua e il suolo non siano avvelenati, dove si possa godere di spazi pubblici accoglienti e di servizi efficienti: una città dove, senza rinunciare ai vantaggi della modernità, risulti preminente l’impiego di nuove fonti energetiche alternative e rinnovabili per conservare e migliorare il luogo in cui viviamo in modo tale da poterlo trasmetterlo più bello, più pulito, più sereno alle future generazioni.

Sono questi alcuni dei temi che sono oggetto di discussione, approfondimento e di proposta da parte del gruppo di lavoro istituito dalle associazioni Legambiente ed Arci, da una parte e del Partito Democratico dall’altra, in vista della scadenza fissata dall’arch. Giovanni Fuzio per presentare le proposte di miglioramento del PUG illustrate nella conferenza cittadina del 22 marzo scorso.

A questi incontri anche il sottoscritto, nella sua veste di presidente del Centro Studi Politici “A. Moro”, ha sentito il dovere di partecipare per offrire il suo disinteressato contributo di idee, che riassumo in questa sede molto brevemente.

Per realizzare l’obiettivo di una città più vivibile, più sicura e più amata, bisogna fare un uso parsimonioso del suolo, ridurre la prepotenza invasiva del traffico automobilistico, riqualificare tante zone abbandonate al degrado o alla speculazione, investire nella qualità di ciò che si costruisce, introdurre l’uso di nuove tecnologie che rispettano l’ambiente abitato, evitare che la città si frammenti in aree di lusso riservate ai benestanti e zone squallide destinate ai meno abbienti.

Pertanto, siamo convinti che il PUG proposto dall’Amministrazione comunale debba essere sicuramente rivisto:

superando una mentalità puramente speculativa secondo la quale gli spazi pubblici costituiscono solo dei complementi (spesso superflui e ingombranti) rispetto agli interventi edilizi privati, intesi solo come occasioni di guadagno per i costruttori: al contrario gli spazi pubblici, usati e goduti da tutti, devono rendere più bella la città, influenzando e guidando anche le iniziative edilizie dei privati per rendere più gradevole l’uso della città da parte di tutti i suoi abitanti;

evitando che le iniziative edilizie portino ad un consumo irreparabile del poco suolo ancora disponibile, riconvertendo le aree dismesse dalle vecchie fabbriche cercando un nuovo equilibrio urbano grazie a interventi di pregevole qualità;

. dotando la città di “segni” architettonici che ne arricchiscano l’immagine, bonificando le zone più degradate restituendo loro dignità e armonia, riqualificando i quartieri e le zone popolari dotandole di un nuovo arredo urbano, di giardini, di zone destinate al gioco dei bambini, di uffici decentrati del Comune;

. restituendo la città a tutti i suoi abitanti, cioè pensarla e governarla come un ambiente unitario piacevolmente vivibile, facilmente percorribile anche a piedi e in bicicletta, nel quali il verde pubblico sia sempre più esteso e i servizi commerciali distribuiti in modo omogeneo e funzionale sia in centro che nei quartieri;

• aggiornando il piano delle antenne e dei ripetitori alla luce delle nuove normative tecniche e sanitarie e dotare la città di reti telematiche ad alta velocità, monitorando periodicamente la quantità e diffusione delle emissioni elettromagnetiche;

• evitando insediamenti industriali a rischio sul territorio, mantenendo alta l’attenzione per le aziende a rischio oggi esistenti sui territori dei comuni vicini.

Non pensiamo, come si vede, di “bloccare” o ridurre l’attività degli studi di progettazione e delle imprese del settore edilizio, ma di impegnarli in un grande sforzo creativo per recuperare in termini di qualità il patrimonio edilizio esistente e per realizzare (dove ancora sia possibile) interventi edificatori di autentica qualità.

Sentiamo come urgente e indifferibile l’esigenza di superare i campanilismi alimentati in questi tristi anni per costruire una politica di sviluppo e progettazione della “grande città” e di governo del suo territorio che coinvolga tutti Comuni della zona, per affrontare razionalmente insieme e risolvere con un modello “a rete” i problemi della viabilità, dei trasporti, della grande distribuzione commerciale, dei servizi scolastici e sanitari, del verde pubblico, della lotta all’inquinamento.

Una “grande città” del terziario avanzato, allora? No, il territorio può coltivare la legittima e realistica ambizione di accogliere e richiamare una ricca gamma di nuove attività economiche in tutti i settori: industriale, terziario produttivo, commerciale, direzionale, agroalimentare, aiutato in questo dai piccoli e grandi centri di ricerca applicata che dobbiamo aver la forza e l’intelligenza di far nascere a Corato e nelle città adiacenti. Lo ripetiamo perché ne siamo assolutamente convinti: biotecnologie, agricoltura biocompatbile, nanotecnologie, energie rinnovabili, nuova informatica, possono e devono trovare qui un terreno fertile in cui attecchire, creando nuova conoscenza e nuovi posti di lavoro, nuova ricchezza e nuova sicurezza sociale.

Tutto questo non deve però nascere nel chiuso degli uffici comunali e solo per iniziativa di investitori, banche, élite politiche, sganciate dalla comunità. Vogliamo invece contribuire a progettare la Corato del Futuro attraverso:

- un’intensa partecipazione dei cittadini, dei quartieri e delle associazioni, del mondo del lavoro e dell’imprenditoria, dei sindacati, dei centri di ricerca, delle scuole, degli esperti presenti nel nostro territorio;

- l’analisi dei bisogni e delle aspirazioni dei cittadini, in particolare dei più giovani, ai quali verrà consegnata la nuova Corato, come condizione preliminare di ogni progettazione urbanistica e di ogni intervento per lo sviluppo del tessuto produttivo;

- assumere concetti difficili ma decisivi come “perequazione”, “compensazione”, “incentivazione”, considerati strumenti fondamentali per impostare e realizzare il nuovo Piano di Governo del Territorio;

- privilegiare, nel Centro storico iniziative di recupero e riqualificazione dell’esistente anche con l’obbiettivo di non espellere da queste aree i ceti sociali meno abbienti.

Da tutto ciò consegue la necessità di reimpostare completamente di Piano del Governo del Territorio (PGT) e della connessa Valutazione Ambientale Strategica (VAS), in modo da garantire i seguenti criteri che la normativa stessa pone come irrinunciabili: informazione e trasparenza; partecipazione diffusa dei cittadini e delle loro associazioni; sostenibilità ambientale, intesa come garanzia di eguale possibilità di crescita del benessere dei cittadini e di salvaguardia dei diritti delle generazioni future.

Partecipazione e trasparenza dovranno essere le parole d’ordine se si crede veramente alla democrazia partecipata. Noi ci crediamo e lo faremo intervenendo costruttivamente in tutti gli ambienti messi a disposizione dei cittadini da parte dell’Amministrazione comunale, delle forze politiche e delle associazioni. Continueremo a farlo in modo particolare, nelle “consulte tematiche” organizzate dal Partito Democratico e presiedute dai suoi consiglieri comunali sui problemi più importanti, sollecitando –come facciamo da sempre - la pratica del “bilancio partecipato”, partecipando in modo sistematico alle annunciate assemblee di quartiere sui temi che riguardano le diverse zone della città, in primo luogo per ascoltare le istanze dei cittadini e per informare delle decisioni del Sindaco e della Giunta.

La partecipazione, infatti, ha senso solo è accompagnata da un’adeguata, precisa e puntuale informazione: tutto questo oggi è molto relativo, come dimostra la rarissima pubblicazione del bollettino informativo del Comune e la quasi totale assenza di informazione attraverso i giornali on-line locali.

Bisogna invece offrire ai cittadini un’informazione completa e pluralista, sulle grandi questioni comunali, dare voce a cittadini, enti, associazioni, sindacati, organizzazioni del mondo del lavoro, anche quando questi esprimono pareri e proposte sgradite o non condivise dal Sindaco e dalla sua maggioranza, occorre portare ai cittadini la voce di tutti i consiglieri comunali, di tutte le parti politiche. Perciò noi riteniamo che la redazione di un nuovo organo di informazione, su carta, accompagnato da una versione on line, debba essere realizzato al più presto, prevedendo anche la possibilità di interlocuzione da parte dei cittadini.

E’ necessario attivare anche altre forme di comunicazione per informare tempestivamente i cittadini. Si possono installare cartelloni elettronici all’ingresso della città per segnalare tempestivamente ogni tipo di notizia, tanto più se di emergenza, che possa essere di utilità pratica immediata, si possono anche diffondere notizie mediante convenzione con le radio a diffusione locale.

Infine, per favorire la connessione rapida con Internet di tutti i cittadini che fanno uso di computer, si dovrà adottare, non solo per Piazza Sedile, ma per tutto il territorio comunale un sistema di copertura wi-fi di ampio raggio, con possibilità di abbonamento diretto attraverso il Comune a tutti i provider.

Oggi, più che mai, c’è bisogno di testimoniare con i fatti che è possibile governare e servire il nostro Comune in modo efficace e lungimirante, ispirandosi a criteri di equità e giustizia, combattendo ogni forma di privilegio.

Sono queste le basi, a nostro modesto avviso, per la redazione e la realizzazione di un progetto urbanistico serio, credibile, realistico e responsabile. Quello che abbiamo descritto nei limiti di spazio giornalistico non è un libro dei sogni, né un elenco di proclami vuoti e retorici. Non abbiamo interessi personali e di gruppo da proteggere, crediamo, nel bene comune e nella politica come forma di attività tra le più alte e nobili che la comunità umana possa esprimere.

E’ tempo di cambiamento sia per i cittadini elettori che per le forze politiche e amministrative. Se non ora, quando? Domani sarà troppo tardi: il futuro di Corato è già cominciato.

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