giovedì 8 marzo 2012

Dal Centro Studi Politici “A. Moro” l’invito a un 8 marzo che sia di riflessione sociale e politica

In occasione della ricorrenza fuori dai soliti schemi e dalle manifestazioni autocelebrative, l’associazione presieduta dal prof. Vito De Leo, offre al mondo politico ed alle istituzioni cittadine una riflessione in merito alla necessità di adottare politiche specifiche a sostegno delle donne che si trovano ancora in una posizione di svantaggio rispetto all’acceso e al godimento di diritti fondamentali nella società civile e politica.

L’8 marzo è la festa della donna, anche il Centro Studi Politici “A. Moro” vuole riservare un proprio spazio dedicato a questo tema. Come sempre ci auguriamo che questa ricorrenza non sia “solo” una giornata in cui le donne vanno a pranzare con le amiche, bensì un giorno della memoria che ricordi lo sfruttamento e, in certi casi, la schiavitù che le donne hanno dovuto subire in passato e subiscono ancora oggi in qualche angolo del mondo. Nello stesso tempo, speriamo che sia da stimolo a tutti per fare in modo che le pari opportunità non siano uno slogan di cui vantarsi, ma un modo reale di operare quotidianamente per fare scomparire le diversità legate al sesso, alle religioni, al colore della pelle o a tutte quelle differenze che devono essere considerate una ricchezza della natura umana e non un mezzo da utilizzare per perseguitare altri esseri umani che hanno la nostra stessa intelligenza, i nostri stessi sentimenti e desideri, le nostre stesse , non verticistica, non autoreferenziale, sottratta agli individualismi ed egoismi personali.
E’ di questi diritti-doveri negati o insufficienti nella nostra comunità cittadina ai livelli istituzionali e politici che in questo giorno particolare vogliamo parlare.
Com’è noto, il nostro Consiglio comunale, formato da 31 membri, vede presente una sola donna: Maria Bovino, soltanto perché fu candidata sindaco del PD e non perché eletta in una lista; la Giunta comunale non annovera alcun assessore donna; tra gli Istituti di partecipazione previsti dallo Statuto comunale figura da oltre tre anni la Consulta delle Pari opportunità, che, però, non è mai stata insediata.
L’8 marzo non può restare una data simbolica: può essere, invece, occasione di rilancio tesa a sancire, a livello politico-istituzionale – la presenza paritaria in Giunta delle donne.
Nella formazione delle due ultime Giunte comunali di Corato sono state commesse gravi violazioni di legge, come ha dovuto constatare recentemente il sindaco di Molfetta, sen. Azzollini. La presenza dei due sessi negli organi collegiali del Comune e negli enti e/o aziende da esso dipendenti è assicurata dal Testo unico degli Enti locali, che rinvia allo Statuto comunale le modalità di attuazione di tale norma di principio. “Gli statuti comunali e provinciali stabiliscono norme per assicurare condizioni di Pari opportunità tra uomo e donna ai sensi della legge 10 aprile 1991, n. 125, e per promuovere la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali del comune e della Provincia, nonché degli enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti”.
Questo significa puntare su una cittadinanza piena e attiva, che sia politica, economica e sociale, di uomini e donne, con le stesse opportunità a pari condizioni e possibilità. Occorre realizzare un “patto fra generazioni e generi”. Un luogo metaforico aperto al contributo di tutti, uomini e donne, giovani e meno giovani. Serve un segnale di cambiamento profondo della politica istituzionale, che argini ed impedisca riserve, corporativismi e conservatorismi, che scelga di valorizzare le risorse e le intelligenze femminili
e giovanili. Che non favorisca la scomparsa delle donne dagli organismo rappresentativi, ma che preveda la presenza paritaria dei due sessi ed una maggiore partecipazione delle donne per una nuova politica riformatrice.
Speriamo, insomma, in partiti veramente riformisti e democratici. In partiti fatti di identità diverse che non costituiscono all’ interno dello stesso contenitore, la mera somma delle parti; ma che si rimescolino e si ritrovino in una stessa idea di progresso, in un sistema di valori condiviso; che promuovano coesione, senso di appartenenza, condivisione degli stessi valori forti; che sappiano coniugare partecipazione e decisione.
Per chi crede nella democrazia diventa assolutamente attuale e stringente avviare un percorso che valorizzi e raccolga le diverse energie, in modo aperto, partecipativo, innovativo.

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