domenica 18 marzo 2012

Proposta per un Consiglio comunale con le “MANI PULITE”

Mancano ormai pochi giorni al 2 aprile p.v. per la consegna delle liste elettorali che concorreranno alle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio e, dopo le elezioni primarie, partiti e movimenti si accingono a formarle adottando diversi criteri di rappresentanza.
Il Centro Studi Politici “A. Moro”, come di consueto, continua a fornire il suo contributo affinché il confronto politico, elettorale e programmatico si svolga nella massima trasparenza, lealtà e concretezza, ma soprattutto con uno stile diverso dal passato, il cui risultato è stato quello di non garantire continuità amministrativa e unitarietà, ma, soprattutto, democraticità e partecipazione al bene comune da parte di tutti gli attori che hanno calcato la scena politico-amministrativa.
Nel momento in cui le pagine dei giornali e i servizi televisivi ci bombardano quotidianamente di notizie e commenti sui temi della corruzione, concussione, mafia, estorsione e riciclaggio, che a 20 anni da “Tangentopoli”, la fanno ancora da padrone, è opportuno che a livello politico-amministrativo ci si impegni da subito sui numerosi temi sui quali è concentrata ormai l’attenzione di tutti coloro che credono ancora nell’affermazione della legalità a tutti i livelli e che non vogliono rivivere la umiliante situazione degli anni ’90 in cui il Consiglio comunale di Terlizzi fu sciolto “per infiltrazioni mafiose”, anche se poi non ci furono soggetti condannati. Ciò non toglie che esiste un precedente e che il rischio non è del tutto scongiurato.
Affinché tali situazioni non abbiano modo di verificarsi è opportuno che prima dell’elezione del nuovo Consiglio comunale, partendo dal basso, ci sia l’impegno concreto di tutti i futuri amministratori (sindaco, assessori, consiglieri comunali) per la legalità e la trasparenza, al fine di riconquistare la fiducia dei cittadini e dell’elettorato. Si eviterà così di trovarsi ad ascoltare le mortificanti confessioni di un insospettabile e stimato sindaco, come quello di Bari, scivolato sulle “cozze pelose e gli astici”, offertigli da uno dei titolari di un’impresa caduta sotto il torchio della magistratura.
Un modo per evitare questi inconvenienti potrebbe essere quello di adottare un codice etico sul modello della “Carta di Pisa”, documento elaborato dall’associazione nazionale “Avviso Pubblico”, così come proposto dall’assessore alla Legalità di Giovinazzo Massimo Stufano, in vista delle elezioni amministrative di primavera. Il documento ha il palese obiettivo di ostacolare quei personaggi che, acquisendo ruoli istituzionali e cariche amministrative possano rappresentare un canale privilegiato tra politica e malaffare.
In concreto, si tratta di una “Carta” che contiene dei “comandamenti” precisi per gli amministratori locali su una serie di questioni specifiche come la trasparenza, il conflitto di interessi, il finanziamento dell’attività pubblica, la nomina in enti e società pubbliche, i rapporti con l’autorità giudiziaria e con i mezzi di comunicazione.
La “Carta” prevede, tra gli impegni che l’amministrazione assume al fine di favorire trasparenza e legalità nella propria attività “il divieto di accettare regali oltre i 100 euro di valore, dimissioni immediate in caso di semplice rinvio a giudizio per corruzione, concussione, mafia, estorsione e riciclaggio, divieto di ricoprire incarichi per soggetti privati destinatari delle sue decisioni di sindaco nei 5 anni successivi alla scadenza del mandato. Inoltre, l’amministratore pubblico renderà note le associazioni di cui è affiliato e socio e la propria situazione reddituale”.
Terlizzi si prepara all’appuntamento con le urne con diversi candidati sindaci, sostenuti da un nutrito numero di sigle e liste. La numerosa quantità di partecipanti non esclude la possibilità di “infiltrazioni” sospette. “Se tutti i candidati s’impegnassero ad adottare la “Carta di Pisa” – ha dichiarato l’assessore di Giovinazzo - il rischio potrebbe essere scongiurato o fortemente ridimensionato. Ma perché questo sia possibile, è fondamentale che siano gli stessi politici a dare il giusto segnale, impegnandosi sin da ora ad adottarla subito dopo l’insediamento del nuovo Consiglio comunale”. Come? “Attraverso un atto di Consiglio comunale, o di Giunta. Ancora, proprio per coinvolgere le opposizioni, di qualsiasi colore esse siano, attraverso una loro richiesta formale, o addirittura attraverso un atto monocratico del sindaco”.
Come Centro Studi Politici “A. Moro” auspichiamo che tutti i concorrenti alle elezioni amministrative del 7 maggio prossimo possano impegnarsi a farla adottare dal Consiglio comunale di Terlizzi per diffondere e rafforzare l’impegno concreto per la legalità e valorizzare quelle belle pagine di politica e amministrazione pubblica che tutti dicono di voler scrivere.
Chi vivrà vedrà!

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