venerdì 16 marzo 2012

DALLA POLITICA PARLATA AI PROGRAMMI CONCRETI

Siamo grati agli amici del Centro Studi “A. Moro “Quarta fase” di Terlizzi, che ogni giovedì offre agli aderenti ed ai cittadini la possibilità di discutere in modo concreto ed intelligente delle problematiche culturali, sociali, amministrative, politiche e d elettorali che riguardano la città di Terlizzi alla vigilia di una competizione elettorale che vede contrapposti partiti, liste civiche, candidati sindaci ed elettori non tanto entusiasti.
Al momento, però ci spiace rilevare, che le condizioni e le modalità di elaborazione di in progetto politico-programmatico a breve, medio e lungo termine dalle quali scaturisca una visione concreta e lungimirante del futuro di Terlizzi, sono appannaggio soltanto di qualche associazione. Si deve ancora passare dalla politica parlata ai fatti, effettuando con saggezza e determinazione delle scelte strategiche fondamentali, che vedano il coinvolgimento e la valorizzazione del mondo della cultura, della scuola, delle associazioni, delle imprese, dei sindacati
Tutti coloro che si candidano al governo della città ed i rispettivi elettori hanno il dovere di elaborare e confrontarsi su un progetto politico-amministrativo in cui siano affrontati i fattori di rischio, risolte le condizioni di emarginazione, di solitudine, di degrado, di mancanza di speranza in un futuro migliore presenti nella comunità cittadina. Questo, a nostro avviso, diventa il vero banco di prova di una classe dirigente responsabile per affrontare il problema drammatico della crisi economica.
Non ci potrà essere sviluppo economico se i futuri amministratori comunali ed i rispettivi referenti politici non s’impegneranno nel garantire livelli soddisfacenti di vita per i cittadini, legalità, servizi efficienti, verde pubblico con spazi attrezzati per i bambini, quartieri periferici rivitalizzanti, centro storico risanato, zona industriale artigianale ampliata, ben servita e veramente all’altezza dei bisogni dell’utenza e delle imprese, che potrebbero costituirsi in consorzi, non gravando così sul bilancio comunale per far fronte alle relative infrastrutture.
Il problema vero, però, non sta tanto nell’elenco delle cose da fare. Il punto centrale da discutere, prima di mettersi al lavoro in forma dipartimentale all’interno dei partiti, delle coalizioni, dei movimenti e delle associazioni è trovare un filo conduttore unitario, capace di contrapporsi efficacemente alla cultura del frammento, degli interessi soggettivi e di categoria. Bisogna avere la capacità e la forza di far capire che una città è un tessuto connettivo, un sistema vivente dove il tutto è maggiore delle sue parti e dove ogni azione in un punto qualsiasi di questo sistema ha senso soltanto se si ricollega alla totalità che lo comprende.
L’augurio che rivolgiamo a tutti gli attori di questo momento elettorale è quello di rendersi interpreti di queste non più rinviabili esigenze di democratizzazione e di sviluppo economico e sociale avvertite a tutti i livelli e più volte richiamate con lettere a mezzo stampa dal sottoscritto e con documenti redatti dai banchi della Consulta delle associazioni, sempre disattesi e ignorati.
Senza programmi concreti coerenti con l’ispirazione democratica, forti nei contenuti sociali e convincenti nella proposta politica globale, si potrà solo avere un consenso effimero di facciata, ma non si favorirà mai lo sviluppo del territorio e la crescita della speranza nelle giovani generazioni
Ai cittadini–elettori, rispettosamente, ricordiamo che il nuovo Comune postula, per essere veramente nuovo, una comunità vigile, attenta, partecipante ed, eventualmente, anche critica e determinata nella difesa dei diritti di cittadinanza e nella lotta contro le inefficienze e le ingiustizie. Ne conseguirà certamente un’immagine nuova per Terlizzi, utilizzabile e spendibile nel mercato regionale, nazionale ed europeo, a beneficio di tutti.

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