Com’è
noto, il 30 luglio scorso il Consiglio comunale, insieme ad altri 22 punti
iscritti all’o.d.g. ha approvato, a maggioranza, il bilancio di previsione 2012. Su questo
importantissimo tema amministrativo dal quale dipende la vita del nostro Comune,
come Centro Studi Politici “A. Moro”, anche da queste colonne, abbiamo più volte scritto, evidenziando in
modo particolare l’assenza di iniziative interlocutorie da parte di chi di
dovere.
Recentemente, il capogruppo consiliare del
PDL Pasquale Pomodoro ha spiegato con una sua nota come si sia arrivati all’approvazione
del bilancio preventivo, accusando l’opposizione di “demagogia ed irresponsabilità politica, in quanto i conti del nostro
Comune continuano ad essere virtuosi e ciò ci ha consentito, con l’approvazione
del bilancio preventivo 2012, di pesare in misura marginale sulle spalle dei
cittadini…. Cosa tagliare, cosa potenziare, dove investire, quindi, definire le
risorse necessarie: quante, come e, soprattutto, dove reperirle. I conti devono
“quadrare” e ogni anno è un’impresa sempre più ardua.
Più che l’arte della “politica i sindaci
devono avere una dote particolare in cui eccellere, quella dell’equilibrismo”.
Avremmo preferito che al posto di quest’ultimo
termine ci fossero stati quelli dell’equilibrio, della “trasparenza”, della “partecipazione”,
che sono descritti in modo particolare nella Direttiva del Ministro della
Funzione Pubblica sulla rendicontazione sociale nelle Amministrazioni.
Pensiamo che sia utile per i lettori, i
cittadini, le organizzazioni sociali e politiche, i sindacati, i consiglieri
comunali leggere le 16 pagine della Direttiva pubblicata nel 2006, che per
esigenze di spazio ci limitiamo a riportare soltanto le seguenti linee - guida:
FINALITA’ E
CARATTERISTICHE DEL BILANCIO SOCIALE
RESPONSABILITÀ, RENDICONTAZIONE
E BILANCIO SOCIALE
• Ogni
istituzione è responsabile degli effetti che la propria azione produce nei
confronti dei suoi interlocutori e della comunità. Tale responsabilità richiede
di dar conto della propria azione ai diversi interlocutori, costruendo con essi
un rapporto fiduciario e di dialogo permanente.
• Ogni
amministrazione pubblica ha il dovere di rendere conto relativamente ai propri
ambiti di competenza, in quanto titolare di un mandato e della potestà di
scegliere e agire come interprete e garante della tutela degli interessi e
della soddisfazione dei bisogni della comunità.
• La
rendicontazione sociale di ogni amministrazione pubblica deve rispondere alle
esigenze conoscitive dei diversi interlocutori, siano essi singoli cittadini,
famiglie, imprese, associazioni, altre istituzioni pubbliche o private,
consentendo loro di comprendere e valutare gli effetti dell’azione
amministrativa.
• Gli
strumenti di rendicontazione sociale a disposizione delle amministrazioni
pubbliche sono molteplici, a seconda degli ambiti e degli obiettivi. Tra essi,
il bilancio sociale può essere considerato il principale, in quanto finalizzato
a dar conto del complesso delle attività dell’amministrazione e a rappresentare
in un quadro unitario il rapporto tra visione politica, obiettivi, risorse e
risultati.
DEFINIZIONE DI BILANCIO
SOCIALE
• Il
bilancio sociale è l’esito di un processo con il quale l’amministrazione rende
conto delle scelte, delle attività, dei risultati e dell’impiego di risorse in
un dato periodo, in modo da consentire ai cittadini e ai diversi interlocutori
di conoscere e formulare un proprio giudizio su come l’amministrazione
interpreta e realizza la sua missione istituzionale e il suo mandato.
• Il
bilancio sociale deve esprimere il senso dell’azione dell’amministrazione, descrivendo
processi decisionali e operativi che la caratterizzano e le loro ricadute sulla
comunità.
• Il
bilancio sociale deve essere realizzato con cadenza periodica, preferibilmente
annuale, permettendo di confrontare ciclicamente gli obiettivi programmati con
i risultati raggiunti favorendo la definizione di nuovi obiettivi e impegni
dell’amministrazione.
• Il
bilancio sociale deve essere integrato con il sistema di programmazione e
controllo e con
l’intero sistema
informativo contabile.
LA COMUNICAZIONE DEL
BILANCIO SOCIALE
• L’attività
di comunicazione è finalizzata alla diffusione e alla partecipazione del
bilancio sociale all’interno e all’esterno
dell’amministrazione e, più in generale, alla costruzione di un dialogo permanente
con i destinatari del documento.
• Il piano
di comunicazione relativo al bilancio sociale deve definire:
o
i differenti interlocutori a cui si
rivolge;
o
le azioni e gli strumenti di
comunicazione da adottare;
o
le modalità di valutazione dei risultati
della comunicazione.
• In base
alle risorse disponibili, l’amministrazione deve consentire un’efficace
diffusione del bilancio sociale, mettendo a disposizione il documento integrale
o un suo estratto a tutti i cittadini e ai diversi interlocutori interni ed
esterni all’amministrazione, attraverso azioni quali:
o
l’invio diretto;
o
la distribuzione presso gli sportelli
dell’amministrazione o presso specifici punti informativi;
o
la pubblicazione sul sito internet dell’amministrazione
o sulla stampa locale;
o
conferenze stampa, convegni o eventi
dedicati.
• Nello
spirito del dialogo con i diversi interlocutori, l’amministrazione deve
prevedere forme di partecipazione del bilancio sociale e di raccolta di
giudizi, valutazioni e commenti da parte dei destinatari, quali, ad esempio,
incontri pubblici con i cittadini e con i diversi interlocutori, forum on line,
indagini di soddisfazione, sondaggi di opinione, etc.
• Tale
attività di ascolto deve essere finalizzata sia a valutare il gradimento e l’efficacia
comunicativa del bilancio sociale, sia il giudizio dei destinatari sui
risultati raggiunti dall’amministrazione.
• E’
necessario che, attraverso momenti di coinvolgimento e di partecipazione, la
realizzazione del bilancio sociale conduca nel tempo al consolidamento di un
dialogo permanente tra l’amministrazione e i suoi interlocutori, al fine di
migliorare sia il processo di programmazione che il processo stesso di
rendicontazione.
Ci auguriamo che i prossimi amministratori
tengano nella dovuta considerazione e applicazione queste linee guida
ministeriali, se veramente vogliono farsi portatori del cosiddetto “cambiamento”,
sempre facile a dirsi e raramente praticato.
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