lunedì 6 agosto 2012

BILANCIO SOCIALE: NULLA DI FATTO


Com’è noto, il 30 luglio scorso il Consiglio comunale, insieme ad altri 22 punti iscritti all’o.d.g. ha approvato, a maggioranza,  il bilancio di previsione 2012. Su questo importantissimo tema amministrativo dal quale dipende la vita del nostro Comune, come Centro Studi Politici “A. Moro”, anche da queste colonne,  abbiamo più volte scritto, evidenziando in modo particolare l’assenza di iniziative interlocutorie da parte di chi di dovere.
     Recentemente, il capogruppo consiliare del PDL Pasquale Pomodoro ha spiegato con una sua nota come si sia arrivati all’approvazione del bilancio preventivo, accusando l’opposizione di “demagogia ed irresponsabilità politica, in quanto i conti del nostro Comune continuano ad essere virtuosi e ciò ci ha consentito, con l’approvazione del bilancio preventivo 2012, di pesare in misura marginale sulle spalle dei cittadini…. Cosa tagliare, cosa potenziare, dove investire, quindi, definire le risorse necessarie: quante, come e, soprattutto, dove reperirle. I conti devono “quadrare” e ogni anno è un’impresa sempre più ardua.
Più che l’arte della “politica i sindaci devono avere una dote particolare in cui eccellere, quella dell’equilibrismo”.
     Avremmo preferito che al posto di quest’ultimo termine ci fossero stati quelli dell’equilibrio, della “trasparenza”, della “partecipazione”, che sono descritti in modo particolare nella Direttiva del Ministro della Funzione Pubblica sulla rendicontazione sociale nelle Amministrazioni.
     Pensiamo che sia utile per i lettori, i cittadini, le organizzazioni sociali e politiche, i sindacati, i consiglieri comunali leggere le 16 pagine della Direttiva pubblicata nel 2006, che per esigenze di spazio ci limitiamo a riportare soltanto le seguenti linee - guida:
FINALITA’ E CARATTERISTICHE DEL BILANCIO SOCIALE
RESPONSABILITÀ, RENDICONTAZIONE E BILANCIO SOCIALE
Ogni istituzione è responsabile degli effetti che la propria azione produce nei confronti dei suoi interlocutori e della comunità. Tale responsabilità richiede di dar conto della propria azione ai diversi interlocutori, costruendo con essi un rapporto fiduciario e di dialogo permanente.
Ogni amministrazione pubblica ha il dovere di rendere conto relativamente ai propri ambiti di competenza, in quanto titolare di un mandato e della potestà di scegliere e agire come interprete e garante della tutela degli interessi e della soddisfazione dei bisogni della comunità.
La rendicontazione sociale di ogni amministrazione pubblica deve rispondere alle esigenze conoscitive dei diversi interlocutori, siano essi singoli cittadini, famiglie, imprese, associazioni, altre istituzioni pubbliche o private, consentendo loro di comprendere e valutare gli effetti dell’azione amministrativa.
Gli strumenti di rendicontazione sociale a disposizione delle amministrazioni pubbliche sono molteplici, a seconda degli ambiti e degli obiettivi. Tra essi, il bilancio sociale può essere considerato il principale, in quanto finalizzato a dar conto del complesso delle attività dell’amministrazione e a rappresentare in un quadro unitario il rapporto tra visione politica, obiettivi, risorse e risultati.
DEFINIZIONE DI BILANCIO SOCIALE
Il bilancio sociale è l’esito di un processo con il quale l’amministrazione rende conto delle scelte, delle attività, dei risultati e dell’impiego di risorse in un dato periodo, in modo da consentire ai cittadini e ai diversi interlocutori di conoscere e formulare un proprio giudizio su come l’amministrazione interpreta e realizza la sua missione istituzionale e il suo mandato.
Il bilancio sociale deve esprimere il senso dell’azione dell’amministrazione, descrivendo processi decisionali e operativi che la caratterizzano e le loro ricadute sulla comunità.
Il bilancio sociale deve essere realizzato con cadenza periodica, preferibilmente annuale, permettendo di confrontare ciclicamente gli obiettivi programmati con i risultati raggiunti favorendo la definizione di nuovi obiettivi e impegni dell’amministrazione.
Il bilancio sociale deve essere integrato con il sistema di programmazione e controllo e con
l’intero sistema informativo contabile.



LA COMUNICAZIONE DEL BILANCIO SOCIALE
L’attività di comunicazione è finalizzata alla diffusione e alla partecipazione del bilancio sociale  all’interno e all’esterno dell’amministrazione e, più in generale, alla costruzione di un dialogo permanente con i destinatari del documento.
Il piano di comunicazione relativo al bilancio sociale deve definire:
o i differenti interlocutori a cui si rivolge;
o le azioni e gli strumenti di comunicazione da adottare;
o le modalità di valutazione dei risultati della comunicazione.
In base alle risorse disponibili, l’amministrazione deve consentire un’efficace diffusione del bilancio sociale, mettendo a disposizione il documento integrale o un suo estratto a tutti i cittadini e ai diversi interlocutori interni ed esterni all’amministrazione, attraverso azioni quali:
o l’invio diretto;
o la distribuzione presso gli sportelli dell’amministrazione o presso specifici punti informativi;
o la pubblicazione sul sito internet dell’amministrazione o sulla stampa locale;
o conferenze stampa, convegni o eventi dedicati.
Nello spirito del dialogo con i diversi interlocutori, l’amministrazione deve prevedere forme di partecipazione del bilancio sociale e di raccolta di giudizi, valutazioni e commenti da parte dei destinatari, quali, ad esempio, incontri pubblici con i cittadini e con i diversi interlocutori, forum on line, indagini di soddisfazione, sondaggi di opinione, etc.
Tale attività di ascolto deve essere finalizzata sia a valutare il gradimento e l’efficacia comunicativa del bilancio sociale, sia il giudizio dei destinatari sui risultati raggiunti dall’amministrazione.
E’ necessario che, attraverso momenti di coinvolgimento e di partecipazione, la realizzazione del bilancio sociale conduca nel tempo al consolidamento di un dialogo permanente tra l’amministrazione e i suoi interlocutori, al fine di migliorare sia il processo di programmazione che il processo stesso di rendicontazione.
     Ci auguriamo che i prossimi amministratori tengano nella dovuta considerazione e applicazione queste linee guida ministeriali, se veramente vogliono farsi portatori del cosiddetto “cambiamento”, sempre facile a dirsi e raramente praticato.

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