lunedì 27 agosto 2012

INTERVISTA AL PROF. VITO DE LEO, ALL’AUTORE DEL LIBRO “PARTECIPARE PER CRESCERE…INSIEME” CHE VERRA’ PRESENTATO IL GIORNO 29 AGOSTO.


Al prof. Vito De Leo, da sempre impegnato sul versante pedagogico-culturale e socio-politico, giornalista e scrittore, che da anni contribuisce con idee, proposte e progetti al dibattito sui principali problemi amministrativi della nostra città, ed in particolare su quelli relativi ai diritti e doveri di cittadinanza, abbiamo rivolto alcune domande sui temi dell’attualità politica nazionale e locale e sul suo ultimo libro “Partecipare per crescere insieme”, che verrà presentato, con il patrocinio del Comune e delle più attive associazioni locali, mercoledì 29 c.m., alle ore 19,00 presso il Chiostro comunale.

Esiste e che origine ha il sentimento di antipolitica?
Il popolo nutre sicuramente atteggiamenti negativi nei confronti della politica, ma la sua versione non è “anti”, ma “iper” politica; pretende che il gruppo dirigente prenda decisioni innovative, dia risposte al Paese, spezzi i vecchi privilegi di casta, faccia ripartire il sistema economico.

Che cosa deve fare la casta politica per riacquistare credibilità?
Oggi, il popolo ritiene che tutte le ingiustizie sociali siano riconducibili al mondo politico, il quale non a caso riscuote il minor consenso tra le diverse caste sociali. Occorrono persone che elaborino, studino i provvedimenti, ne seguano l’attuazione, riescano a intersecare e mediare esigenze dei singoli con le esigenze collettive. Sono convinto che solo con l’introduzione del concetto di democrazia partecipata sia possibile debellare ogni strana concezione di gestione della cosa pubblica, ma anche di offrire uno stimolo importante ai partiti presenti sul territorio.

Cosa fare dei Partiti?
Bisogna allargare il ceto politico per cominciare quelle riforme che tutti dichiarano di voler fare, dopo aver fatto una caterva di denunzie, di colpevolizzazioni altrui. Bisogna cominciare con la selezione di una classe dirigente legittimata dal voto popolare e competente nella direzione amministrativa. Il rinnovamento della politica deve passare attraverso una trasformazione delle sue regole di funzionamento, dal sistema politico-amministrativo ai partiti.

Tu usi spesso l’espressione “leve culturali positive” . Cosa intendi?
Intendo la capacità di saper cogliere dai comportamenti, dalle coscienze, dagli umori di una nazione e di una città quanto di positivo ci sia nella testa delle persone, per poi trasformare tutto in azioni di governo. E’ un’azione complicata, è necessaria una forte predisposizione all’ascolto, una grande formazione culturale multidisciplinare, persino una capacità di dubbio. Esiste una sintesi tra ascolto e formazione culturale, al fine di trarre da questi due elementi le leve culturali positive, corrette, condivise dai cittadini, in senso dinamico.

Puoi fare qualche esempio?
Oggi, è maturo un movimento culturale per la diversificazione delle fonti energetiche e per toglierci dalla schiavitù del petrolio, sono maturi i tempi per le auto elettriche o per quelle comunque mosse da energie alternative. E’ enormemente cresciuta l’attenzione per la raccolta differenziata  dei rifiuti e per il loro riciclo. Una classe dirigente politica deve sempre saper interpretare questi movimenti della popolazione e avviare provvedimenti innovatori. Occorre sempre capire e agire di conseguenza!

Che cosa si dovrebbe fare a livello locale?
Il Comune costituisce uno dei livelli istituzionali fondamentali, anzi il livello di governo più vicino al cittadino.  Ad esso la legislazione assegna compiti crescenti, avendone fatta l’istituzione che gestisce la gran parte dei servizi, in particolare quelli diretti alla persona.
Ritengo che nell’amministrazione di una città esistono esigenze inevase e scelte perfettibili, che riguardano le architetture tecnologiche, i sistemi della conoscenza interna, le modalità di erogazione dei servizi ai cittadini, il monitoraggio dei flussi finanziari, la ristrutturazione del debito e degli oneri finanziari.

Chi dovrebbe prendere l’iniziativa?
Sarebbe interessante se su questa linea si muovessero, a partire da ora, i partiti, i movimenti, le liste civiche, le associazioni culturali, le Consulte, tutti gli attori che chiedono il consenso elettorale i quali, offrendo un’articolata panoramica delle capacità normative, degli ambiti operativi, delle funzioni, delle attribuzioni e delle articolazioni del Comune, farebbero una cosa sicuramente utile per chi sarà impegnato a garantire funzionalità ed efficienza operativa, oltre che a dare risposte corrette ed esaurienti ai cittadini-interlocutori.

“Partecipare per crescere insieme”, insomma, così come proponi nel tuo ultimo libro?
Potrebbe essere questo un modo per applicare una delle principali disposizioni del nuovo Titolo V della Costituzione, che all’art. 118, attribuisce ai Comuni, sulla base dei principi della differenziazione e adeguatezza delle funzioni amministrative, la facoltà di realizzare la sussidiarietà orizzontale e verticale.
Vorrei sperare che una più approfondita conoscenza della molteplicità e complessità dei compiti di cui il Comune deve farsi carico possa contribuire ad avvicinarlo sempre più al cittadino, fino a renderglielo familiare. Ciò che continuo a sollecitare è questo: istituzioni he s’incontrano, burocrazie che dialogano, esperienze che si confrontano, strategie che si costruiscono.

Che cosa ti aspetti dall’incontro che hai promosso per la presentazione del tuo libro?
Quello che auspico e propongo è la realizzazione di un “patto di responsabilità civica”, inteso come impegno serio, solenne e responsabile al servizio della città, che punti ad unire quei cittadini e quelle realtà sociali, senza pregiudiziali di appartenenza che, in concreto, si configurano come espressioni diverse ed originali nei metodi e nella capacità propositiva, animate da sincero spirito di servizio e seriamente coinvolte in un progetto di recupero dell’efficienza e dell’efficacia nell’amministrazione della città.
Sarebbe questo un modo concreto e democratico per credere ancora in Corato, nella sua Storia, nelle sue tradizioni, nei suoi valori culturali e morali, nelle sue grandi potenzialità inespresse ma, soprattutto, nei suoi cittadini e nel riscatto che meritano.Essere persona – ho scritto sulla copertina del libro - significa crescere insieme agli altri, sentirsi parte di una comunità. Sapersi confrontare senza incertezze e senza arroganza. Dare il proprio contributo in modo semplice e discreto”.

Lì, 26/08/2012                                                                                              Giuseppe Di Bisceglie

Nessun commento: