sabato 4 agosto 2012

ELEZIONI: CON CORAGGIO E APERTURA VERSO IL NUOVO


La recente dichiarazione di Nichi Vendola, fatta dopo l’incontro con Bersani, di candidarsi alle primarie del centro-sinistra per il governo nazionale c’impone alcune riflessioni sullo strumento e sui criteri di scelta dei candidati alle prossime elezioni politiche e amministrative.
     Le elezioni primarie evocano, infatti, la partecipazione dell’opinione pubblica alle scelte politiche, in alternativa al  modello che assegnava all’apparto dei partiti il potere di imporre le proprie scelte alla società civile. Il successo di questa sfida è dunque legato ad un alto grado di partecipazione. E, peraltro, perché la partecipazione non si riduca ad un mero agonismo giocato solo sui nomi dei candidati, occorre che il tempo che ci separa dalla scadenza prevista per il prossimo ottobre sia utilizzato per definire con sufficiente nettezza l’idea di partito, il suo modello organizzativo, i suoi riferimenti culturali oltre che la sua missione politica allo scopo di coinvolgere un elettorato stanco e demotivato.
     Sulle segreterie dei partiti si addensa la grande responsabilità di mettere mano ad una classe dirigente che, alla prova dei fatti, si mostra impreparata al governo della cosa pubblica. E’ per questo che può rivelarsi utile per i partiti del centro-sinistra indire le primarie anche per contribuire alla formazione delle liste per le prossime elezioni politiche. Si pongono, però, alcune condizioni che devono essere garantite dalle segreterie dei partiti: la presenza femminile, quella della società civile e quella della rappresentanza territoriale. Con una regolamentazione del voto che per evitare la giungla tra i vari candidati potrebbe prevedere l’indicazione di più preferenze.
     Aprire le sedi dei partiti a nuove adesioni potrebbe rivelarsi l’occasione non solo per partecipare alle primarie, ma anche per rinnovare i ceti dirigenti della politica, capaci, in vista delle elezioni amministrative concomitanti nel nostro Comune, di fare in modo che la lista del proprio partito sia uno spaccato a 360 gradi della città. E soprattutto dare il segnale di un partito aperto e sensibile verso la società civile e i giovani, che meritano di avere un ruolo importante sulla scena politica.
Come Centro Studi Politici “A.Moro”, suggeriamo a chi di dovere di acclarare, prima delle designazioni a
cariche politiche, l’idoneità dei candidati sulla scorta dei seguenti parametri (elencati in ordine d’importanza):
1.      candidato uscente: riconfermare previa attenta verifica della integrità, della “qualità” del lavoro svolto e dell’esperienza acquisita;
2.      riscontro elettorale: considerare la percentuale dei voti ottenuti nell’ultima competizione elettorale;
3.      fedeltà politica: tener conto degli anni di militanza  (“presenza attiva”) nel partito ed effettuare la verifica degli incarichi assolti;
4.      responsabilità istituzionali:valutare le cariche ricoperte nelle istituzioni, l’importanza degli organismi eventualmente presieduti, le attività specifiche svolte, le capacità e le esperienze aggiuntive acquisite.
     Ma ad un'altra domanda i partiti non sono stati ancora in grado di fornire una risposta esauriente: quale sarà l’identikit culturale e politico del futuro candidato sindaco di Corato alle elezioni della primavera prossima? Finora si è assistito ad un culto politico della maggioranza “assoluta” e dal facile mito del benessere sociale senza anima. Quale futuro ci aspetta a Corato, ricca di distretti produttivi abbandonati al loro destino? Quali sono i processi di modernizzazione dell’apparato produttivo? Quali sono le vere risorse da valorizzare ed i nuovi attori dell’economia della conoscenza?
     Di questi interrogativi che tuttora attendono precise risposte, se ne farà carico il futuro sindaco? Chiunque sia il candidato sindaco vincente ci auguriamo che nel momento in cui costituirà il suo governo locale faccia sue le nostre seguenti proposte:
1.      lasciare a casa tutti coloro che direttamente o indirettamente, personalmente o familiarmente, in via diretta o indiretta, nel recente passato si siano in qualche modo resi protagonisti di storie delle quali sia pure a vario titolo si è interessata la magistratura;
2.      evitare di affidare incarichi istituzionali a consiglieri  e no, nei confronti dei quali esistono situazioni di evidenti conflitti d’interesse con l’azione amministrativa che dovrà esercitare il Comune di Corato.
3.      Impedire l’accesso ad incarichi istituzionali a quanti sono notoriamente legati, in forma diretta o indiretta, alle cooperative edilizie e a quanti non dedicano nemmeno un pensiero ai temi del lavoro, della disoccupazione, del lavoro nero e della condizione socio - economica della popolazione coratina, alla sicurezza  degli ambienti di vita e di lavoro, al rispetto delle “regole” giuridiche e contrattuali delle imprese di questo territorio che tengono in totale “soggezione e ricatto psicologico” le proprie maestranze; allo stato sociale dei coratini, alle condizioni di giovani ed anziani, di studenti e pensionati.
Ci auguriamo, in conclusione, che tutte le parti in causa facciano propria la massima di J. Baldwin. “Non
tutto ciò che viene affrontato può essere cambiato, ma niente può essere cambiato finché non viene affrontato”.

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