lunedì 25 giugno 2012

Linee essenziali per un programma amministrativo condiviso.


     Manca poco meno di un anno per il rinnovo del Consiglio comunale di Corato e nessuna delle forze politiche e sociali della nostra città ha ancora attivato quei processi di analisi, ascolto e proposta per redigere un programma amministrativo condiviso e soddisfacente. Soltanto il Partito Democratico – ci risulta – ha attivato dei gruppi di lavoro interni presieduti dai propri consiglieri comunali, che relazioneranno nell’assemblea prevista per il 27 giugno prossimo.
      A nome del Centro Studi Politici “A. Moro”, intendo offrire un contributo alla elaborazione di un programma di governo della città, realmente capace di restituirla ai cittadini ed alle famiglie.
     La posta in gioco, infatti, non è solo un nuovo quadro politico ed istituzionale, ma un nuovo patto sociale. Non si tratta solo di confermare o sostituire una classe dirigente, ma di ricostruire il senso di una nuova convivenza democratica.
     C’è l’urgenza di ritornare ad una cultura del progetto, abbandonando quella dell’aggiustamento e del ritocco. Cultura del progetto per me vuol dire riscrivere il profilo di una nuova cittadinanza, avere un progetto per una  Corato migliore. E’ avere chiaro che le gambe del progetto non sono solo istituzionali, ma anche culturali, sociali, amministrative, economiche e politiche.
     Occorre un programma di governo che coniughi efficienza e solidarietà, sviluppo e compatibilità ambientali, sociali e finanziarie. Ci sono le proposte, le energie politiche, sociali culturali ed umane per aprire un nuovo capitolo nella storia del Comune di Corato? Non ancora!
     Una risposta democratica ed innovatrice richiede, in primo luogo, un nuovo modo di fare politica e di governare. Richiede un’ Amministrazione comunale accessibile a tutti i soggetti della politica e della società, composta da persone che per il loro percorso politico e le loro capacità professionali siano espressione della ricchezza sociale e culturale del nostro paese.
     Siamo ad un bivio. Da una parte si può continuare per la vecchia strada: la politica resta un’ affare gestito da pochi professionisti e faccendieri, le istituzioni continuano ad essere rivolte più alla mediazione degli interessi privati che alla tutela del bene comune, i problemi del paese si aggravano: casa, occupazione, criminalità, disagio sociale, emarginazione, crisi economica, ecc.; dall’altra parte, si può percorrere una strada nuova di radicale trasformazione: la politica si apre ai cittadini, le istituzioni ridiventano luogo di raccordo e di soluzione dei bisogni comuni, i problemi del paese sono affrontati con creatività, progettualità  e responsabilità collettiva.
     Noi, ovviamente, propendiamo per la seconda strada. Ma non dobbiamo percorrerla da soli. Il progetto che dobbiamo contribuire a  costruire insieme a tutti i cittadini onesti e di buona volontà è quello di una città dove sia possibile crescere, studiare, lavorare, creare imprese, trovare una casa, passeggiare senza paura e senza timori per la salute, divertirsi, socializzare la vita dal condominio alle piazze, nei contenitori culturali e nel “palazzo”, essere tutelati nei propri diritti di cittadinanza e coinvolti nei processi decisionali.
     Da questo progetto non possono continuare a rimanere esclusi i giovani, gli anziani e le donne. Con loro devono entrare nella politica la cultura del rispetto delle diversità, dell’accoglienza e della non violenza, rimaste per troppo tempo lontane dalle istituzioni, dai partiti e dalla politica.
     In sintesi, ecco i settori fondamentali nei quali si articola la nostra proposta:
  • La famiglia, intesa come cellula fondamentale della nostra società.
Una vera nuova politica non può non mettere al centro di ogni programma i bisogni della famiglia. Occorre adottare un criterio di equità tributaria che tenga conto dei carichi familiari con l’introduzione del quoziente familiare e della riduzione dell’Imu per la prima casa; una politica per la casa, che agevoli la formazione delle famiglie; offrire un sostegno economico alle famiglie con figli che si trovano in condizioni di indigenza.


·         Cultura e spettacolo
Corato possiede un tessuto socio – culturale vivace ed attivo, fatto di associazioni e di aggregazioni, che rivolgono la loro attenzione a numerosi aspetti della solidarietà, della cultura, dello spettacolo, del turismo e dello sport, senza ricevere adeguati contributi per la loro azione meritoria nei confronti della città. Ma la politica culturale dell’Amministrazione deve caratterizzarsi non per l’elargizione discrezionale delle risorse finanziarie, ma per l’ampia disponibilità di infrastrutture a servizio del territorio, a partire dal nuovo Teatro comunale.
      Il superamento della realtà di un Assessorato alla Cultura come dispensatore di semplici patrocini deve passare attraverso: il recupero e la costante utilizzazione delle energie artistiche ed intellettuali (musica, pittura, teatro) oltre che del pieno utilizzo delle strutture esistenti, a cominciare dal Teatro comunale, dal Museo civico, dalle Scuole cittadine e dagli organismi associativi.

·         Diritti cittadinanza e di partecipazione

Occorre impostare un programma che attivi con sollecitudine e determinazione gli istituti non ancora previsti dallo Statuto comunale: la Consulta degli immigrati, la Commissione per la parità e le pari opportunità uomo – donna, la “Carta dei diritti del Cittadino”, il “Codice etico” dei Consiglieri comunali, il “Difensore civico dell’infanzia” rappresentato dal Sindaco, il Bilancio partecipato.

·         Politiche sociali 

In questo settore ci si dovrà confrontare su un progetto politico – amministrativo in cui siano affrontati i fattori di rischio, risolte le condizioni di emarginazione, di solitudine, di degrado, di mancanza di speranza in un futuro migliore presenti nella nostra comunità. Devono essere individuate concretamente tutte le possibilità per potenziare le condizioni di convivenza pacifica, di sviluppo economico e civile del paese.

  • Attività produttive
E’ più che mai necessario creare le condizioni che favoriscano lo sviluppo d’iniziative imprenditoriali coerenti con la vocazione agricola, artigianale, commerciale e industriale del nostro territorio. Questo diventerà il vero banco di prova di una classe dirigente responsabile per affrontare il problema drammatico della disoccupazione.
  • Sviluppo economico e urbanistico
Ma non ci potrà essere sviluppo economico se non ci sarà l’impegno comune nel garantire livelli soddisfacenti di vita per i cittadini: legalità, servizi efficienti, verde pubblico con spazi attrezzati per i bambini, quartieri periferici rivitalizzanti, centro storico risanato, zona industriale artigianale ampliata, ben servita e veramente all’altezza dei bisogni dell’utenza e delle imprese, che potrebbero anche costituirsi in consorzi, non gravando così sul bilancio comunale per far fronte alle spese relative alle infrastrutture.
Favorire la costituzione di società miste pubblico – private per accrescere le fonti finanziarie in grado di consentire la realizzazione, anche attraverso accordi di programma, di tutte le opere non ancora realizzate, può offrire un’immagine moderna di amministrazione.
  • Sviluppo sostenibile e qualità dell’ambiente    
Istituire le Consulte tematiche, con particolare attenzione alle problematiche sociali e di tutela ambientale, da ascoltare in occasione della predisposizione del bilancio di previsione e di atti d’indirizzo di particolare interesse sociale o di provvedimenti che riguardano la costituzione di servizi sul territorio.
I temi dello sviluppo sostenibile e della qualità dell’ambiente dovranno essere al centro di campagne di educazione ambientale, da promuovere nell’ambito del “Progetto Città sane”, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, cui il nostro Comune, a differenza di tanti altri, (vedi Molfetta e Ruvo di Puglia) non ha ancora aderito e fruito degli oltre 100.000, 00 euro messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente.
È necessario rendere più visibile, attraverso un’adeguata campagna promozionale l’ Ufficio comunale dell’Energia, che fornisce consulenza sugli incentivi all’installazione di sistemi di generazione di energia “pulita” (pannelli fotovoltaici). Corato può diventare un laboratorio di tecnologie di risparmio energetico, a cominciare dall’uso di fonti rinnovabili per la pubblica illuminazione.
Si dovranno utilizzare tutte le opportunità finanziarie possibili per sostenere il recupero di torri e casali per la tutela dell’agro e per la manutenzione delle strade di campagna. Si dovrà prestare particolare attenzione agli insediamenti produttivi nella zona artigianale e industriale circa le possibili conseguenze di un incremento di inquinamento atmosferico, aumento delle polveri e desertificazione.

Conclusione

     Una delle sfide più grandi è proprio questa. Un Comune che funzioni, che abbandoni le deleterie pratiche delle lottizzazioni partitiche, sia amico della comunità locale, sappia essere effettivamente “sussidiario”, cioè capace di sostenere il cammino e conquisti la fiducia dei cittadini, diventando centro di formazione ed informazione per tutti.
     Abbiamo bisogno di un Comune che regoli, senza ostacolare, la gestione del territorio: tempi rapidi per la pianificazione urbana, norme snelle e certe per la tutela del paesaggio, procedimenti chiari per le autorizzazioni.
     In conclusione, l’inseparabilità dei valori dell’efficienza e della solidarietà costituiscono il cardine di questa  proposta.
     La voglia di scommettere sulle nostre forze e sulle nostre idee è la migliore garanzia di successo per la nostra cara Corato. E il territorio è il luogo dove meglio e più compiutamente possiamo esprimere questo programma.
     Opinionistica, dibattiti, forum, comizi e bollettini informativi e siti online sono solo alcuni degli strumenti da attivare immediatamente e sistematicamente. Ambizione comune e dichiarata deve essere quella di diventare protagonisti attivi nel processo di cambiamento auspicato, nonché quella di rendere visibile il processo costituente di una nuova classe dirigente, capace di favorire la partecipazione e l’impegno sulle piccole cose, sui problemi quotidiani del quartiere o della città, ma anche sulle grandi questioni.
     In questa prospettiva, bisogna fare tesoro degli errori del passato. Ma occorre anche una leadership forte e convinta, individuata attraverso lo strumento condiviso e aperto delle primarie; una classe dirigente all’altezza dei numerosi problemi da affrontare, un programma che sia espressione della partecipazione e sintesi di modernità e di giustizia sociale.

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