Manca poco meno di un
anno per il rinnovo del Consiglio comunale di Corato e nessuna delle forze
politiche e sociali della nostra città ha ancora attivato quei processi di
analisi, ascolto e proposta per redigere un programma amministrativo condiviso
e soddisfacente. Soltanto il Partito Democratico – ci risulta – ha attivato dei
gruppi di lavoro interni presieduti dai propri consiglieri comunali, che
relazioneranno nell’assemblea prevista per il 27 giugno prossimo.
A nome del Centro
Studi Politici “A. Moro”, intendo offrire un contributo alla elaborazione di un programma di governo della città, realmente capace
di restituirla ai cittadini ed alle famiglie.
La posta in gioco,
infatti, non è solo un nuovo quadro politico ed istituzionale, ma un nuovo
patto sociale. Non si tratta solo di confermare o sostituire una classe
dirigente, ma di ricostruire il senso di una nuova convivenza democratica.
C’è l’urgenza di
ritornare ad una cultura del progetto, abbandonando quella
dell’aggiustamento e del ritocco. Cultura del progetto per me vuol dire
riscrivere il profilo di una nuova cittadinanza, avere un progetto per una Corato migliore. E’ avere chiaro che le gambe
del progetto non sono solo istituzionali, ma anche culturali, sociali,
amministrative, economiche e politiche.
Occorre un programma
di governo che coniughi efficienza e solidarietà, sviluppo e compatibilità
ambientali, sociali e finanziarie. Ci sono le proposte, le energie politiche,
sociali culturali ed umane per aprire un nuovo capitolo nella storia del Comune
di Corato? Non ancora!
Una risposta
democratica ed innovatrice richiede, in primo luogo, un nuovo modo di fare
politica e di governare. Richiede
un’ Amministrazione comunale accessibile a tutti i soggetti della
politica e della società, composta da persone che per il loro percorso politico
e le loro capacità professionali siano espressione della ricchezza sociale e
culturale del nostro paese.
Siamo ad un bivio. Da
una parte si può continuare per la vecchia strada: la politica resta un’ affare
gestito da pochi professionisti e faccendieri, le istituzioni continuano ad
essere rivolte più alla mediazione degli interessi privati che alla tutela del
bene comune, i problemi del paese si aggravano: casa, occupazione, criminalità,
disagio sociale, emarginazione, crisi economica, ecc.; dall’altra parte, si può
percorrere una strada nuova di
radicale trasformazione: la politica si apre ai cittadini, le istituzioni
ridiventano luogo di raccordo e di soluzione dei bisogni comuni, i problemi del
paese sono affrontati con creatività, progettualità e responsabilità collettiva.
Noi, ovviamente,
propendiamo per la seconda strada. Ma non dobbiamo percorrerla da soli.
Il progetto che dobbiamo contribuire a
costruire insieme a tutti i cittadini onesti e di buona volontà è quello
di una città dove sia possibile crescere, studiare, lavorare, creare imprese,
trovare una casa, passeggiare senza paura e senza timori per la salute,
divertirsi, socializzare la vita dal condominio alle piazze, nei contenitori
culturali e nel “palazzo”, essere tutelati nei propri diritti di cittadinanza e
coinvolti nei processi decisionali.
Da questo progetto non possono continuare a rimanere esclusi i giovani,
gli anziani e le donne. Con loro devono entrare nella politica la cultura
del rispetto delle diversità, dell’accoglienza e della non violenza, rimaste
per troppo tempo lontane dalle istituzioni, dai partiti e dalla politica.
In sintesi, ecco i
settori fondamentali nei quali si articola la nostra proposta:
- La famiglia, intesa come cellula fondamentale della nostra società.
Una vera nuova politica non
può non mettere al centro di ogni programma i bisogni della famiglia. Occorre adottare un criterio di equità tributaria che tenga conto dei carichi
familiari con l’introduzione del quoziente familiare e della riduzione dell’Imu
per la prima casa; una politica per la casa, che
agevoli la formazione delle famiglie; offrire un sostegno economico alle
famiglie con figli che si trovano in condizioni di indigenza.
·
Cultura e
spettacolo
Corato possiede un tessuto
socio – culturale vivace ed attivo, fatto di associazioni e di aggregazioni,
che rivolgono la loro attenzione a numerosi aspetti della solidarietà, della
cultura, dello spettacolo, del turismo e dello sport, senza ricevere adeguati
contributi per la loro azione meritoria nei confronti della città. Ma la politica culturale
dell’Amministrazione deve caratterizzarsi non per l’elargizione discrezionale
delle risorse finanziarie, ma per l’ampia disponibilità di infrastrutture a
servizio del territorio, a partire dal nuovo Teatro comunale.
Il superamento della realtà di un
Assessorato alla Cultura come dispensatore di semplici patrocini deve passare
attraverso: il recupero e la costante utilizzazione
delle energie artistiche ed intellettuali (musica, pittura, teatro) oltre che
del pieno utilizzo delle strutture esistenti, a cominciare dal Teatro comunale,
dal Museo civico, dalle Scuole cittadine e dagli organismi associativi.
· Diritti cittadinanza e di partecipazione
Occorre impostare un programma che attivi con sollecitudine e determinazione gli istituti non ancora previsti dallo Statuto comunale: la Consulta degli immigrati, la Commissione per la parità e le pari opportunità uomo – donna, la “Carta dei diritti del Cittadino”, il “Codice etico” dei Consiglieri comunali, il “Difensore civico dell’infanzia” rappresentato dal Sindaco, il Bilancio partecipato.
· Politiche sociali
In questo settore ci si dovrà confrontare su un progetto politico – amministrativo in cui siano affrontati i fattori di rischio, risolte le condizioni di emarginazione, di solitudine, di degrado, di mancanza di speranza in un futuro migliore presenti nella nostra comunità. Devono essere individuate concretamente tutte le possibilità per potenziare le condizioni di convivenza pacifica, di sviluppo economico e civile del paese.
- Attività produttive
E’
più che mai necessario creare le condizioni che favoriscano lo sviluppo
d’iniziative imprenditoriali coerenti con la vocazione agricola, artigianale,
commerciale e industriale del nostro territorio. Questo diventerà il vero banco
di prova di una classe dirigente responsabile per affrontare il problema
drammatico della disoccupazione.
- Sviluppo economico e urbanistico
Ma non ci potrà essere sviluppo economico se non ci sarà l’impegno
comune nel garantire livelli soddisfacenti di vita per i cittadini: legalità,
servizi efficienti, verde pubblico con spazi attrezzati per i bambini,
quartieri periferici rivitalizzanti, centro storico risanato, zona industriale
artigianale ampliata, ben servita e veramente all’altezza dei bisogni
dell’utenza e delle imprese, che potrebbero anche costituirsi in consorzi, non
gravando così sul bilancio comunale per far fronte alle spese relative alle
infrastrutture.
Favorire la costituzione di società miste pubblico – private per
accrescere le fonti finanziarie in grado di consentire la realizzazione, anche
attraverso accordi di programma, di tutte le opere non ancora realizzate, può
offrire un’immagine moderna di amministrazione.
- Sviluppo sostenibile e qualità dell’ambiente
Istituire le Consulte
tematiche, con particolare attenzione alle problematiche sociali e di
tutela ambientale, da ascoltare in occasione della predisposizione del bilancio
di previsione e di atti d’indirizzo di particolare interesse sociale o di
provvedimenti che riguardano la costituzione di servizi sul territorio.
I temi dello sviluppo
sostenibile e della qualità dell’ambiente
dovranno essere al centro di campagne di educazione ambientale, da promuovere
nell’ambito del “Progetto Città sane”, dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità, cui il nostro Comune, a differenza di tanti altri, (vedi Molfetta
e Ruvo di Puglia) non ha ancora aderito e fruito degli oltre 100.000, 00 euro
messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente.
È necessario rendere
più visibile, attraverso un’adeguata campagna promozionale l’ Ufficio comunale
dell’Energia, che fornisce consulenza sugli incentivi all’installazione di
sistemi di generazione di energia “pulita” (pannelli fotovoltaici). Corato può
diventare un laboratorio di tecnologie di risparmio energetico, a cominciare
dall’uso di fonti rinnovabili per la pubblica illuminazione.
Si dovranno
utilizzare tutte le opportunità finanziarie possibili per sostenere il recupero
di torri e casali per la tutela dell’agro e per la manutenzione delle strade di
campagna. Si dovrà prestare particolare attenzione agli insediamenti produttivi
nella zona artigianale e industriale circa le possibili conseguenze di un
incremento di inquinamento atmosferico, aumento delle polveri e
desertificazione.
Conclusione
Una delle sfide più grandi è proprio
questa. Un Comune che funzioni, che abbandoni le deleterie pratiche
delle lottizzazioni partitiche, sia amico della comunità locale, sappia essere
effettivamente “sussidiario”, cioè capace di sostenere il cammino e conquisti
la fiducia dei cittadini, diventando centro di formazione ed informazione per
tutti.
Abbiamo bisogno di un Comune che regoli,
senza ostacolare, la gestione del territorio: tempi rapidi per la
pianificazione urbana, norme snelle e certe per la tutela del paesaggio,
procedimenti chiari per le autorizzazioni.
In conclusione, l’inseparabilità dei
valori dell’efficienza e della solidarietà costituiscono il cardine di questa proposta.
La voglia di scommettere sulle nostre
forze e sulle nostre idee è la migliore garanzia di successo per la nostra cara
Corato. E il territorio è il luogo dove meglio e più compiutamente possiamo
esprimere questo programma.
Opinionistica, dibattiti, forum, comizi e
bollettini informativi e siti online sono solo alcuni degli strumenti da
attivare immediatamente e sistematicamente. Ambizione comune e dichiarata deve
essere quella di diventare protagonisti attivi nel processo di cambiamento
auspicato, nonché quella di rendere
visibile il processo costituente di una nuova classe dirigente, capace di
favorire la partecipazione e l’impegno sulle piccole cose, sui problemi
quotidiani del quartiere o della città, ma anche sulle grandi questioni.
In
questa prospettiva, bisogna fare tesoro degli errori del passato. Ma occorre
anche una leadership forte e convinta, individuata attraverso lo strumento condiviso
e aperto delle primarie; una classe dirigente all’altezza dei numerosi problemi
da affrontare, un programma che sia espressione della partecipazione e sintesi
di modernità e di giustizia sociale.
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