Quando potremo
avere conoscenza della costituzione di una coalizione di centro-sinistra
pluralista, aperta al dialogo, disponibile a ricercare positive convergenze programmatiche con tutti coloro che si battono per un profondo cambiamento nella gestione amministrativa della città di Corato, così come proposto dal Partito Democratico nei numerosi incontri tenuti con i partiti di bcentro-sinistra?
pluralista, aperta al dialogo, disponibile a ricercare positive convergenze programmatiche con tutti coloro che si battono per un profondo cambiamento nella gestione amministrativa della città di Corato, così come proposto dal Partito Democratico nei numerosi incontri tenuti con i partiti di bcentro-sinistra?
Quando potremo vedere forze politiche,
orgogliose della propria identità, ma anche unite nella concorde volontà di
collaborare e di ricercare una sintesi a partire dalla ricchezza costituita
dalle proprie diversità storiche e culturali?
Quando potremo essere certi dell’esistenza
di forze che mettono a disposizione della città anzitutto i valori che le accomunano: la centralità della persona umana, il metodo
democratico, la laicità dello Stato e delle sue articolazioni locali, la tutela
dell’ambiente, l’importanza e la dignità del lavoro inteso come diritto e come
occasione per valorizzare la persona e rafforzare la coesione sociale?
Quando potremo vedere organizzazioni
partitiche e movimentiste che intendono la
politica come servizio e la
considerano uno strumento nobile e insostituibile per affermare i principi di giustizia, di eguaglianza e di solidarietà
che stanno alla base della nostra Carta Costituzionale?
Quando potremo leggere un programma
proposto ai cittadini che rappresenta il risultato di una intensa elaborazione
collettiva che ha lavorato anzitutto su una domanda decisiva: come creare, proprio in un momento di grave crisi economica e
sociale, le condizioni perché la nostra comunità possa riconoscere e mettere a
profitto le opportunità derivanti dalle grandi trasformazioni che stanno
toccando il nostro territorio?
Quando si dialogherà in modo aperto e
trasparente con tutti, anche con chi non ha finora votato per i partiti del
centrosinistra e con i delusi della politica, per ridare senso e
motivazione alla partecipazione democratica, consapevole, responsabile e
creativa del maggior numero possibile di cittadini?
Quando si ricercherà la collaborazione di
singoli e associazioni, non solo durante la campagna elettorale, ma anche nei
cinque anni della prossima amministrazione?
Poiché l’interesse generale non può essere la somma di interessi
particolari è compito della
politica, secondo noi del Centro Studi Politici “A. Moro”, dare risposta a queste domande, portando a
sintesi le istanze che emergono da tutti i gruppi sociali. Perseguire questo
risultato è possibile facendo affidamento sulla generosità e sull’onestà
intellettuale e morale di un
nuovo gruppo di amministratori (sindaco, assessori, esperti) competenti e
consapevoli di operare per il bene comune, al di fuori di qualsiasi tornaconto
personale o di parte..
La priorità più urgente è quella di consolidare
il senso di appartenenza alla comunità locale, lottando contro la
disgregazione di una società che rischia di dividersi e frantumarsi a causa
della gravità di situazioni economiche personali e familiari sempre più
difficili. Bisogna sconfiggere il senso di solitudine dovuto all’assenza di
prospettive di avanzamento sociale, all’aggravarsi della precarietà del
lavoro che rende sempre più incerta soprattutto per i giovani, la possibilità
di progettare la vita propria vita. Bisogna contribuire a superare il senso di
insicurezza che colpisce soprattutto i deboli, gli anziani, i portatori di
handicap, per la diffusione di paure spesso infondate ad opera di politici
irresponsabili a caccia di facili consensi.
Crediamo che solo una comunità in cui ci
si riconosca e che generi fiducia e rispetto reciproci, può rappresentare un
antidoto a queste sofferenze. Solo così si potrà ottenere il riconoscimento dei
nostri concittadini per governare nei prossimi anni la città di Corato, avendo come
riferimenti ideali irrinunciabili:
·
la
legalità, l’onestà, la trasparenza, il rispetto delle regole, l’impegno per il
bene comune;
·
l’amore
per il nostro territorio e chi in
esso vive e lavora, con un’attenzione particolare ai temi dell’ambiente, della
convivenza e dell’integrazione sociale, della difesa delle fasce sociali più
deboli, del sostegno all’istruzione e alla cultura, della promozione del
volontariato, così da favorire la formazione di coscienze solide e positive e
una forte coesione sociale;
·
la
creazione di un rapporto di collaborazione continua fra l’Amministrazione Comunale
e tutti coloro che operano nel territorio: le organizzazioni del lavoro, delle professioni,
dell’imprenditoria, le istituzioni scolastiche, la cooperazione sociale, le
associazioni giovanili, le comunità parrocchiali, le associazioni culturali e
con tutte le forze che concorrono allo sviluppo sociale, economico e civile
della nostra comunità;
·
la
valorizzazione delle risorse culturali e morali offerte alla nostra città dalle
migliaia di immigrati onesti e operosi che da tempo contribuiscono a costruire la ricchezza del nostro
territorio creando le condizioni perché i loro figli si sentano corresponsabili
con i nostri figli di un futuro armonioso e creativo;
·
la necessità di
facilitare, incentivare, sostenere la costruzione di una rete di associazioni
al fine di definire, partendo da un rapporto stretto con le stesse, criteri trasparenti di accesso alle risorse (sedi, spazi per attività culturali e sociali, patrocini,
contributi), una programmazione coordinata e ragionevole delle iniziative nel
tempo e negli spazi.
Da quasi vent’anni, a Corato, sono sempre
gli stessi partiti e gli stessi gruppi di potere che governano la città: è
giunto il momento di cambiare pagina sulla base di proposte alternative,
chiare, serie ed oneste.
Diciamo ai coratini che è tempo ormai di
uscire dal torpore, dall’immobilismo, di trasformare il mugugno e le lamentele,
nel coraggio del cambiamento, perché l’alternanza al governo delle istituzioni
e, dunque, anche del nostro Comune, è la prova che una democrazia compiuta è
concretamente possibile.
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