Ill.mo
Sig. Presidente del Consiglio comunale,
innanzitutto
consenta anche a noi del Centro Studi Politici “A. Moro” di formularle i più
sinceri auguri di buon lavoro unitamente ai suoi colleghi del Consiglio
comunale, e della Giunta guidata dal sindaco Ninni Gemmato.
Com’è noto, la legge di riforma delle
autonomie locali ha sancito il principio secondo cui il Consiglio è l’organo di
indirizzo e di controllo politico-amministrativo dell’Ente. Si opera così una
netta distinzione tra tali poteri e
quelli più propriamente gestionali, che vengono affidati alla Giunta, al
Sindaco ed alle strutture burocratiche.
In ogni caso e ruolo, vi attende un
compito oneroso, che richiede – come ella ha ben dichiarato subito dopo la sua
elezione - presenza costante, competenza qualificata, rispetto delle regole
previste dai regolamenti, capacità amministrativa, disinteresse personale,
capacità di coinvolgimento dei cittadini, trasparenza reale.
Da queste peculiarità scaturisce la nostra
costante attenzione verso le istituzioni pubbliche ed in particolare verso il
Comune ed i suoi amministratori, che ci auguriamo diano sempre più concretezza
e spessore al principio di sussidiarietà e di effettiva valorizzazione delle
esigenze dei cittadini e del territorio in cui vivono, così come previsto negli
“Istituti di partecipazione” sanciti nello Statuto comunale.
Queste norme, che ho avuto l’onore e il
compito di redigere, avendo fatto parte negli anni novanta della Commissione
redigente lo Statuto comunale nominata dall’Amministrazione guidata dal sindaco
Gerolamo Grassi, hanno il fine di agevolare il rapporto tra cittadini ed
amministratori locali e di far sì che l’azione amministrativa sia il più
conforme possibile alle esigenze effettive della comunità locale. Tale
“democratizzazione” nell’azione amministrativa si pone in linea con la
legge 241/1990 sul procedimento
amministrativo, attuando anche in questo modo il “principio della capillarità
dell’azione amministrativa”, che aveva già trovato ampia applicazione nel
decentramento amministrativo.
Ritengo opportuno ricordare ai lettori che
gli istituti di partecipazione previsti dalla legge 142/90 e fatti propri dallo
Statuto comunale nel Titolo V° “Rapporti con la comunità e partecipazione” con
gli articoli che vanno dal n° 43 al n° 52, sono i seguenti: La partecipazione
dei cittadini all’amministrazione; Associazione , volontariato e cooperazione; La
partecipazione delle libere forme associative – Consulta; Partecipazione alla
formazione di atti; Istanze e petizioni; Raccolta, verifica ed ammissibilità
delle firme; Modalità per lo svolgimento dei referendum; Validità della
consultazione referendaria ed effetti giuridici; Difensore civico comunale;
Norme transitorie.
Il D.lgs 267/2000 – com’è stato
opportunamente ricordato dal sindaco Gemmato nella presentazione dei componenti
la Giunta - conferma la netta divisione
tra Esecutivo (la Giunta) e Organo di Programmazione (il Consiglio). Nella
prassi e nel passato - osserviamo con dispiacere - si è registrato sempre più spesso lo
strapotere dell’Esecutivo rispetto al Consiglio, che rende “innocui” o
“ammaestrabili” tanti Assessori, così come tanti Consiglieri sono resi
“inattivi” dal potere di ricatto dello scioglimento del Consiglio, con
consequenziale rinuncia alle indennità che oggi, almeno per il sindaco e gli
assessori, non sono più quelle simboliche di una volta.
Penso poi ad altri temi, quali il sistema
di coinvolgimento reale dei cittadini, oppure quelli connessi alla legalità e
trasparenza degli atti, che da sempre sono oggetto delle mie note
giornalistiche e sintetizzate nel mio ultimo libro “Partecipare per crescere insieme”, che mi auguro possa essere fatto
oggetto di discussione in un pubblico incontro con gli amministratori comunali
e le espressioni della società civile cittadina.
Saremmo lieti se potessimo verificare che,
a differenza della passata gestione, il Consiglio comunale, da lei presieduto e
guidato, possa rendersi interprete del tanto auspicato e dichiarato
“cambiamento” sottolineato in modo incisivo anche dal consigliere Pasquale
Vitagliano, con l’adozione dei seguenti
provvedimenti: l’approvazione di un Codice Etico; il dotarsi di un regolamento
che disciplini l’”Anagrafe degli Eletti”; la creazione di un sito web
attraverso il quale si possa rendere pubblica tutta l’attività (e di
conseguenza la produttività) di ogni singolo Consigliere comunale; il razionalizzare
al meglio la calendarizzazione delle sedute consiliari (anche al fine di
diminuirne i costi di gestione, che ammontano a circa € 1550,00 per ogni seduta);
il tentare di calendarizzare le sedute del Consiglio comunale anche di sabato
(per favorire una maggiore partecipazione del pubblico e per evitare il
rimborso ai datori di lavoro); la non corresponsione dei gettoni di presenza
per le sedute consiliari e di Commissione che andranno deserte.
Concludendo, quello che auspichiamo è un
Consiglio comunale fatto su misura della comunità terlizzese, affinché in esso
ogni cittadino possa ritrovare il progetto di vita che i suoi rappresentanti
intendono realizzare in questo particolare e difficile momento storico.
Fondamentale, quindi, resta il rapporto
tra i cittadini e l’Ente locale per realizzare una democrazia sostanziale.
Quest’ultima, per dirla con Popper, non è certo governo diretto del popolo,
bensì giudizio corretto, consapevole e responsabile del popolo sulle forze di
governo e di opposizione.
Per queste e per altre non meno importanti
questioni si dovrebbe ritenere indispensabile un confronto ampio, sereno,
costruttivo tra i portatori di diverse esperienze e conoscenze. Non dovrebbe
mancare il contributo prezioso, tra gli altri, dell’esperto di comunicazione
perché gli atti e le deliberazioni del Consiglio comunale, della Giunta e del
Sindaco risultino sempre più chiari, comprensibili, realistici, visibili anche
telematicamente e non limitarsi agli addetti ai lavori.
Auguri di buon lavoro a tutti.
Il Presidente
Vito
De Leo
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