lunedì 30 marzo 2009

Bilancio sociale: tra sogni e bisogni.

In questi giorni, a causa della crisi economica, si discute molto di spesa sociale, di misure anticrisi, di interventi straordinari per affrontare al meglio la situazione economico-finanziaria. Anche il Centro Studi Politici “A.Moro”, come le tante imprese e banche convocate dall’Amministrazione comunale, ha offerto un proprio contributo di idee e di proposte opportunamente rese pubbliche da Coratolive. Ci auguriamo che vengano tenute i considerazione nel prossimo dibattito consiliare per la deliberazione del bilancio di previsione 2009, che avrebbe dovuto tenersi entro il 31 marzo, ma che, come sempre, è slittato a data da destinarsi, per dare il tempo alla 1° Commissione consiliare, presieduta da Pasquale Aloiso, di esprimere il proprio parere sulla bozza predisposta dall’assessore alle finanze Massimo Mazzilli.

I cittadini, purtroppo, benché tutti invitati ad una pubblica assemblea nella sala conferenze della Biblioteca comunale il giorno 17 marzo scorso, non conoscono ancora i dati complessivi e settoriali relativi alle entrate ed alle uscite previste per il 2009. Solo quei sei presenti, tra i quali il sottoscritto, hanno potuto conoscere l’importo relativo ai principali titoli di spesa, ripartiti nei seguenti capitoli: Spesa corrente: 23.000.000,00; Investimenti: 34.000,000,00; Rimborso prestiti: 888.000,00; Partite di giro: 9.000,000,00 per un ammontare totale di euro 68.490.000,00.

Si pone, pertanto, ancora una volta, il problema non solo della trasparenza, ma anche quello dei metodi per renderla corrispondente alle tre “E”, cioè, efficace, efficiente ed economica. E’ sufficiente invitare con un semplice manifesto a un orario molto improbabile i cittadini o illustrare le linee guida del bilancio di previsione in una trasmissione televisiva non annunciata?

Non parliamo poi della completa ignoranza da parte di tutti del bilancio triennale, che dovrebbe contenere per il periodo di riferimento 2009, 20010 e 2011 informazioni relative a: 1) Valori di riferimento, visione e programma dell’amministrazione, con definizione della propria identità attraverso valori, missione e visione che orientano le scelte strategiche, chiarendo le priorità d’intervento su cui s’intende intervenire; 2) Politiche e servizi resi, con definizione dei risultati conseguiti nelle diverse aree di intervento in relazione agli obiettivi programmati; 3) Risorse disponibili e utilizzate, attraverso l’illustrazione delle risorse utilizzate, delle azioni poste in essere e dei risultati conseguiti con il loro impiego.

Occorre recuperare il dialogo con la cittadinanza nel rispetto del principio di sussidiarietà e di leale collaborazione. Come più volte mi sono permesso di ricordare, il bilancio comunale, se vuole essere veramente “partecipato”, deve essere sviluppato e strutturato seguendo le linee guida per la rendicontazione sociale degli enti locali e La Direttiva del Dipartimento della Funzione Pubblica, con tutti i limiti di una sperimentazione, ma con l’impegno di migliorarsi e giungere nel tempo a risultati di maggiore trasparenza, che permettano un pieno coinvolgimento dei portatori d’interesse nelle scelte operate dall’Amministrazione.

E’ evidente, che così facendo, si migliorano anche il livello di interazione e di comunicazione pubblica e si facilita la comprensione delle attività svolte dall’Ente all’esterno, con l’aspettativa di migliorare il rapporto con tutti gli operatori, singoli ed associati.

L’Ente locale – come purtroppo molti credono – non può essere considerato un entità a sé stante, bensì un sistema che vive di rapporti e di connessioni con altri attori con cui sono condivisi interessi socio-economici-culturali. E in tale logica, il sistema deve “comunicare”, attraverso un processo di mappatura ed identificazione di tutti gli stakeholders, quanto si è preventivato e realizzato per l’ascolto e la comprensione dei cittadini per recepire i bisogni e farsene carico attraverso soluzioni mirate all’interno della formazione dei bilanci. In tale logica entra anche l’obbligo di creare la “carta del cittadino” per la customer satisfaction.

Tutto questo, ovviamente, nel rispetto del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, (art. 13 D.Lgs.18 1gosto 2000, n. 267), secondo il quale” Spettano al Comune tutte le funzioni amministrative che riguardano la popolazione ed il territorio comunale, precipuamente nei settori organici dei servizi alla persona e alla comunità, dell’assetto ed utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico, salvo quanto non sia espressamente attribuito ad altri soggetti dalla legge statale e regionale secondo le rispettive competenze”.

Alla luce di queste considerazioni, ci attendiamo di conoscere in quale misura ed in quale modo gli indici di efficienza, efficacia ed economicità, che devono essere alla base di ogni bilancio pubblico sono stati tenuti presenti dai nostri amministratori locali. Per “efficienza” intendiamo il costo del servizio in rapporto al numero dei beneficiari, per “efficacia” il rapporto tra il numero delle domande presentate rispetto a quelle soddisfatte; per “economicità” quella rapportata all’efficienza, all’efficacia ed al costo dei servizi.

E’ necessario, quindi, rispettare un insieme di principi che consentano una rapida ed efficace introduzione di un nuovo modo di perseguire obiettivi gestionali tali da massimizzare le risorse finanziarie, umane e strumentali disponibili. L’etica sociale comporta un valore intrinseco (assunzione di responsabilità da parte dei “gestori”) e un valore strumentale che consente ulteriore sviluppo. I valori della missione passano dalla costruzione del gruppo e quindi dalla crescita individuale. Partecipano alla missione sia i portatori d’interesse sia il personale che partecipa con la volontà di migliorare innalzando gli obiettivi qualitativi e quantitativi.

In conclusione, fattori importanti sono: una critica equilibrata, la trasparenza nel lavoro, l’organizzazione progettuale, l’innovazione tecnologica, la soddisfazione della comunità amministrata.



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