venerdì 27 marzo 2009

Misure anticrisi per famiglie e imprese: alcune proposte.

Ho partecipato con molto interesse agli incontri promossi all’Amministrazione comunale per ascoltare i rappresentanti degli istituti di credito e le organizzazioni di categoria in ordine ai provvedimenti anticrisi varati dalla Giunta comunale con deliberazione n. 193 del 16/12/2008 e che saranno attuati subito dopo l’approvazione da parte del Consiglio comunale del bilancio di previsione 2009.

Gli interventi inizialmente previsti, che ammontano ad oltre 500.000,00 euro e che in seguito agli incontri avuti con le realtà economiche e sociali potranno subire variazioni sia per i destinatari che per gli importi, sono stati oggetto sia di polemiche politiche da parte dei partiti di opposizione (che hanno lamentato la mancata consultazione), che di apprezzamento da parte degli organi di stampa nazionali (Il Giornale” e il “Sole 24 ore) e locali e dei tanti invitati a fornire suggerimenti.

Al di là delle legittime opinioni di tutti gli intervenuti nel dibattito, che sicuramente vedrà impegnati i consiglieri comunali in sede deliberante, bisogna dare atto agli amministratori locali guidati dal Sindaco Luigi Perrone e dagli assessori Massimo Mazzilli e Luca Cifarelli, di aver messo in campo un impegno articolato e indirizzato su più fronti, che ci auguriamo non resti limitato al pacchetto anticrisi, ma che venga esteso a tutte le voci di bilancio, sia in sede di previsione che in sede di verifica e di consuntivo, attraverso la costituzione – così come è stato suggerito dal presidente dell’AIC Francesco Squeo – di un tavolo di concertazione permanente con le categorie interessate, i sindacati, le associazioni e le banche, con le quali sarebbe opportuno concordare un protocollo d’intesa.

Gli imprenditori sono stati schietti: per superare la crisi al sistema produttivo serve “denaro”. Il sindaco ha promesso di “aprire la cassaforte”: liquidità come ricetta per combattere la crisi di domanda.

Anch’io - come tanti cittadini non invitati e con i quali non è previsto un confronto - ho portato in quella sede il mio contributo, proponendo la destinazione ad un bonus sociale dell’intera somma preventivata, tramite una social card, ossia una carta di credito caricata con almeno cento euro, di cui potrebbero beneficiare quei cittadini meno abbienti, che continuano a stringere la cinghia, astenendosi dal fare acquisti essenziali. Questo, a tutto discapito delle tante attività commerciali, che da tempo stanno languendo, se non addirittura chiudendo i battenti (se ne contano almeno una settantina) a discapito proprio e dei rispettivi dipendenti con i quali si trovano tutti in mezzo alla strada. A questo proposito urge monitorare la situazione in rapporto a tutti coloro i quali non riescono più a soddisfare i bisogni primari (alimentazione, casa, salute, studio e lavoro).

Il Centro Studi Politici “A. Moro” nel mentre esprime la propria soddisfazione per la strategia messa a punto dal Comune di Corato per contrastare la situazione di crisi con cui si stanno confrontando le aziende e i cittadini presenti sul nostro territorio, non intende sottrarsi all’invito di fornir suggerimenti che permettano di ridurre gli effetti negativi di un possibile peggioramento della situazione economica locale.

Fermo restando che la Città deve agire in fretta ed essere pronta ad affrontare immediatamente tali effetti a breve termine, noi chiediamo di definire subito un quadro di crisi mirato e rapido, senza paletti troppo rigidi per la sua applicazione, concertato a livello a livello pubblico e privato, per mettere in campo interventi straordinari per mitigare gli effetti dirompenti della recessione nella nostra città. Non si può più andare in ordine sparso, senza una programmazione a medio e lungo termine.

E’ noto che le aziende non riescono a pagare i debiti per carenza di ordini, calo dei consumi e ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. Per questo chiedono alle banche prestiti per consolidare il debito contingente sul medio e lungo periodo. E’ un grido d’allarme che stanno lanciando da diverso tempo. E’ questa la loro soluzione per sopravvivere. I tempi per gli investimenti arriveranno in seguito. Ora si punta sui fondi di garanzia, sullo strumento dei Cofidi. Il Comune potrebbe anche certificare il credito vantato dalle aziende in modo da garantire queste ultime agli occhi delle banche.

Per aiutare i giovani apprendisti, bisogna favorire le ditte che li assumono, per esempio, pagando una parte o l’intero costo della formazione. Per quelli in difficoltà d’inserimento professionale, si devono aumentare le possibilità di effettuare degli stages presso l’ente pubblico o privato.

Alle famiglie con figli, va garantito un sostegno con precisi aiuti mirati per i figli per affrontare le necessarie spese mensili, che gravano sul budget; pensiamo ad un assegno familiare per i lavoratori indipendenti al di sotto di un certo reddito, o ancora a prestiti o borse di studio.

Per gli indipendenti toccati da una diminuzione del lavoro e per le piccole e medie imprese, ad esempio, gli artigiani che non hanno forme di previdenza che assicurino loro un reddito in caso di diminuzione dell’attività, occorre prevedere forme di aiuto, come pure possono essere garantite certe agevolazioni (ad es. sconti sulla spesa per consumo elettrico e aiuti per la qualifica professionale).

A tutti i cittadini in difficoltà (italiani o extracomunitari), va garantito l’aiuto laddove vi è un comprovato bisogno, ovvero una difficoltà a far fronte alle spese ricorrenti e necessarie, al proprio fabbisogno, attraverso la concessione di una social card di almeno cento euro. Per i casi più gravi, l’aiuto può essere concesso in forma di prestito, che non dovrebbe gravare sui conti del bilancio comunale, in quanto lo concederebbe agli stessi tassi vantaggiosi che percepisce dagli istituti bancari presso i quali è depositata la liquidità. Il prestito, inoltre, può essere garantito da ipoteche. Ciò permetterebbe tra l’altro di aiutare pure le persone nel bisogno, malgrado siano proprietarie di immobili.

In conclusione, chiediamo anche la creazione di uno sportello speciale di crisi, al quale possono far riferimento le persone in particolari difficoltà e che non hanno potuto ottenere il sostegno in base al Regolamento del Piano Sociale di Zona.

Accanto a queste misure eccezionali, il Centro Studi Politici “A. Moro” è dell’idea che vadano incrementati gli investimenti, ad esempio negli stabili comunali dove è possibile una ristrutturazione da profilo energeticoambientale e cantierizzate al più presto tutte quelle opere pubbliche progettate ma ancora bloccate.

Ma bisogna anche dare un’accellerata sui rilasci di autorizzazioni: aprire cantieri ed attività commerciali, ad esempio, significa far girare soldi. Ma bisogna anche continuare con la lotta all’evasione che sta già dando buoni risultati.

E se i fondi non dovessero bastare per far fronte all’emergenza? Si potrebbero ridurre i costi della politica Si potrebbe cioè seguire l’esempio del Comune di Modugno, il cui esecutivo ha deliberato di ridurre nella misura percentuale del dieci percento i compensi al sindaco e agli assessori, a decorrere dal giorno successivo all’approvazione del Bilancio di previsione 2009. Un gesto tangibile, significativo ed esemplare che può essere raccolto anche dai nostri amministratori e dai consiglieri comunali che potrebbero ridurre analogamente il gettone di presenza nelle sedute dei Consigli comunali e delle Commissioni consiliari.

Insomma, da una parte trovare il giusto volano per rilanciare l’economia cittadine e dall’altra incrementare il risparmio con la collaborazione di tutti.

1 commento:

Credit Financier Home ha detto...

* Offre un tasso di interesse del 3%
* Assicurazione per l'imprenditore senza contanti
* Garanzia di denaro

Con un buon punteggio di credito, Credit Financier Home offre prestiti collaterali e prestiti non collaterali a privati o società o associazioni cooperative a fini di benefici industriali e personali.

Indirizzo di contatto:
creditfinancierhome@gmail.com