sabato 28 marzo 2009

L’operatore psicopedagogico: una figura da rivalutare

Il 27 marzo u.s. nel cinema Alfieri, su iniziativa della casa editrice SECOP Edizioni di Peppino Piacente e con il patrocinio del Comune, rappresentato dai consiglieri comunali delegati alla Cultura e alle Politiche giovanili, Giuseppe D’Introno e Luigi Menduni, si è svolto un interessante convegno sul tema “Giovani…è sempre depressione?”, seguito dallo spettacolo teatrale “Fiori di Plastica”, interpretato e diretto da Francesco Martinelli su testo di Elisabetta Pastore.

Il tema affrontato con profonda competenza e capacità comunicativa da diversi punti di vista: culturale, sociologico e psicopedagogico, rispettivamente, da Raffaella Leone (Secop edizioni), Alberto Lori (giornalista RAI), Angela De Leo (formatrice e scrittrice), Alessandra Lagrasta (docente e psicologa), ha dato la possibilità ai pochi presenti in sala di riflettere sulla depressione, un problema poco riconosciuto tra i giovani, ma sempre più esteso nei nostri giorni.

Gli argomenti trattati, le contraddizioni evidenziate e le indicazioni emerse per conoscere, coinvolgere e affrontarlo adeguatamente m’inducono a richiamare ancora una volta l’attenzione dei pubblici amministratori e delle istituzioni sulla necessità di rendersi promotori di significative iniziative a favore della crescita armoniosa e serena dei nostri ragazzi, in famiglia, a scuola e nella società.

In questa direzione si poneva il documento trasmesso dal sottoscritto all’Assessore alla P.I Franco Caputo nel marzo 2007 e che ripropongo all’attenzione dei nuovi amministratori, delle istituzioni preposte, degli operatori scolastici, delle organizzazioni di volontariato e della SECOP edizioni, cui va il merito di aver promosso un dibattito che deve continuare e tradursi in iniziative concrete di solidarietà

Coerentemente, pertanto, con i precedenti interventi, proposte e progetti presentati dal sottoscritto, aventi come destinatari i minori, i giovani, le famiglie, le scuole, gli organismi associativi e l’Ente locale, alcuni dei quali già realizzati con grande sensibilità dall’Amministrazione comunale (vedi Consiglio comunale dei Ragazzi, Forum dei Giovani, Consulta per l’Ambiente), condiviso il tentativo dell’Amministrazione comunale di superare il modello d’intervento economico “a pioggia” attraverso la modalità del lavoro “per progetti” più mirata ed agevolmente verificabile; preso atto della comune volontà di pervenire ad una più moderna concezione dell’infanzia e dell’adolescenza, considerate nella loro “complessità di espressione” e non più nelle sole forme di “patologia” (consigliere Giuseppe D’Introno); nonché della necessità di sviluppare un approccio preventivo alle diverse forme del disagio, anche nella prospettiva di una maggiore economicità dei costi sociali e finanziari (consigliere Luigi Menduni); della concezione della sicurezza e della legalità intese non più come mero “ordine pubblico”, bensì come espressione di responsabilità civile, coesione sociale, qualità della vita ed educazione morale, civile e democratica (consigliere Sergio Tedeschi e Sindaco Luigi Perrone); facendo riferimento al Piano Sociale di Zona previsto dalla Legge del 28/8/1997 n. 285 ed alla legge regionale n.10/99 “Promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”, nonché alle leggi 19/7/91, n. 216 “Prevenzione dei soggetti a rischio di coinvolgimento in attività criminose”, al D.P.R. 309/90 “Testo unico in materia di prevenzione delle tossicodipendenze”, della legge 496/94 “Dispersione scolastica, metodologie di apprendimento”, legge 40/98 “Integrazione degli immigrati” ed al D.L. 6/10/1988 n. 426, che prevede “L’utilizzazione nelle scuole dell’obbligo dell’operatore psicopedagogico”, torno a proporre l’istituzione della figura professionale dell’operatore psicopedagogico.

Una figura di educatore come l’operatore psicopedagogico appare di fondamentale importanza per l’azione preventiva che si è deciso di porre in essere nel nostro Comune. A questo proposito, si richiama l’attenzione sul D.L.6/8/1988,n.323, convertito con modificazioni nella legge 6/10/1988, n. 426, che prevede l’ ”utilizzazione nelle scuole dell’obbligo dell’operatore psicopedagogico”, al quale è attribuito, in via “esclusiva”, “l’uso di strumenti conoscitivi e d’intervento per la prevenzione, la diagnosi le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno nell’ambito psicopedagogico rivolti alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alla comunità scolastica”.

Ne emerge una figura di tutore e di consulente, di ricercatore-osservatore dei processi di insegnamento-apprendimento, di esperto di interazioni comunicative e relazionali, mediatore dei processi comunicativi e relazionali dei contrasti operativi, collaboratore con i docenti per la progettazione e l’elaborazione delle procedure e degli strumenti di verifica e di valutazione dell’apprendimento.

Occorre precisare, infine, che il ruolo dell’operatore psicopedagogico, non va confuso né con quello dello psicologo, né con quello dell’operatore sociale, professioni che richiedono altre competenze. Altrimenti, la legge non parlerebbe di “operatore psicopedagogico”. Non spetta a lui dedurre l’utilizzazione pedagogica e pratica delle sue proposte. Esse forniscono, non v’è dubbio, le basi conoscitive indispensabili per un progetto didattico coerente, ma spetta sempre al docente, immerso nella realtà della scuola, il compito di realizzarle e di trovare la soluzione didattica ai problemi, evitando d’incorrere in errori molto frequenti: l’adultismo (il considerare un adulto in miniatura); il sociomorfismo (il ritenere che gli alunni possano essere modellati sulla base di un ipotetico alunno medio), il puerilismo (il considerare il fanciullo in quello che è, senza prospettarsi quello cui tende talmente), valutare secondo le impressioni, il giudicare gli alunni in base alle loro manifestazioni esteriori.

Sono tutti errori che incidono negativamente sul processo educativo, deformandolo o deviandolo; errori che possono e quindi devono essere eliminati oltre che attraverso l’aggiornamento psicopedagogico, anche attraverso il dialogo ed il confronto con i colleghi ed eventuali esperti.

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