venerdì 27 maggio 2011

PROPOSTA D’ISTITUZIONE E DI REGOLAMNTAZIONE DEL BILANCIO PARTECIPATIVO

In nome e per conto del Centro Studi Politici “Moro”, mi pregio comunicarvi quanto segue. Nelle more di deliberazione del prossimo bilancio di previsione 2011, il cui termine ultimo scade il 30 giugno prossimo, avendo fruito di sei mesi di proroga concessi dal Ministero, pensiamo che, sia pure in via sperimentale, considerati i limiti di tempo a disposizione si faccia ancora in tempo a dare qualche segnale in direzione del cosiddetto “Bilancio partecipativo”, inteso come strumento di trasparenza, relazione e comunicazione tendente a concretizzare e connotare un innovativo rapporto tra il Comune e il cittadino.

Più volte, anche nella mia veste di presidente della Consulta delle Associazioni, ho sollecitato l’Amministrazione comunale ad adottare questo strumento in cui la politica si fa incontro, ascolto, ma soprattutto azione diretta, partecipazione autentica che consente ai cittadini di scegliere come e dove investire le risorse del proprio Comune.

Premesso quindi che il Bilancio Partecipativo è una forma di partecipazione diretta dei cittadini alla vita della propria città al fine di contribuire alla elaborazione della politica municipale, si devono attivare al più presto “laboratori urbani”, in cui vengono recepiti bisogni ed esigenze del territorio, valorizzandone al contempo proposte, risorse e potenzialità, afferenti tematiche importanti, quali, vivibilità urbana, ambiente, lavoro, emergenze sociali, politiche giovanili, sicurezza, sviluppo economico

Tale idea trae origine da un insieme ordinato di norme e procedimenti (articoli da 6 a 10 del D.Lgs. 267/2000; Direttiva del 17/2/2006 del Ministero della Funzione Pubblica relativa alla rendicontazione sociale nelle amministrazioni pubbliche; Istituti di partecipazione previsti dallo Statuto comunale; e dal fatto che il Federalismo municipale propone nuovi modelli di partecipazione, alternativi agli attuali, essendo considerato non solo come autonomia, ma soprattutto come autogoverno reale;

Considerato che concertazione e partecipazione sono le parole d’ordine di un progetto di governance del territorio che si può realizzare solo se, ognuno per la sua parte – attori istituzionali, sociali e cittadini – contribuisce con idee e suggerimenti alla vita pubblica, anche mediante sondaggi, forum e news letter sul web; si ha, in tal modo il superamento della prospettiva piuttosto riduttiva dei solo criteri di efficacia, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa

Condividere i problemi, le opportunità e le scelte con i cittadini per meglio rispondere alle necessità ed alle esigenze della comunità significa, pertanto, promuovere un’idea forte e coinvolgente di cittadinanza che include anche chi abitualmente non partecipa alla vita politica della città, come i giovani, le donne e gli stranieri.

Invitiamo, a tal fine, il Consiglio comunale a: 1) prendere atto, quali parametri di riferimento, delle “Linee – guida per la rendicontazione sociale degli Enti locali” dell’Osservatorio per la Finanza e la contabilità degli Enti locali; 2) definire il percorso di perfezionamento del bilancio sociale che prevede, tra l’altro, la costituzione di un gruppo di lavoro interno all’Amministrazione; 3) coinvolgere tutti i soggetti portatori d’interesse prima e durante la presentazione della bozza di bilancio, la stesura finale, con l’approvazione la comunicazione; 4) dare mandato alla Commissione consiliare preposta di regolamentare e inserire nello Statuto comunale prevedendo: a) l’obbligo di adozione del bilancio partecipativo aperto a tutti i cittadini residenti, italiani e stranieri, che nell’anno corrente compiano i 16 anni di età e che lavorano in città; b) l’inizio a maggio e fine a dicembre. In questo modo le priorità emerse verranno inserite nel bilancio previsionale dell’anno immediatamente seguente; c) suddividere il territorio comunale in quattro quartieri, individuati considerando lo sviluppo storico, sociale ed urbanistico, in ognuno dei quali dovrà tenersi un’assemblea propositiva, seguita da almeno due a carattere tematico; d) al termine di questa prima fase, dovranno essere previsti i tavoli di fattibilità, che hanno lo scopo di analizzare ogni singola proposta dei cittadini dal punto di vista tecnico ed economico e di stabilirne la fattibilità tenendo conto del quadro di riferimento normativo e delle risorse finanziarie disponibili; e) l’ultima fase dovrà essere quella delle assemblee deliberative nelle quali dovranno essere messe in votazione le proposte delle priorità indicate dai cittadini.

Concludendo, le forme e i modi suggeriti sono in ogni caso suscettibili di correzione e integrazione, anche alla luce delle verifiche condotte sul campo. Resta ben salda, in ogni caso, la distinzione dei ruoli tra amministratori e cittadini. L’intenzione è e resta quella di creare un comune sentire tra governati e governanti sui problemi più sentiti e sulle possibili soluzioni. L’obiettivo dichiarato è coinvolgere un numero sempre maggiore di persone rispetto agli scorsi anni e comprendere così le vere esigenze dei cittadini.

Ai partiti la nostra carta costituzionale affida la funzione di formazione e orientamento della pubblica opinione, nonché di mediazione fra la comunità dei cittadini e le istituzioni; a queste ultime affida le responsabilità di governo. Riconoscere e rispettare questo ruolo dei partiti e delle istituzioni non significa, però, che i cittadini e, in particolare, le molteplici formazioni sociali in cui si esprime la società civile, debbano delegare loro ogni decisione di rilevanza collettiva, limitandosi poi a valutarla periodicamente nel segreto dell’urna elettorale.

La società civile può e deve collaborare con i partiti e le istituzioni anche nella formazione delle scelte di governo, deve far sentire la propria voce, specie nelle decisioni di maggior impatto sociale, come appunto la redazione del Bilancio di previsione, del Piano Urbanistico generale (PUG), del Programma Integrato di Riqualificazione delle Periferie (PIRP), del Piano Urbano del Traffico (PUT), delle politiche ambientali, dei Servizi sociali, culturali e giovanili, del Progetto di Rigenerazione Urbana (R.U.LAB), unico attualmente nel suo genere partecipativo, grazie all’Assessorato al Lavori Pubblici e alla Società cooperativa R&S, recentemente fatto oggetto di consultazione sia dagli studenti che dalle associazioni cittadine.

Quello che insistiamo a proporre, insomma, in coerenza con gli istituti di partecipazione dello Statuto comunale, è la costituzione di un “laboratorio urbano”, che faccia proprio il motto “Una città per tutti”, formato da cittadini stanchi di lamentarsi della bassa qualità della vita e di contestare l’inerzia delle istituzioni, la chiusura dei partiti ad un reale rapporto con la cittadinanza attiva, finalmente desiderosi di uscire dalla condizione di dipendenza, superficialità, qualunquismo, deresponsabilizzazione e disaffezione alla politica.

Nessun commento: