sabato 18 settembre 2010

SCUOLA: DIETA DIMAGRANTE

La situazione per il mondo della scuola è drammatica. Vanno in fumo migliaia di posti di lavoro e con questi le legittime aspettative di quanti hanno investito nella scuola e costruito un progetto di vita.
Con l’apertura del nuovo anno scolastico, la Puglia combatte su due fronti: il precariato, sempre più stretto dalle morse dei tagli del ministro Gelmini, e le condizioni delle strutture stesse, per le quali non ci sono fondi sufficienti.
La protesta degli insegnanti ha recentemente coinvolto anche Bari, che è stata punto di riferimento della mobilitazione pugliese. I posti a rischio nella nostra provincia, infatti, sono 1500 (400 alle elementari, 500 fra medie superiori e 400 per gli Ata). Salgono a 5000 (4000 docenti e 1000 Ata) in tutta la regione. Gli effetti dei tagli, dall’introduzione del maestro unico, delle classi con un minimo di 25 studenti e un massimo di 33 alunni inclusi i portatori di handicap hanno già penalizzato le immissioni in ruolo: le assunzioni dei docenti a tempo indeterminato sono state appena 246, ben 594 in meno rispetto all’anno scorso. Una speranza arriva dai 22 milioni di euro del Fondo sociale messi a disposizione dagli assessori regionali al Diritto allo studio e al Lavoro, per limitare i gravi disagi dei 1300 insegnanti precari e 350 bidelli messi alla porta dalla legge Gelmini, che diventano disoccupati senza nessun ammortizzatore sociale. L’obiettivo è il potenziamento degli organici attraverso il consolidamento del livello di competenza dei diplomati o in possesso di della licenza di scuola media.
L’idea è semplice: mettere in azione questo “esercito educativo” per aggredire in 250 scuole di periferia la dispersione scolastica e, dunque, per irrobustire il sostegno ai ragazzi più deboli, per qualificare, proprio in quei luoghi, l’offerta formativa. Insomma, la Regione vuole trasformare in risorsa quello che il Governo centrale considera una zavorra.
Se gli insegnanti quindi s’incatenano, si mettono in mutande, se chiedono ironicamente la protezione della “Beata Assunta”, non è solo perché, in molte migliaia, con gli amministrativi rischiano il posto.
Di tutto questo ed altro si parlerà nel convegno organizzato nell’ambito della Festa democratica del PD che avrà luogo il giorno 24 settembre a Corato in piazza Sedile.
Non si può pensare – è l’opinione degli organizzatori – che una classe dirigente si proponga il disegno di emendare la scuola senza esprimere , nel contempo, una volontà riformatrice più ampia. Non è chi non veda come nella scuola, negli ultimi decenni, quali che fossero i governi e le progettualità, si è fatto poco e niente, confusamente o casualmente, per rifondare le strutture scolastiche, i programmi, le infrastrutture, il personale. Per carenze di mezzi? Per incapacità? O per sottovalutazione della centralità della questione?
Non giova lo spettacolo di un docente che debba essere indotto ad esprimere tutta la sua rabbia per la caduta di tutela culturale e professionale cui lo sottopone la politica scolastica governativa. E non giova una riforma che, con forza e priorità, non metta mano a una decisa rivalutazione culturale, valoriale ed economica di questa antica professione.
La scuola è un mondo che ho abitato per circa quarant’anni. E’ dalla cattedra che ho imparato a ad ascoltare i giovani, tanto per fare un esempio. Sono, però un professore che è entrato nella scuola in un’epoca diversa da quella di oggi. Era tutto più facile, prima, si dice. E’ vero. Un percorso rigoroso di studi, la gavetta del precariato, un numero di anni pendolando in scuole lontane, o addirittura fuori regione, sacrifici, punti da accumulare. Sapevi però, che prima o poi, la salita ad un certo punto finiva. Prima o poi arrivava il concorso per il ruolo e ti potevi giocare le tue carte, avevi nelle tue mani la possibilità di chiudere la partita con l’incertezza della tua vita. Ora è diverso. Profondamente diverso.
Non basta la laurea, non basta la Ssis, non basta accettare il ricatto di tante scuole private (che “assumono” giovani insegnati gratis, in cambio di punteggio), non bastano gli anni di precariato nelle sedi lontane. Su questo quadro già critico è arrivato il disastro: il ministro Gelmini e i suoi tagli sconsiderati sono garanzia sicura per ottenere il contrario esatto della scuola di qualità che tutti auspichiamo.
Ben vengano quindi i provvedimenti della regione Puglia che verranno illustrati dall’assessore Alba Sasso nel convegno del PD e le riflessioni sulla “Emergenza educativa” proposte dalla Consulta della Cultura nel convegno successivo del 28 settembre presso il Liceo artistico. Sono questi due esempi di mobilitazione che danno vanto alla città di Corato e dimostrano due volti della politica che fanno la differenza con quella che siamo costretti a subire da parte di chi ci governa.

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