sabato 18 settembre 2010

2 OTTOBRE: FESTA NAZIONALE DEI NONNI

Il 2 ottobre – come negli anni scorsi – anche il nostro Comune celebrerà la “Festa nazionale dei nonni”, che è stata istituita dal Parlamento nel 2005 con la legge del 31 luglio n. 159, allo scopo di “celebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno della famiglia e della società”.
Rappresentando i nonni figure positive di riferimento fondamentale per le giovani generazioni, la suddetta legge, oltre a richiamare in causa Regioni, Province e Comuni, stabilisce che le scuole pubbliche e private, nell’ambito della loro autonomia, possano promuovere, in occasione della ricorrenza, iniziative di valorizzazione del ruolo dei nonni attraverso riflessioni, dibattiti e approfondimenti nei relativi e crescenti compiti spettanti ai nonni stessi sia nella famiglia che nella società.
L’occasione può essere spunto anche di incontro intergenerazionale nelle classi, prevedendo, ad esempio, la partecipazione, secondo la disponibilità, dei nonni degli alunni come fonte primaria di esperienza e di racconti sui diversi percorsi di vita di ciascuno, ognuno sicuramente ricco di stimoli per i ragazzi e le ragazze.
La legge prevede altresì che il Presidente della Repubblica conferisca annualmente un “Premio nazionale del nonno e della nonna d’Italia”, in favore di 10 nonni che nel corso dell’anno si siano distinti per aver compiuto azioni particolarmente meritorie sul piano sociale.
Le loro “buone azioni” saranno giudicate da altrettanti nonni: sarà infatti nominata ogni anno un’apposita commissione composta da cittadini ultrasessantacinquenni, che avrà il compito di valutare le dieci azioni socialmente più meritevoli compiute da nonni, valutabili sulla base di informazioni acquisite da qualsiasi fonte.
Tra gli eventi celebrati dal nostro Comune è rimasto memorabile quello del 5 ottobre 2008, in cui i nonni furono festeggiati con un concerto di Bobby Solo, un 63enne tutto pepe, esponente della musica di altri tempi. Il tutto fu reso possibile per l’impegno degli assessori alla Coesione sociale e alla Cultura, che si avvalsero della collaborazione delle associazioni “Terza Età”, “Il Castoro”, “Voglia di vivere”, “U.T.E” ed ”Edith Stern”, associazioni di volontariato locali che da sempre si prodigano e collaborano attivamente con i cittadini e l’Amministrazione comunale.
Per quanto apprezzati ed interessanti questi eventi non possono esaurire il discorso intorno alla “terza età” che richiede da sempre una forte integrazione dei servizi territoriali di assistenza. Assistenza dovuta non solo ai soggetti deboli e non autosufficienti, ma anche aiuto, protezione e sostegno morale a quegli anziani autosufficienti, in buone condizioni di salute, ma che comunque rischiano l’emarginazione, l’isolamento o anche semplicemente che vivono passivamente, subendo le difficoltà tipiche dell’ultima fase della vita terrena, quasi dimenticati dalla società. Non avendo bisogno di assistenza, in quanto autosufficienti, questi soggetti, pur bisognevoli di attenzione e di umanità, rimangono spesso soli. Ma si sa, la solitudine non è una malattia, anche se a volte, però, è peggio.
In sintesi, l’ambito locale di integrazione dei servizi dovrebbe produrre una fattiva lotta all’isolamento sociale degli anziani. Come? Realizzando un progetto di rete tra le istituzioni, le associazioni e le nuove generazioni, con l’obiettivo di favorire le relazioni familiari, sociali e di aiuto solidaristico, stando loro vicino e favorendo il loro reinserimento sociale attraverso azioni di stimolo alla partecipazione civica attiva.
E’ necessario che tutte le generazioni partecipino all’impegno culturale ed educativo di riscoprire il valore positivo della vecchiaia. Da una parte è necessario aiutare gli anziani di oggi a cogliere il senso della loro età, ad apprezzarne le risorse e a sconfiggere la tentazione del rifiuto, dell’autoisolamento, del senso di inutilità, della disperazione. Dall’altra occorre stimolare le nuove generazioni a preparare un contesto umano, sociale e spirituale, nel quale ogni persona possa vivere con dignità e pienezza questa tappa della vita.
La costruzione dell’auspicata “società multi - generazionale” reggerà solo se a fondarla sarà il rispetto per la vita in tutte le sue fasi. La presenza di tanti anziani nel mondo contemporaneo è un dono, una ricchezza umana e spirituale nuova. Un segno dei tempi che, se compreso e accolto, può aiutare l’uomo di oggi a ritrovare il senso della vita.
Gli anziani devono essere stimolati a vivere dentro la società, finché le forze lo permettono, da membri vivi, attivi e responsabili. Ma devono essere messi anche in grado di influenzare le politiche che riguardano sia la loro vita che quella della società in generale e ciò, mediante organizzazioni di categoria e rappresentanze politiche e sindacali.
Va quindi incoraggiata la creazione di associazioni di persone anziane e vanno sostenute quelle già esistenti. Camminare con gli anziani e verso gli anziani è dovere di tutti. L’anziano deve divenire sempre più consapevole di avere ancora un futuro da costruire, perché non è esaurito il suo impegno di testimoniare ai piccoli, ai giovani, agli adulti, ai suoi stessi coetanei il valore della vita, della fraternità e della solidarietà.

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