martedì 7 settembre 2010

FESTA DEMOCRATICA: APPUNTI PER IL PD, IDEE, SPUNTI E RIFLESSIONI

Il Partito Democratico, come ogni anno, si accinge a celebrare nella nostra città, in piazza Sedile, nei giorni 24, 25 e 26 settembre la “Festa democratica”. L’evento, ormai tradizionale, ruoterà attorno all’emblematico e significativo tema dal titolo “Dialogo tra le differenze”, che vedrà la partecipazione oltre che dei quattro consiglieri comunali Maria Bovino, Tommaso Loiodice, Michele Arsale e Francesco Mazzilli, anche di importati personaggi politici ed esponenti della realtà socio-economica cittadina provenienti sia dal mondo politico e amministrativo, che da quello imprenditoriale e musicale.
Non si conoscono ancora i nomi degli invitati a dibattere i problemi politi più attuali, tra i quali primeggiano innanzitutto la non più tanto remota possibilità di andare alle elezioni e la conseguente proposta del segretario nazionale del PD Pier Luigi Bersani di realizzare il “Nuovo Ulivo”.
Non saranno sicuramente trascurati i temi critici dell’economia, della scuola, dell’agricoltura, del lavoro, della riforma elettorale, della giustizia, dei giovani, delle piste ciclabili, ma l’attenzione prevalente sarà certamente rivolta alla crisi della maggioranza di governo, alle modalità del rapporto con i finiani, alle alleanze elettorali, alle priorità programmatiche.
Sicuramente verrà proposta un’alleanza democratica per una legislatura costituente. Un’alleanza capace finalmente di sconfiggere un’interpretazione populista e distruttiva del bipolarismo, capace di riaffermare i principi costituzionali, di rafforzare le istituzioni rendendo più efficiente una salda democrazia parlamentare (a cominciare da una nuova legge elettorale) e di promuovere un federalismo concepito per unire e non per dividere
Ma chi farebbe il premier di un governo simile? Nella nostra città sono tanti quelli si augurano che la scelta venga fatta attraverso le primarie, cui ha già dato – com’è noto - la propria disponibilità il leader di Sinistra e Libertà e attuale presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, che dovrebbe vedersela con il candidato naturale del PD – come vuole lo statuto, che è Pier Luigi Bersani.
Come si vede, carne al fuoco ce n’è abbastanza. Si tratta, però, non solo di saperla cucinare ma anche di farla ben digerire ai tanti scettici interni al partito e a tutti quei cittadini delusi dalla politica che ingrossano sempre più le file degli astensionisti.
Il fermento politico che si sta sviluppando in questa caldissima estate è un sintomo inequivocabile della volontà dei partiti di opposizione di voltare pagina ed offrire al Paese una proposta nuova, senza dimenticare il passato e l’identità autentica del proprio impegno politico.
Elettori e simpatizzanti – come hanno dimostrato le recenti elezioni regionali che hanno visto molto apprezzata la candidatura locale del segretario Riccardo Mazzilli, esprimono il bisogno di un partito democratico forte e unito, con una guida autorevole e collegiale, in grado di non arroccarsi sulla difesa dell’oligarchia privilegiata dei soliti eletti e di assurgere al ruolo di leadership dell’intera coalizione di centrosinistra. Non solo per la forza dei numeri, ma soprattutto per le idee e per una proposta politica per una proposta politica in grado di determinare e di supportare al meglio le grandi scelte che gli elettori si attendono.
Il PD, inoltre, per essere novità deve mostrare novità, sia a livello locale che nazionale, scommettendo seriamente sul ricambio generazionale, sui volti nuovi e freschi, sulle donne che vorranno dare il loro contributo attivo, sul mondo dell’associazionismo.
Il partito Democratico va pensato come protagonista di una nuova democrazia dei partiti: popolare e partecipato, che fa del radicamento e dell’apertura la sua forza. Le primarie possono attivare un processo di partecipazione democratica capace di rigenerare il centrosinistra e di rivitalizzarne la politica, mettendo insieme i cocci delle divisioni e ritessendo la tela dell’unità, sapendo soprattutto che in gioco non ci sono solo i destini del centrosinistra, ma anche il futuro dell’Italia.
Occorre, pertanto, darsi un metodo di lavoro ed elaborare un’ipotesi di processo per l’istituzione delle Consulte territoriali o di quartiere come strumenti di informazione, di dialogo e di partecipazione. Si tratta, cioè di costituire dei canali di ascolto e di comunicazione della coalizione con le realtà della società civile organizzata, gli operatori economico, sociali, culturali, famiglie e singoli cittadini. Ma possono anche essere uno degli strumenti attraverso i quali poter formare una nuova classe dirigente politica a livello locale, anche in vista delle successive elezioni amministrative. Sono, insomma, una specie di “fabbrica del Programma” di prodiana memoria, che può essere organizzata dalla coalizione di centrosinistra all’insegna del motto “Un’Italia e una Corato migliore sono possibili”. Una grande sfida e una grande responsabilità: dobbiamo esserne all’altezza e, soprattutto credere sino in fondo che un’altra politica è possibile.
Presidente del Centro Studi Politici “A. Moro”

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