lunedì 21 novembre 2011

INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL FORUM DEGLI AUTORI PROF. VITO DE LEO AUTORE DEL LIBRO “VADEMECUM PER GLI AUTORI ESORDIENTI”

Qual è, secondo lei, il problema centrale che deve affrontare un autore esordiente, la cosa sulla quale maggiormente concentrasi?

Il problema centrale è la scelta dell’editore. Ora: premesso che ognuno sia giunto a scrivere racconti, romanzi o poesie seguendo un suo percorso assolutamente personale, a un certo momento di questo percorso, o prima o durante, ci si domanda quasi inevitabilmente: “E adesso? Rendo pubblico ciò che ho scritto? Esco allo scoperto e racconto ad altri ciò che ho pensato e scritto?

Questo è un dilemma che in vari casi ha scatenato non poca ansia e liberato molta emotività: il rapporto tra l’autore e la propria opera è particolare e, quindi, dover decidere di rendere pubblico ciò che si è scritto può causare una serie di dinamiche attivate in base alla propria vicenda personale.

Resta, comunque, il problema originario: la scelta dell’editore. E questa deve avvenire secondo vari criteri.

Quali?

Ci sono ancora molti scrittori non professionisti che spediscono il loro manoscritto così, in giro, a tutti gli editori, senza aver fatto alcuna analisi del loro profilo.

Bisogna, invece, analizzarne la linea editoriale e soppesare il proprio lavoro in questo valutare se un tale editore pubblica autori noti, meno noti, sconosciuti, o se tende a scegliere sempre gli stessi nomi, analizzarne la linea editoriale e soppesare il proprio lavoro in questo senso, cercando di valutare in base a queste variabili la possibilità di successo.

Nel suo libro “Vademecum per gli autori esordienti” si parla della tentazione del grande editore”. E’ una tentazione forte, come resisterle?

Ecco: nell’attuare questa scelta poi bisogna tener presente un altro fattore, che io chiamo appunto “la tentazione del grande editore”.

A meno che l’aspirante autore abbia già un suo profilo particolare,con una sua storia professionale che potrebbe renderlo maggiormente benvoluto, in genere il grande editore è da lasciare, inizialmente, da parte. Troppo spesso ho visto negli anni autori che si sono incagliati in questa sorta di ossessione.

La distribuzione pesa molto sul successo di un libro…

La distribuzione è una nota un po’dolente per tutti: si tratta di razionalizzare questo problema, magari dandosi da fare con eventi pubblici da organizzare nella biblioteca o nelle librerie locali… Certe cose si muovono di conseguenza.

Ma chi è l’editore?

L’editore è una persona che per professione pubblica i libri in modo “tradizionale”, ma può essere anche l’editore che si è associato aduna scuola di scrittura xy e con la quale magari pubblica una rivista o editore può pure essere l’editore del quotidiano locale che promuove un’antologia annuale di racconti ambientati nel territorio o, ancora, editore può essere quel pool di editori che non scelgo io, ma che hanno sancito una sorta di alleanza silenziosa con il concorso x o con la scuola di scrittura x e che pubblicano i testi migliori… Non è detto che si debba attingere un nome dal catalogo ufficiale, ma l’editore può essere la biblioteca locale in cui mi presento con i miei racconti o con le mie poesie, dove vado a leggere le mie poesie, a leggere i miei testi, confrontandomi con il pubblico.

Bella idea quella del confronto con il pubblico!

E’importantissimo, nel senso che il pubblico giudica in maniera obiettiva: non è il papà o la figlia o in generale la famiglia, che potrebbe non essere molto sincera nei confronti del parente scrittore, ma è formato da lettori assolutamente normali che vogliono essere dilettati, avere qualche ritorno emotivo.

Le biblioteche sono spesso un trampolino tra l’autore e la libreria, tra l’autore e l’editore.

Secondo lei può essere importante affidarsi ad un agente letterario?

E’ difficile trovare agenti che accettino scrittori non professionisti od opere inedite. Ma possono prendere più facilmente. Ad esempio, un primo lavoro scritto da un traduttore: essere un traduttore è già un buon inizio, significa che già si è abituati a lavorare sul testo… Dobbiamo capire che l’agente abitualmente ha già molti scrittori da seguire e perciò prenderne uno nuovo rappresenta per lui tutto lavoro in più, soprattutto se non lo conosce.

Inoltre, attenti: spesso gli agenti usano gli editori come una sorta di “richiamo”, per poter dire: “Guardate che noi abbiamo contatti con…”, ma verificate sempre che i loro autori siano davvero riusciti a pubblicare con quell’editore.

Se decidiamo comunque di tentare, a chi dobbiamo indirizzare il manoscritto in casa editrice?

Se è una struttura attenta potrebbe arrivare a destinazione in ogni modo, ma la persona a cui rivolgersi formalmente è il direttore editoriale. In questo modo date un segnale in qualche modo di competenza, cioè dite: “Non sono uno che non sa neppure che esiste un direttore editoriale in una casa editrice”.

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