domenica 2 gennaio 2011

QUALE FUTURO PER I NOSTRI GIOVANI?

Com’è noto il tema dominante dell’attualità politica, economica e sociale degli ultimi mesi dell’anno appena concluso è stato quello relativo ai giovani ed al loro futuro a cui, molto opportunamente, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dedicato il suo discorso augurale di fine anno. “Dedico loro questo messaggio, perché i problemi che essi sentono e si pongono per il futuro sono gli stessi che si pongono per il futuro dell’Italia”. Il capo dello Stato ha ribadito la propria “preoccupazione” per “il malessere diffuso tra i giovani” e per “il distacco ormai allarmante tra la politica, tra le stesse istituzioni democratiche e la società, le forze sociali, in modo particolare le giovani generazioni”.

Come non ricordare anche il ventiquattrenne caporalmaggiore alpino Matteo Miotto, ennesima vittima della guerra in Afganistan, che ha reso la vigilia di Natale tanto triste per la sua famiglia e tutti gli italiani?

I giovani, dunque, ancora una volta protagonisti in un mondo che li vede ora attori, ora spettatori, ora vittime.

Non sempre, tuttavia, gli attributi che definiscono il mondo giovanile sono lusinghieri. Al contrario, attorno a questo mondo vaga una sorta di stereotipo dove droga, delinquenza o comunque vagabondaggio, la fanno da padroni. Troppo facile mettere in evidenza le caratteristiche negative che contraddistinguono qualcosa o qualcuno soprattutto se si tende a generalizzare ignorandone le cause o comunque non apportando validi esempi, come ha detto, per esempio, il sen. Maurizio Gasparri in riferimento alle manifestazioni di violenza svoltesi a Roma durante i cortei di protesta contro la riforma universitaria, o scritto il sig. Francesco Mininno con la sua nota pubblicata il 2 gennaio scorso su Coratolive, a proposito dello spettacolo in piazza del 31 dicembre, che sicuramente non appartengono al modello d’impegno realizzato dalla quasi totalità dei giovani. Giovani che sono anche molto lontani dagli autori del raid notturno realizzato a Terlizzi, a casa del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Si è trattato, infatti, soltanto di quattro giovani esaltati, incapaci di manifestare democraticamente il proprio dissenso. E’ questo, in ogni caso, un altro episodio che deve far riflettere tutti coloro che sono impegnati a dare realmente alla comunità stimoli nuovi, attraverso la politica, l’informazione, la cultura, l’arte, la musica.

Tutto ciò va sfatato a vantaggio di quei giovani che oggi lottano contro i mulini a vento per difendere i valori in cui credono, dando uno schiaffo morale a tutti coloro i quali si arrendono senza neppure cominciare a combattere. E’ questa una proposta che ha anche un’evidente valenza educativa perché oltre ad indicare ai giovani i diritti concreti che devono imparare a rivendicare, li aiuta a individuare i propri doveri verso se stessi, verso la comunità, valorizzando il loro “esserci” per costruire e per progettare la convivenza di tutti. Un esempio costante in questo senso ci viene offerto dal consigliere delegato alle Politiche culturali Giuseppe d’Introno e dal consigliere delegato alle Politiche giovanili Luigi Menduni, da una parte, e da Francesco Mazzilli consigliere comunale del PD, dall’altra.

In questo senso va segnalato il “dicembre coratino” caratterizzato da un ricco calendario di eventi, che ha avuto il suo clou la notte d San Silvestro con l’acclamata partecipazione di Giuliano Palma e del complesso “The Bluebeaters”, precedentemente intervistati dai giornalisti locali, il cui denominatore comune è stato, anche qui, il ruolo dei giovani in questa nostra società per tanti versi contraddittoria e non sempre attenta ai talenti. “Qual è la via giusta per migliorare le cose, per valorizzare i talenti, per forgiare un futuro meno problematico del presente” – ha chiesto, tra gli altri, il direttore di “Eventi & commenti” Giuseppe Arbore. La risposta del cantante è stata degna di nota: “E’ indispensabile una riscoperta dei valori umani, dei valori morali, che pongono non il guadagno ma l’uomo al centro dell’interesse. Perché questa concezione possa piantare le proprie radici nella nostra società è necessario un ulteriore valore essenziale: il coraggio”.

L’attuale società, però, appare sempre più immersa nel quotidiano e lenta nel preparare un futuro degno per le nuove generazioni. Una società che fa poco per coinvolgere i giovani – ad eccezione del momento elettorale - che li spinge sempre più ad allontanarsi non solo dalla politica ma anche dal proprio paese in cerca di fortuna.

Ancora una volta, come Centro Studi Politici “A.Moro” invitiamo tutti a porre al centro della loro attenzione e del proprio impegno personale ed istituzionale la necessità di affrontare in modo condiviso tutti gli argomenti relativi alla sussidiarietà e alla partecipazione, per definire, una volta per tutte, il ruolo dei cittadini e della società civile nell’elaborazione delle scelte pubbliche.

Le politiche di prevenzione delle droghe, per esempio, devono essere politiche di promozione della coesione sociale, di valorizzazione del territorio, di recupero della periferia e dell’ambiente urbano, di recupero della funzione educativa degli adulti, di incentivo alla socializzazione, di promozione di interventi integrati per i gruppi di giovani esposti alla marginalità sociale.

Siamo convinti che bisogna ridare entusiasmo agli elettori ed ai giovani, che tutte le forze politiche debbano concentrarsi prioritariamente sull’opportunità di creare le condizioni per una vita lavorativa e socio-culturale accettabile, in contrappunto alle alchimie che si consumano nelle segreterie dei partiti. I cittadini non siano semplici “consumatori” di una politica calata dall’alto in modo distratto e sofferente. La Politica, al contrario, deve essere manifestazione di una “Cittadinanza Attiva, soprattutto da parte dei giovani, che non possono essere considerati semplicemente dei “bamboccioni”.

Bisogna saper leggere i segnali di una nuova generazione che avanza, che spera nel futuro. Il sadismo della generazione adulta deve finire. Una volta li chiamano talenti, il giorno dopo bambocci.

Certo che se a questi giovani, anziché prediche, offrissimo pratiche sarebbe meglio. Servizi e tutele minime. Stimoli concreti, non solo parole.

Un modo per coinvolgerli potrebbe essere quello di prevedere nel prossimo bilancio comunale, che ci auguriamo almeno questa volta veramente “partecipato” di stanziare una somma a favore dei giovani per stimolarne la creatività e favorire iniziative a beneficio della collettività, avendo come modello il Progetto regionale denominato “Principi attivi”. Ovviamente, dopo aver ascoltato i pareri del Consiglio Comunale dei Giovani e del Forum dei Giovani, che devono continuare a proporsi come luogo d’incontro e di discussione, di crescita e confronto sulle tematiche più varie che li riguardano allo scopo di elaborare programmi e progetti concreti da sottoporre all’attenzione del Consiglio e della Giunta comunali.

Il privilegio di pensare è un virus: giovani provate a diffonderlo, non tenetelo per voi come tendono a fare molti adulti, che hanno rinunciato a credere nel cambiamento degli altri perché non credono più nel loro.

Spazi per i giovani, gestiti dai giovani, dunque, ma anche strumenti di partecipazione e di potere per contare nella vita della comunità e grandi incentivi alle esperienze di volontariato soprattutto quello che loro prediligono, non solo cura della persona, ma pratiche di solidarietà internazionale, della mondialità.

Di qui, l’invito, sentito e appassionato che rivolgiamo a tutti i giovani a partecipare con piena consapevolezza al dibattito cittadino. Il fine è costruire, insieme, il progetto e il futuro per la mostra Città.

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