domenica 30 gennaio 2011

LAVORARE UNITI PER ESSERE CREDIBILI E VINCENTI

Mentre in Italia la politica si è ormai ridotta agli scontri televisivi tra difensori e accusatori del premier, alle manifestazioni di piazza del PDL e di Santoro ed alla raccolta di firme promossa dal PD per indurre il Capo del Governo a rassegnare le dimissioni, anche a Corato, sul versante politico, sta succedendo qualcosa.

Corre voce, infatti, che presto il partito del Presidente della Camera Gianfranco Fini, il FLI, aprirà una sede nel nostro Comune, sottraendo così al PDL sicuramente dei voti. E’ di questi giorni, poi, la polemica tra il consigliere comunale Luigi Patruno, che ha denunciato il suo allontanamento dal partito di maggioranza, essendo stato “intimato dal Sindaco Luigi Perrone di non partecipare più alle riunioni del partito ed agli incontri del gruppo consiliare…Tutto questo con il pretesto del mio rifiuto a riconoscermi nel partito….che a livello locale è condotto con metodi autoritari”. Pronta la replica del sindaco, secondo il quale “Il PDL non ha cacciato nessuno”, cui è seguito anche un lungo comunicato stampa del capogruppo consiliare Pasquale Pomodoro sul rapporto tra gruppi consiliari e partiti politici e secondo il quale “Chi è eletto in un partito ne accetta la linea politica. Altrimenti tradisce”.

Ma mentre da una parte ci si divide, dall’altra, sul fronte opposto, ci si unisce. Ci viene comunicato attraverso pubblici manifesti e articoli pubblicati sui siti web locali e sul “Notiziario”, infatti, che gran parte degli iscritti al Partito Socialista di Corato hanno deciso in un’assemblea di di aderire al Partito Democratico, in quanto questo partito “racchiude in sé le ragioni del “riformismo”, della “laicità” e del “liberalismo politico” e che si pone come l’unica prospettiva politica possibile e sostenibile a sinistra”. Ne consegue, che in Consiglio comunale, mentre il PDL perde Luigi Patruno, il PD acquisisce Francesco Stolfa. Ma anche se non avrà più alcuna rappresentanza in Consiglio, il PSI di Corato non cesserà di esistere, secondo quanto comunicato su Coratolive da alcuni iscritti.

Così, mentre il PD si evidenzia sempre più come un “cantiere aperto” e punto di riferimento per tutti coloro che credono nei valori democratici e costituzionali di libertà e uguaglianza, nel principio personalistico della sussidiarietà, del pluralismo sociale e dell’autonomia: principi e valori, figli delle tre grandi culture moderne (cristiana, socialista e liberale), si afferma anche la necessità condivisa da tutti i partiti di opposizione di dare vita ad una coalizione di centro-sinistra ben organizzata e diretta, capace di dare vita ad una sorta di “Governo ombra”.

Solo così si potrà dimostrare non solo di essere all’altezza del compito affidato loro dagli elettori, ma anche di allargare la partecipazione e di saper preparare una classe dirigente all’altezza della situazione e pronta a sostenere in modo vincente le prossime sfide.

In questa prospettiva, ogni partito deve assumersi la responsabilità di rimettersi in discussione per poter meglio corrispondere alle attese dei concittadini. Si tratterà, pertanto, non tanto di fare un lungo e noioso elenco di cose da fare, quanto di individuare un messaggio di prospettiva che faccia da collante alla coalizione e tra questa e gli elettori.

Bisogna, perciò, iniziare presto un lavoro di ricerca dei soggetti interni ed esterni ai partiti, che siano in grado di partecipare sia alla discussione sulle linee programmatiche, che alla futura competizione elettorale vera e propria.

Conseguentemente, occorrerà darsi un insieme di regole che disegnino l’organizzazione e il funzionamento della coalizione. Occorre, di conseguenza, attivare al più presto tavoli di elaborazione e concertazione con le diverse realtà socio-economiche e culturali, ben sapendo che ridurre il coinvolgimento alle sole alchimie del marketing politico non è più sufficiente.

Concludendo, per attivare mondi di consenso non consolidato, occorre far emergere le grandi discriminanti valoriali, personalizzare il rapporto con l’elettore, ridurre al massimo le forme di mediazione nella comunicazione, coinvolgere attivamente nei processi di selezione della rappresentanza politica gli iscritti e gli elettori, predisporre le condizioni per una militanza attiva di iscritti e simpatizzanti.

Sarebbe questo, indubbiamente, un modo nuovo di fare politica, veramente dalla parte della gente. Il che vuol dire trasformare i bisogni e le speranze di solidarietà in concreta e creativa proposta politica.

Noi del Centro Studi Politici “A. Moro” siamo convinti che solo a partire da questa ottica si può incarnare il valore della sussidiarietà. La coerenza che tutti sapremo dimostrare in questo impegno è ciò che ci farà veramente diversi dagli altri.

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