lunedì 24 gennaio 2011

GENNAIO: IL MESE DELLA “MEMORIA”

Nel mito greco Mnemosyne, la memoria, è la madre delle Muse ossia di tutte le arti, di ciò che dà forma e senso alla vita, proteggendola dal nulla e dall’oblio. E’ il senso che, in occasione della MESE DELLA MEMORIA 2011” diverse associazioni culturali stanno dando a tante manifestazioni sul tema dell’Olocausto.

La memoria, infatti, è il fondamento di ogni identità, individuale e collettiva, che si basa sulla libera conoscenza di se stessi, anche delle proprie contraddizioni e carenze, e non sulla rimozione, che crea paura ed aggressività. Custode e testimone, il ricordo è pure garanzia di libertà.

Dedicare ufficialmente il 27 gennaio al “Giorno della Memoria”, istituito dal Parlamento italiano nell’anno 2000 in ricordo della Shoah: lo sterminio di sei milioni di ebrei nei campi di concentramento del Terzo Reich, comporta sicuramente un momento di riflessione, di cordoglio, di espiazione al pensiero di migliaia di famiglie trucidate, volutamente fatte sparire dalla storia e dalla coscienza storica. Una mattanza orribile, attuata con fredda ferocia dai nazisti agli ordini di un folle dittatore. Un genocidio pianificato ed attuato sulla scorta di pregiudizi razziali secolari e di teorie pseudoscientifiche.

Meritoria quindi è ogni iniziativa di tutte quelle scuole che hanno voluto coinvolgere gli studenti, bisognosi, più che mai, di non dimenticare, di alimentare la propria coscienza di uomini e di futuri cittadini con la memoria di ciò che è accaduto e che mai vorremmo che fosse successo.

Anche quest’anno molti studenti prenderanno parte alla grande iniziativa dell’Associazione “Terra del Fuoco: “Il Treno della Memoria”. Il progetto prevede un percorso di formazione storico-culturale ed il viaggio in treno da Bari fino a Cracovia, in Polonia. Di lì i ragazzi raggiungeranno i campi di sterminio e concentramento di Auschwitz e Birkenau. La partenza del treno pugliese è prevista per il 12 febbraio, con rientro il 18. Esso è innanzitutto un percorso educativo che poggia si poggia su quattro parole-chiave, che ne scandiscono anche lo svolgimento temporale: Storia, Memoria, Testimonianza, Impegno.

In questa prospettiva va annoverato anche l’evento teatrale e musicale intitolato “Voci di vento – I bambini dell’olocausto” programmato per il 26 gennaio, alle ore 19,30, presso la Parrocchia San Domenico di Corato, che vedrà la partecipazione dei musicisti Chiara Liuzzi, Annaklisa legato, Adolfo La Volpe e Antonio Latela.

“Ricordate che questo è stato”: è il comando di Primo Levi nel suo libro “Se questo è un uomo” ed esso è e deve essere sempre vivo, sempre attuale. Perché la memoria è un bene fragile, e facile a disperdersi sotto il peso potente e grave, del quotidiano che ci distrae, ci disorienta, ci porta altrove.

Ben venga quindi la “Giornata della memoria”, ben vengano mille “Giornate della memoria”, perché il nostro ricordo sia puntuale e sia completo, e la nostra indignazione non si eserciti solo sul passato, e su un passato. E dalla pietà per i cremati nei lager e dalla condanna implacabile degli aguzzini con la svastica tragga linfa la nostra memoria, perché sia vigile e accorta nel considerare anche altre violenze, altre vittime, altri olocausti. Perché la memoria, la storia, letteralmente, ciò che abbiamo visto e possiamo raccontare, hanno un senso solo se, contemplando il passato, si rivolgono al presente, se lo rendono avvertito degli errori fatti, se, insomma, contribuiscono a costruirlo e a migliorarlo.

Il giorno del ricordo deve rappresentare per tutti noi l’impegno ad essere promotori di pace contro ogni conflitto e discriminazione, perché crimini come quelli delle foibe non abbiano più a ripetersi.

Un messaggio in tal senso ci piacerebbe poterlo ricevere dal nostro Consiglio comunale, appositamente convocato dal suo presidente Pasquale Tarantini, aperto ai giovani, a chi ha vissuto in quel tragico periodo storico, alle istituzioni scolastiche e culturali, per la votazione di un apposito ordine del giorno nel quale si esprime solidarietà al popolo ebraico, ai deportati italiani e a tutti coloro che subiscono violenze per la propria razza, per la propria ideologia, condannando ogni costrizione da qualsiasi colore politico essa provenga.

Nella consapevolezza che solo attraverso la memoria storica la convivenza civile di una nazione possa fondarsi su veri valori della democrazia. Riflettere sui gravi errori del passato significa poter preparare un futuro migliore alle giovani generazioni, valorizzando, in antitesi alla violenza e alla discriminazione, i principi di solidarietà, di pluralismo, di pace.

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