giovedì 18 dicembre 2008

20 Novembre 2008: Giornata mondiale sui diritti dell’infanzia

Il 20 novembre di 19 anni fa i rappresentanti degli Stati di tutto il mondo, presso la sede dell’O.N.U. hanno sottoscritto la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Questo importante documento dice tra l’altro all’art.14 che i bambini hanno diritto di esprimersi sulle cose che li riguardano.
La costituzione del Consiglio comunale dei Ragazzi, che da anni continuiamo a proporre agli amministratori comunali avrebbe sicuramente significato che i bambini non vanno considerati come cuccioli dell’uomo, ma con la dignità vera di persone con propri diritti e bisogni, non più oggetto delle scelte degli adulti, ma protagonisti della propria vita. E’ successo alle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e, non ancora a Terlizzi, a differenza del Comune di Corato che su proposta del centro Studi “Aldo Moro” , lo ha fatto insediare per la prima volta il 16 dicembre 2006 e da pochi giorni si sono concluse le operazioni di voto per il secondo mandato.
E’ significativo che nel 1997 in Italia sia stata approvata sull’onda di questa nuova cultura dell’infanzia la legge 285 “Promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia”, con la quale anche a Terlizzi sono state costituite numerose occasioni per l’esercizio del diritto al gioco, all’espressione, alla comunicazione, allo stare insieme, all’istruzione. In definitiva, del diritto di cittadinanza. Con questa legge, infatti, si sono fatte nascere ludoteche, centri giochi per i più piccoli di tre anni, classi “primavera”, consigli comunali dei ragazzi, laboratori, centri di aggregazione, ludobus, scuolabus e pedibus e iniziative simili come quelle promosse dalle scuole elementari locali.
Il 20 novembre, quindi, per ricordare, ricordarci, di ascoltare la voce dei ragazzi sulle cose che li riguardano direttamente. Per fare questo bisogna mettere i ragazzi nelle condizioni adeguate, senza controlli, senza fretta, potendo far dire ciò che vogliono anche sbagliando, senza rischi di ironia da parte degli adulti.
Il Comune che altro può fare in questa direzione? Mi permetto di richiamare ancora una volta l’attenzione su alcune proposte fatte negli ultimi anni, anche a nome del Centro Studi Politici “Aldo Moro”, non hanno trovato ancora riscontro.
Mi riferisco, in particolare, alla partecipazione al concorso indetto dal Ministero dell’Ambiente per “Il miglior progetto per una città sostenibile delle bambine e dei bambini”, che ha visto per ben due anni consecutivi le due cittadine vicine di Ruvo e Molfetta aggiudicarsi il sostanzioso premio di 100.000 euro.
Ricordo ancora il documento intitolato “Carta educativa per la città - Per una città a misura dell’infanzia e dell’adolescenza” nel quale esprimevamo la convinzione che l’assetto dello spazio urbano deve evidenziare il riconoscimento delle esigenze ludiche e creative dei bambini e dei giovani e deve permettere un’apertura verso altre città e verso la natura, tenendo conto dell’interazione tra queste ultime ed il resto del territorio.
Rinnovo ancora la richiesta al presidente del Consiglio comunale di far nominare dal Consiglio il sindaco “Difensore civico dell’infanzia”.
Non parliamo poi dell’ultima proposta di costituire un “Osservatorio sociale” sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza nella nostra realtà cittadina, con particolare riferimento ai meccanismi di esclusione e di emarginazione, in particolare quelli relativi ai figli di immigrati o profughi, i quali devono poter sentire che la città è anche loro.
In conclusione, continuiamo a proporre la costituzione di un Forum dei giovani, da istituire e regolamentare come il Consiglio comunale dei ragazzi. Anche i giovani hanno il diritto di riflettere e partecipare alla messa a punto di programmi educativi e amministrativi, oltre che a ricevere gli strumenti necessari che permettano loro di scoprire una volontà pedagogica e sociale nella struttura e nella gestione della propria città, nei valori da essa sostenuti, nelle celebrazioni organizzate, nelle campagne preparate, nell’interesse dimostrato nei loro confronti o nel loro modo di ascoltarli.
Tutti argomenti che potrebbero diventare oggetto di un’apposita seduta di Consiglio comunale, con l’invito a partecipare e ad esprimersi ai ragazzi e giovani nostri giovani concittadini. Sarebbe questo sicuramente un modo concreto per non limitarsi alle celebrazioni annuali, che durano lo spazio di un giorno, quando invece l’interesse e l’ascolto nei loro confronti deve essere realmente avvertito da chi aspira a diventare cittadino attivo. Il primo passo è dare ai bambini ed ai giovani una voce. Il secondo è ascoltarli. Il terzo è gridare tutti insieme: “Tutta mia la città…”.
A seguire, costituire un “Coordinamento cittadino per la tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, ossia un comitato che raccolga tutte le forze provenienti dal volontariato laico e religioso a contatto ogni giorno con i più piccoli, con l’obiettivo di costruire una sinergia per realizzare una città maggiormente a misura di bambino, sviluppare le progettualità comuni, senza dimenticare l’esigenza di un nuovo approccio metodologico dei servizi sociali alle emergenze che riguardano famiglie e minori.

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