martedì 25 novembre 2008

Sicurezza, legalità e giovani : quali politiche?


Giovani terribili arrestati dalla polizia”(6/9/08), “A soli 15 anni assaltò la Banca Carime: acciuffato baby rapinatore“ (11/9/08), “In 14 (minorenni) attorno ad uno spinello di 20 centimetri” (12/9/08): sono questi alcuni dei titoli degli articoli di cronaca nera letti su Corato live nell’ultima settimana. Non possiamo limitarci a citarli. Occorre una profonda riflessione da parte di tutti ed adottare ciascuno per quanto di competenza le misure più idonee ad affrontare il fenomeno in tutti i suoi aspetti psicologici, pedagogici, sociali e politico – amministrativi.

Le cronache giornalistiche che riportano gli interventi degli uomini dell’Arma, della Polizia di Stato, della Polizia Municipale e degli Operatori privati della Sicurezza, non possono rimanere relegate ad una fugace lettura, ma devono creare le condizioni affinché dalla meritoria e indispensabile opera di repressione dell’illegalità si passi a quella della prevenzione da parte delle istituzioni locali (Comune, Scuole, Parrocchie, Società civile, Famiglia,ecc.).

Per comprendere il fenomeno in tutta la sua ampiezza e importanza nella nostra città, è sufficiente scorrere gli articoli di stampa che riportano gli interventi dei Carabinieri, egregiamente guidati dal Comandante di stazione, maresciallo Pietro Zona, dal dirigente della Polizia di Stato dott. Damiano Nappi e dal dirigente della Polizia Municipale dott. Vitantonio Patruno, che quotidianamente effettuano interventi repressivi sul piano della sicurezza locale, arrestando in flagranza di reato, denunciando persone a piede libero, segnalando tanti giovani per assunzione di sostanze stupefacenti.

Un discorso a parte merita il fenomeno ormai dilagante della microcriminalità, delle “baby gang” e del bullismo, che deve indurre le istituzioni politiche, amministrative e sociali ad una profonda riflessione e ad una concreta concertazione degli interventi, se non si vogliono moltiplicare nel tempo gli episodi sopraccitati.

La devianza – è noto – trova origine e definizione all’interno dei processi di strutturazione e di mantenimento della disuguaglianza sociale. La descrizione di questa realtà è così preoccupante e viva da imporre strategie d’intervento che puntino non solo ad una presenza costante e capillare sul territorio delle forze dell’ordine, così come periodicamente sollecitato e realizzato dal sindaco Luigi Perrone, ma anche a sviluppare un’azione sinergica di prevenzione tra tutte le parti interessate, allo scopo di creare una nuova moralità sociale.

La volontà unificante è la chiave del successo di un qualunque progetto. Occorre una mentalità nuova che coltivi la cultura della legalità. Quello che propongo, insomma, è un investimento intellettuale, finanziario ed operativo capace di creare quelle condizioni di pace sociale e di legittimità che siano in grado di favorire lo sviluppo armonico e responsabile di tutta la comunità.

Sicurezza per lo sviluppo: così potremmo chiamare questo programma. Un programma ambizioso, vasto e complesso, che richiede investimenti, nuove alleanze e collaborazioni, sforzo corale, organizzazione calibrata e comunicazione intelligente. E’ l’unanimità dei consensi e delle adesioni reali che fa nascere e dà forza ad una piattaforma comune contro la criminalità. E’ l’incontro tra le istituzioni e i cittadini che sottrae terreno all’illegalità.

In una città che ha visto negli ultimi tempi un’incredibile escalation della microcriminalità e della violenza e che conta disoccupati di cui molti sono giovani in cerca di prima occupazione, assume notevole rilevanza la questione giovanile e, di conseguenza, l’urgenza di un’ impegno specifico per i giovani da parte delle Ente locale.

Nel bilancio comunale, però, non risulta che siano previsti titoli di spesa specifici per le politiche giovanili, il Consiglio comunale non ha mai dedicato una discussione, magari invitando gli stessi giovani, su questo argomento; ai vari “Accordi di programma” sottoscritti con i competenti organi scolastici locali, distrettuali e provinciali per prevenire nella scuola la dispersione e l’abbandono e per orientare i giovani nelle scelte scolastiche e professionali non sempre hanno fatto seguito interventi concreti e coordinati con le diverse istituzioni preposte; del Piano Sociale di Zona, di cui il Comune di Corato è capofila dei Comuni di Terlizzi e Ruvo, non si ha ancora alcuna notizia.

In questo quadro, dove si conferma non solo il tradizionale divario generazionale, ma anche il limitato impegno nei confronti dei giovani, che si sentono inascoltati e dimenticati, scarsamente dotati di strutture ricettive e di aggregazione, non c’è da meravigliarsi se preferiscono frequentare, specie nelle ore serali, luoghi appartati in cui imbottirsi di birra, alcool e stupefacenti, o evadere nei paesi limitrofi.

Non mancano solo spazi geografici, soprattutto nei quartieri periferici, nei quali i bambini, i ragazzi, i giovani possano stare insieme e ritrovarsi, ma anche e soprattutto spazi di proposta formativa, luoghi dove attraverso il gioco, abbiano la possibilità di esprimere sentimenti, ansie, idee, luoghi dove ciascuno possa esprimere le proprie potenzialità, conoscere le qualità degli altri, avere possibilità di relazione con le persone ispirate ai valori della tolleranza, dell’amicizia, della non violenza.

In questa prospettiva dovrebbero inserirsi esperienze come ludoteche, laboratori, spazi d’incontro, gruppi di discussione, animazione di strada, colonie diurne, soggiorni estivi.

Di queste necessità ne è pienamente consapevole l’Amministrazione comunale che così si esprime al paragrafo 5. 2 delle Dichiarazioni programmatiche, intitolato “Politiche sociali per i minori”: “Saranno ulteriormente migliorati i seguenti servizi e perseguiti i seguenti obiettivi: realizzazione e sostegno della relazione genitori – figli, contrasto della povertà e della violenza; creazione di misure alternative ai ricoveri dei minori in istituti educativi ed assistenziali; sperimentazione di servizi socio-educativi per l’infanzia; realizzazione di servizi ricreativi ed educativi per il tempo libero; promozione delle attività sportive; potenziamento del sostegno scolastico; realizzazione di centri di ascolto e consulenza psicologica; sostegno alle tecniche di recupero alternative (es. musicoterapia, teatroterapia, ecc.); sviluppo di strategie e di azioni di medio -lungo periodo, superando la logica dell’emergenza; disponibilità delle scuole in orario extrascolastico; offerta di occasioni di socialità per favorire la relazione tra adulti, anziani e tra questi e i ragazzi, promuovendo esperienze di gruppo come occasione di confronto e mutuo aiuto; attuazione di interventi in favore dell’infanzia e dell’adolescenza ai sensi della legge 285/97 e delle altre norme di riferimento”.

Si tratta indubbiamente di un programma apprezzabile e pienamente condivisibile, fatte salve le reali disponibilità di bilancio, che non siamo riusciti ad individuare.

In attesa di un riscontro positivo, il Centro Studi Politici “Aldo Moro”, dopo un’ attento esame della situazione dal punto di vista delle politiche giovanili, con spirito meramente costruttivo e collaborativo, con la presente - così come fece nel 2005 con la proposta d’istituzione del Consiglio comunale dei ragazzi, prontamente accolta dall’Amministrazione comunale e deliberata dal Consiglio comunale il 16/12/2007 – intende rinnovare quella relativa all’istituzione della Consulta giovanile, che veda i giovani della nostra città reali protagonisti nell’elaborazione delle politiche che li riguardano direttamenteNel frattempo, occorre innanzitutto consolidare le esperienze esistenti, dando ai giovani una più precisa dimensione progettuale che comprenda sempre più un contenuto educativo, alternativo al modello nullistico e criminale. In secondo luogo, studiare percorsi possibili di risposta al problema del lavoro. Si tratterà di creare alleanze opportune con altri soggetti scolastici, sociali ed economici per porre in essere tutte quelle iniziative che già oggi è possibile realizzare e prevedere nel prossimo bilancio di previsione.

Alle forze politiche, senza distinzione di colore, ci permettiamo di ricordare che, senza programmi coerenti con l’ispirazione democratica, forti nei contenuti sociali e convincenti nella proposta politica globale, potranno soltanto gestire l’esistente ma non favorire lo sviluppo di un territorio e la crescita della speranza nelle giovani generazioni.

I problemi dei giovani, del disagio sociale, della tossicodipendenza, della microcriminalità, della prevenzione, dell’educazione alla legalità vanno dunque affrontati e non rimossi, essendo consapevoli che il livello di vivibilità sul territorio non può far carico solo ai professionisti della sicurezza, ma deve impegnare ed occupare tutti.

L’auspicio è che i responsabili amministrativi, opportunamente coadiuvati dai partiti, dalle varie agenzie educative e dal volontariato sociale, facciano propria questa non più procrastinabile esigenza, così da colmare finalmente la carenza di iniziative concrete e durature nella direzione della prevenzione e dell’educazione alla legalità.

Il Centro Studi Politici “A. Moro” sarà lieto di favorire e sostenere la nascita di un forte movimento di opinione, che faccia leva soprattutto sull’ansia di rinnovamento dei giovani, di un comune sentimento capace di aggregare tutte le forze della società civile, per opporsi energicamente all’infiltrazione criminale ed arginare il fenomeno crescente di degenerazione del tessuto sociale e per far nascere nei giovani la fiducia nelle istituzioni e partecipare alla creazione di una società più attenta ai loro bisogni, più giusta e migliore.

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