giovedì 18 dicembre 2008

Un bilancio di previsione con e per i cittadini - Consulta delle Associazioni Terlizzi

L’Amministrazione comunale non ha ancora convocato una pubblica assemblea, per discutere la proposta di Bilancio di Previsione 2006. Ci auguriamo, che nel rispetto dello Statuto, lo faccia in tempo utile per consentire di offrire un’ effettivo contributo da parte dei cittadini e delle associazioni a quello che rappresenta uno dei momenti fondamentali della vita amministrativa.

L’ascolto dei cittadini, infatti, diventa sempre più una necessità per una comunità che voglia riscoprire il suo essere pienamente soggetto di testimonianza democratica, il nostro auspicio è che si vada sempre più verso un modo di amministrare che sappia coniugare lo sviluppo con la solidarietà; che guardi ai diritti di tutti e non ai privilegi di pochi, che promuova una crescita socio-culturale, che sostenga il sistema agricolo, imprenditoriale e commerciale, che tuteli la salute dei cittadini e ne migliori la qualità della vita; che abbia nel lavoro, nell’occupazione, nella difesa dell’ambiente e del territorio le priorità della sua programmazione politico – amministrativa.

Questi obiettivi potranno essere raggiunti attraverso una cultura del progetto, un piano strategico che colleghi efficienza e solidarietà, sviluppo e compatibilità sociali e finanziarie. Il lavoro per progetti – è noto – facilita il passaggio dalla semplice risposta alla promozione e alla sensibilizzazione della cittadinanza e della società civile. E’ importante superare la concezione particolaristica degli interventi a pioggia, dei contributi occasionali, dei patrocini “morali” per procedere secondo una visione progettuale, che parta da una conoscenza oggettiva, seria e documentata dei bisogni delle persone e delle realtà associative.

La Consulta delle Associazioni ha più volte proposto di delineare, attraverso accordi di programma specifici con le diverse realtà territoriali, un piano di lavoro comune finalizzato a rendere più proficua la collaborazione e più sistematica la partecipazione dei cittadini alle scelte amministrative.

Quello che continuiamo a proporre, in coerenza con lo Statuto comunale, che ci auguriamo sia dotato al più presto di tutti i regolamenti attuativi degli istituti di partecipazione, è la costituzione di un Laboratorio urbano, formato da cittadini desiderosi di uscire dalla condizione di dipendenza, superficialità, qualunquismo, deresponsabilizzazione, disaffezione alla politica e da tutte quelle espressioni della società civile realmente impegnate nella rimozione delle cause del disagio, nell’affermazione, tutela, difesa e promozione dei diritti di cittadinanza.

I tempi sono maturi per un riconoscimento per un riconoscimento di uno spazio democratico per un volontariato che non sia solo testimonianza sociale negli interventi e nei servizi a favore della comunità, ma contestualmente soggetto politico, protagonista del cosiddetto “bilancio partecipato”. Un bilancio, cioè, in cui la politica si fa incontro, ascolto, ma soprattutto azione diretta, partecipazione autentica che consenta ai cittadini di scegliere democraticamente come e dove investire le risorse del proprio municipio.

Per molti è un’utopia, per molti altri comincia ad essere uno strumento autorevole di crescita culturale e strategica del proprio territorio e diventa anche un mezzo per superare la crisi di credibilità della politica e delle istituzioni che la determinano. Di tanto ci hanno informato ed illustrato gli autori del libro “Pillola rossa o pillola blu”, che rappresenta il resoconto scritto della sperimentazione di Bilancio Partecipativo avviata nella città di Roma, invitati dall’ ex assessora Donatella Azzollini, il 19 marzo 2005, con l’intento, evidentemente, di avviare un processo analogo anche nella nostra città. Restiamo, a distanza di un anno, ancora in paziente attesa, non senza qualche delusione.

Il primo settore da prendere in considerazione in sede di redazione di bilancio di previsione è, continuiamo a proporre, nonostante tutto, è quello della “Partecipazione”, al quale devono essere destinate risorse sufficienti per l’avvio del Bilancio partecipato e il funzionamento delle Consulte, del Difensore Civico, dei Consigli di quartiere, del Consiglio comunale dei ragazzi, del Forum giovanile.

L’altro ambito d’azione è quello delle Politiche sociali. Integrare le politiche sociali, alla luce del Piano Sociale di Zona, di cui non è stata data ancora pubblicità, è una necessità non più rinviabile. La storia e tradizione consolidata di tali politiche è caratterizzata dalla frammentarietà, talora dall’occasionalità, dalla difficoltà di fare sistema e di sapere se le attività socio -assistenziali in atto contribuiscono effettivamente alla soluzione dei problemi sociali e se, più in generale, siano fattori di coesione sociale. Sarebbe quanto mai utile prevedere la spesa per la pubblicazione di una “Guida ai Servizi Sociali forniti dal Comune, dalla ASL e dal Terzo Settore, sinteticamente illustrati, divisi per aree sulle quali i referenti di associazioni e di enti siano chiamati a formulare suggerimenti.

Tutti vogliamo che Terlizzi cresca. Ma, come dice una pubblicità, “per crescere ci vuole spazio”. Ma dove sono quelli pubblici di aggregazione giovanile, dove far emergere le energie interne della città? I giovani attendono risposte e, soprattutto aiuti concreti quando devono organizzare manifestazioni di vario tipo (fitto locali, elettricità, Siae, manifesti, ecc.).

Concludendo, da queste brevi note si dovrebbe dedurre che l’inclusione non è un valore in sé ma un’opportunità che l’Amministrazione deve cogliere per anticipare i conflitti e recepire le possibili indicazioni che vengono da chi subirà le conseguenze delle decisioni prese. Non si tratta solo di mettere tutti d’accordo, ma di ascoltare tutti i portatori di interesse, perché spesso sono in grado di proporre soluzioni che soltanto chi è coinvolto direttamente e conosce tutte le variabili in gioco è in grado di suggerire.

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