domenica 21 dicembre 2008

Misure anticrisi e bilancio partecipato

Ho partecipato con molto interesse alla conferenza stampa indetta dall’Amministrazione comunale per illustrare la delibera di Giunta in cui si descrivono le “Misure anti-crisi da adottarsi per gli anni 2008-2009”.

Il nostro auspicio formulato in precedenti interventi relativi alla discussione sul bilancio di previsione nei quali si esprimeva l’esigenza di rivolgere un’attenzione particolare alle fasce più deboli, al potenziamento dei servizi alla persona, sia assistenziali che socio-sanitari; all’attuazione di una politica fiscale attenta alle capacità contributive delle famiglie ed in particolare delle famiglie monoreddito e con prole, ha trovato concreta attuazione nelle previsioni di bilancio 2009.

In questo particolare momento di forte preoccupazione per più di cinquemila famiglie coratine indigenti e per tante altre che già non arrivano alla quarta settimana, che si aggiunge al timore di perdere anche il posto di lavoro, questo provvedimento, del tutto inedito nel panorama amministrativo provinciale e forse anche regionale, che va ad aggiungersi a quello della “social card” governativa e si articola in tre “Misure” a carattere fiscale, solidaristico e finanziario, rappresenta indubbiamente, con i suoi seicentomila euro d’investimento immateriale una boccata d’ossigeno per chi già da ora ha serie difficoltà a sbarcare il lunario.

Lasciando ad altri colleghi il compito di illustrarne i requisiti particolari, l’oggetto, gli obiettivi e le modalità di accesso da parte degli interessati, colgo, ancora una volta, l’occasione per proporre alcune iniziative utili a rendere il bilancio di previsione veramente “Partecipato”.

Sono convinto, infatti, che il bilancio di previsione 2009 è l’autentico start-up della maggioranza di governo, perché, al di là dei conti, bisogna guardare, giustamente, ad un paese che è sostanzialmente in crisi. Per cui l’auspicio è che nella visione di governo locale vengano poste al centro le esigenze delle categorie più deboli della comunità, le esigenze delle imprese, le esigenze dell’intera città, pur sapendo che bisogna fare i conti con le nuove norme introdotte dall’ultima legge finanziaria: si pensi al taglio dei trasferimenti collegato all’extra gettito ICI ed alla necessità di dover rispettare il “Patto di stabilità” imposta dalla Comunità europea.

Torno, pertanto, ad insistere sull’aspetto della partecipazione sulla quale intendo ora esprimere alcune considerazioni e formulare alcune proposte concrete.

Per il tramite del Centro Studi Politici “A.Moro” ho più volte proposto agli amministratori comunali di delineare, attraverso un accordo di programma, un piano di lavoro comune finalizzato a rendere più proficua ed efficace la collaborazione e più sistematica la partecipazione dei cittadini alle scelte politico-amministrative. I tempi, infatti, sono maturi per un riconoscimento ed uno spazio democratico per un volontariato che non sia solo testimonianza sociale negli interventi e nei servizi a favore della comunità, ma contestualmente soggetto politico, espressione di una società civile impegnata nella rimozione della cause del disagio, nell’affermazione, tutela, difesa e promozione dei diritti di cittadinanza.

Quello che continuo a proporre, insomma, in coerenza con lo Statuto comunale, è la costituzione di un “Laboratorio urbano”, che faccia proprio il motto “Una città per tutti”, formato da cittadini stanchi di lamentarsi della bassa qualità della vita e di contestare l’inerzia delle istituzioni, la chiusura dei partiti ad un reale rapporto con la cittadinanza attiva, desiderosi di uscire dalla condizione di dipendenza, superficialità qualunquismo, deresponsabilizzazione e disaffezione alla politica.

In altri termini, propongo ancora una volta, la condivisione di un impegno culturalmente e socialmente trasversale, lasciando che in altri ambiti i singoli e le associazioni operino in assoluta libertà le scelte più congeniali al proprio ruolo. Sarebbe utile ed interessante costituire una rete sinergica di forze singolarmente attive nella ricerca di una programmazione integrata sulla città, attraverso un costante confronto fra le diversità e le singole esperienze.

E’ questo – a mio avviso - il punto di partenza del cosiddetto Bilancio partecipato”. Un bilancio, cioè, in cui la politica si fa incontro, ascolto, ma soprattutto azione diretta, partecipazione autentica che consenta ai cittadini di scegliere democraticamente come e dove investire le risorse del proprio Comune.

La partecipazione si realizza innanzitutto su base territoriale: la città è divisa in quartieri. Nel corso di riunioni pubbliche la popolazione di ciascun quartiere è invitata ad esprimere i propri bisogni e a stabilire delle priorità in vari campi o settori (ambiente, educazione, salute, ecc.). A questo si aggiunge una partecipazione complementare organizzata su base tematica attraverso il coinvolgimento di categorie professionali o lavorative (sindacati, imprenditori, studenti…). Ciò permette di avere una visione più completa della città, attraverso il coinvolgimento dei cosiddetti settori produttivi della città. Gli amministratori comunali partecipano a tutte le riunioni di quartiere e a quelle tematiche.

Alla fine, ogni gruppo territoriale o tematico presenta le sue priorità all’Ufficio di pianificazione, che stila un progetto di bilancio, che tenga conto delle priorità indicate dai gruppi territoriali o tematici. Il Bilancio viene alla fine approvato dal Consiglio comunale.

Nel corso dell’anno, attraverso apposite riunioni, la cittadinanza valuta la realizzazione dei lavori e dei servizi decisi nel bilancio partecipativo dell’anno precedente.

Di solito le amministrazioni comunali, visti anche i vincoli di bilancio cui sono tenuti per legge, riconoscono alle proposte avanzate dai gruppi dei cittadini la possibilità di incidere su una certa percentuale del Bilancio comunale.

In conclusione, si tratta di uno strumento che serve per dare conto ai cittadini del progetto operato, nel tentativo di rendere trasparenti e comprensibili all’esterno i programmi, le attività e i risultati raggiunti.

Obiettivi nobili, da tutti decantati ed auspicati nella recente campagna elettorale, che devono essere assolutamente perseguiti in questo importante momento di avvio del nuovo anno, per capire prima e meglio quali siano le attese e i bisogni della nostra comunità.

Nessun commento: