venerdì 18 gennaio 2013

LE CONDIZIONI PER VINCERE E GOVERNARE



     Con soddisfazione apprendiamo dalla stampa che il lungo lavoro di conciliazione tra le forze politiche di centro-sinistra (Pd, Sel, Psi, Idv) e le liste civiche aderenti (La Puglia per Vendola, Noi liberi, Democrazia e libertà, Associazione “Elio Veltri ), tutti guidati dai rispettivi coordinatori, ha concluso la prima fase orientata a costruire le regole per la scelta del candidato sindaco che avverrà attraverso le primarie stabilite per il 3 marzo prossimo, che vedono al momento 4 competitori: Tommaso Loiodice (Pd), Renato Bucci (Libero cittadino), Salvatore Mascoli (La Puglia per Vendola) e Cataldo Manzi (Associazione “Elio Veltri”).
     Come Centro Studi Politici “A. Moro”, alla viglia di una campagna elettorale amministrativa per l’elezione del nuovo Consiglio comunale e della nuova amministrazione, desideriamo continuare ad offrire un contributo di idee alla discussione sui principali temi sui quali si articolerà il confronto tra le forze politiche e sociali.   
     Prima, però, è opportuno ricordare e riassumere gli obiettivi dichiarati e sottoscritti nei diversi documenti pubblicati dai rappresentanti dei partiti e movimenti della coalizione:
  • lavorare uniti per essere credibili, efficaci e vincenti;
  • condividere il progetto costituente del centro - sinistra;
  • collaborare alla sua realizzazione, anche con il contributo finanziario;
  • rilanciare la coalizione del Centro - sinistra, puntando su un patto politico e programmatico;
  • adoperarsi per il superamento della frammentazione e della disarticolazione;
  • presentare all’elettorato l’ immagine di una coalizione omogenea, coesa, ben organizzata;
  • pervenire attraverso le elezioni primarie, all’indicazione di una candidatura a sindaco in modo corretto, unitario e trasparente;
  • concertare con eventuali “Liste civiche”, Movimenti ed Associazioni un programma politico -  amministrativo realistico e credibile;
  • darsi un’organizzazione efficace ed efficiente;
  • aprire le porte della politica alla società civile;
  • iniziare un lavoro di ricerca di soggetti interni ed esterni ai partiti per ampliare la partecipazione e preparare una classe dirigente capace di vincere le prossime sfide elettorali del 2013 (elezioni amministrative e regionali).
     E’ giunto il tempo, quindi, che questi obiettivi vengano perseguiti in modo deciso e tempestivo. E’ tempo che si apra a Corato una fase nella quale tutti i veri democratici puntino uniti a sviluppare un’iniziativa crescente, più propositiva, più finalizzata, più organizzata, più efficace, più capace di incidere nei processi reali, più visibile.
     Bisogna chiedere a tutti i democratici di ieri e di oggi, magari dispersi in altre formazioni politiche o “in sonno”, ai giovani e alle donne di buona volontà ed a tutti coloro che credono nei valori dell’efficienza, dell’efficacia, della trasparenza, della legalità e della sussidiarietà, di esprimere la loro vocazione autentica. Bisogna chiedere loro di impegnarsi in un’azione di sostegno e di condivisione per realizzare insieme un programma politico - amministrativo per una città migliore, capace di sviluppo e di memoria storica, in grado di promuovere le sue energie inespresse e di darsi una classe dirigente adeguata a sostenere le sfide del cambiamento.
     Oggi ci troviamo di fronte ad un bivio. Da una parte, si può continuare la vecchia strada: la politica resta un’ affare gestito da pochi, le istituzioni continuano ad essere rivolte più alla mediazione degli interessi privati che alla tutela del bene comune, con la conseguenza che i problemi del paese si aggravano: casa, occupazione, criminalità, disagio sociale, emarginazione, crisi economica, ecc. Dall’altra parte, si può percorrere una strada nuova di radicale trasformazione: la politica si riapre ai cittadini, le istituzioni diventano luogo di raccordo e di soluzione dei bisogni comuni, i problemi del paese sono affrontati con creatività e progettualità.
     Noi del Centro Studi Politici “A. Moro” propendiamo per la seconda strada, anche se nessuna scelta in questa direzione, al momento, è stata fatta. Da questo progetto non possono rimanere esclusi le donne, gli anziani ed i giovani. Con essi si possono elaborare i temi della tolleranza e della pace, della diversità e dell’uguaglianza delle opportunità, della convivenza e della solidarietà, della prevenzione e del rispetto ambientale, del tempo libero e dell’occupazione, del diritto allo studio e della devianza, delle categorie più deboli e degli anziani.
     Organizzare conferenze, dibattiti, seminari con i giovani e le donne dai quali scaturisca la necessità di sollecitare pubblicamente le istituzioni, i partiti, le organizzazioni sindacali, le istituzioni scolastiche e il volontariato ad attivare tutte le reti di solidarietà sociale, gli strumenti per le pari opportunità uomo – donna, i regolamenti attuativi dello Statuto comunale potranno costituire i momenti significativi di un’ impegno culturale, sociale e politico che muove dal proprio vissuto esperenziale e poter dimostrare che i giovani e le donne non sono un problema ma una risorsa per tutti.
      In sostanza, si tratta di passare dalla politica parlata ai fatti, effettuando con saggezza delle scelte decisive strategiche fondamentali. In particolare:
  • Occorre impostare un programma che attivi con determinazione gli istituti della partecipazione, al fine di costruire una forte identità collettiva e di ridestare il sentimento positivo di appartenenza ad una comunità radicata nel passato e proiettata in un futuro di sviluppo civile. Ecco, in sintesi, alcuni indirizzi di lavoro che possono diventare il vero banco di prova delle forze democratiche per ridare fiducia alla gente: Statuto comunale, Regolamenti, Consulte comunali, Consulta dei giovani, Consiglio comunale dei Ragazzi, Commissione per la parità e le pari opportunità uomo – donna; Informa - Giovani e Informa – Imprese, Difensore civico – Bollettino informativo del Comune. A fondamento della rinascita della nostra comunità ci deve essere la partecipazione appassionata e consapevole dei cittadini, con il coinvolgimento e la valorizzazione del mondo della cultura, della scuola, delle associazioni, delle imprese, dei sindacati.
  • Il cambiamento deve essere percepito come possibile e concreto, a condizione che si ponga mano ad una precisa trasformazione della macchina burocratica del Comune. Bisogna affrontare, perciò, il problema della pianta organica.
  • Bisogna evitare il rischio di predisporre un programma amministrativo inteso come semplice elenco di cose da fare. La coalizione ha il dovere di lanciare la sfida di un progetto politico con cui tutti i membri siano convinti di affrontare i fattori di rischio, risolvere le condizioni di emarginazione, di solitudine, di degrado, di mancanza di speranza in un futuro migliore presenti nella nostra comunità, individuando tutte le possibilità per potenziare le condizioni di convivenza pacifica, di sviluppo economico e civile del paese.
  • I dati più recenti sullo sviluppo del Sud ci consentono di superare l’atteggiamento di passività e di attesa nei confronti delle scelte politiche di Governo. E’ più che mai necessario creare le condizioni che favoriscano lo sviluppo d’iniziative imprenditoriali coerenti con la vocazione agricola, artigianale e commerciale del nostro territorio. Questo diventa il vero banco di prova di una classe dirigente responsabile per affrontare il problema drammatico della disoccupazione.
  • Ma non ci potrà essere sviluppo economico se non ci s’impegna nel garantire livelli soddisfacenti di vita per i cittadini: legalità, servizi efficienti, verde pubblico con spazi attrezzati per i bambini, quartieri periferici rivitalizzanti, centro storico risanato, zona industriale artigianale all’altezza dei bisogni delle imprese e dell’utenza. Sono tutte pre – condizioni per incoraggiare nuovi insediamenti produttivi.
  • La costituzione di società miste pubblico – private per accrescere le fonti finanziarie in grado di consentire la realizzazione, anche attraverso accordi di programma, di tutte le opere non ancora realizzate può offrire un’immagine moderna di amministrazione.
  • L’attivazione di uno sportello unico al fine di eliminare la complessità delle procedure, la frammentazione delle competenze, la burocratizzazione esasperata, che rappresentano freni allo sviluppo ed all’insediamento di nuove imprese.
  • La costituzione di un osservatorio per l’infanzia, i giovani e le politiche sociali può essere un modo per passare dalla mera celebrazione delle ricorrenze delle “Dichiarazioni dei diritti” ai fatti concreti.
  • Potenziare l’Ufficio per i rapporti con il cittadino (D.L n.29/1993) perché possa guidare gli utenti nello  svolgimento delle pratiche, nell’accesso agli uffici  e agli atti amministrativi e raccogliere proposte e proteste sul funzionamento della macchina amministrativa.
  • Istituire la Banca dell’Idea, per permettere ai cittadini comuni ed ai progettisti di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita della città.
  • Istituire le Consulte tematiche, con particolare attenzione alle problematiche sociali e di tutela ambientale, da ascoltare in occasione della predisposizione del bilancio di previsione e di atti di indirizzo di particolare interesse sociale o di provvedimenti che riguardano la costituzione di servizi sul territorio.
  • Al fine di predisporre di elementi di valutazione e di giudizio e per indirizzare le scelte di politica amministrativa, la consultazione della popolazione attraverso questionari e ricerche mirate, i cui risultati verranno discussi in apposita adunanza consiliare.
     Il problema vero, però, non sta tanto nell’elenco delle cose da fare. Il punto centrale da discutere, prima di mettersi al lavoro in forma dipartimentale all’interno del Centro-sinistra è trovare un filo conduttore unitario, capace di contrapporsi efficacemente alla cultura del frammento del centrodestra, che non è stata capace in dieci anni di realizzare una strategia unitaria sia dal punto di vista politico che da quello programmatico.  Bisogna avere la capacità e la forza di far capire che una città è un tessuto connettivo, un sistema vivente dove il tutto è maggiore delle sue parti e dove ogni azione in un punto qualsiasi di questo sistema ha senso soltanto se si ricollega alla totalità che lo comprende.
     Gli incontri programmati dalla coalizione di centro-sinistra potranno rappresentare un’occasione utile per fare un bilancio complessivo sullo stato della città e per interrogarsi seriamente sulle sue prospettive dopo dieci anni di amministrazione di centro – destra. Un antico proverbio cinese afferma che gli uomini non inciampano sulle muraglie, ma sulle pietre. Giusto. Gli uomini, però, dovrebbero essere messi nella condizione di sapere se quelle pietre sono isolate, stanno lì per caso o servono a costruire una grande muraglia.
     L’augurio che rivolgiamo a tutti è quello di rendersi interpreti di queste non più rinviabili esigenze di democratizzazione avvertite a tutti i livelli e più volte richiamate con lettere e a mezzo stampa dal sottoscritto. Solo così (e con altri contributi d’idee in questa direzione) si potranno colmare le carenze da sempre lamentate da tutti noi.
     Senza programmi coerenti con l’ispirazione democratica, forti nei contenuti sociali e convincenti nella proposta politica globale, si potrà avere solo un consenso effimero di facciata, ma non si favorisce lo sviluppo del territorio e la crescita della speranza nelle giovani generazioni.
     Ai cittadini – elettori, rispettosamente, dobbiamo ricordare che il nuovo Comune postula, per essere veramente nuovo, una comunità vigile, attenta, partecipante ed, eventualmente, anche critica e determinata nella difesa dei diritti di cittadinanza e nella lotto contro le inefficienze e le ingiustizie.
     Ne conseguirà certamente un’immagine nuova per la nostra città, utilizzabile e spendibile sul mercato provinciale, regionale, nazionale ed europeo, a beneficio di tutti.

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