La storia del progetto di istituzione del
Consiglio comunale dei Ragazzi comincia dal 1966 ed ha come protagonisti diversi responsabili
amministrativi ed interlocutori del Centro Studi Politici A. Moro”, che ne ha
più volte proposto l’istituzione.
La vicenda merita di essere raccontata,
non solo per dovere d’informazione verso tutti coloro che l’hanno promosso,
condiviso e sostenuto, ma anche per evidenziare l’incoerente comportamento tenuto
nella vicenda dalle diverse amministrazioni comunali che si sono avvicendate
fino al 2012, del tutto contrario a quello
Tenuto
dal Comune di Corato, che ci ha fatto l’onore
di accogliere sin dal 2007 la
nostra richiesta.
Cominciamo dall’inizio. In data 29 aprile
1996, prot. n°7796, il Sindaco Alberto
Amendolagine, ad una precisa richiesta del nostro giornale “Per un’altra Terlizzi”, così risponde al
sottoscritto: “In riscontro alla Sua con
cui propone di convocare uno dei prossimi Consigli Comunali prevedendo un
apposito ordine del giorno sui problemi dell’infanzia e dell’adolescenza a
Terlizzi, sono ben lieto di accogliere il Suo invito, considerato che questa
Amministrazione intende riservare grande attenzione al mondo giovanile e alle
sue esigenze. Appena in grado, ...sarà mia premura mettere a punto quanto sopra
auspicato.”
Informati di tale impegno, i miei alunni
della Scuola Media “P. Fiore” scrivono al Sindaco una lettera, pubblicata anche
sul giornalino scolastico “Scuola viva””, nella quale chiedono apertamente
l’istituzione del Consiglio comunale dei Ragazzi. Il Sindaco, ospite della
scuola per assistere alla proiezione di un filmato degli alunni sui rifiuti, si
mostra interessato e promette una risposta.
Il 31 maggio ‘96, in occasione
dell’inaugurazione dell’”Associazione contro la criminalità per la legalità” (fondata
dal sottoscritto insieme a Renato De Scisciolo) e della ricorrenza del terzo mese dell’uccisione del giovane
Gioacchino Bisceglia, alla presenza di Rosa Borsellino, del Sindaco e degli
Assessori comunali alla Cultura e all’Istruzione, nella prolusione tenuta dal
sottoscritto fu rinnovata la proposta di rendere i piccoli cittadini soggetti
attivi della crescita democratica del proprio paese, attraverso l’istituzione
di un organismo autonomo. Anche in tale circostanza non mancarono gli impegni
per favorire l’educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva.
Nell’ambito di un più ampio progetto di
educazione civica e di una serie di proposte inerenti le politiche sociali, il
Movimento di Cooperazione Educativa (presieduto dal sottoscritto) sia a mezzo
di articoli e lettere indirizzate
all’Amministrazione comunale, per tutto il 1997, sollecita una maggiore
attenzione verso le problematiche giovanili, auspicando la costituzione della
Consulta giovanile. La necessità di rimuovere le cause del disagio e di
adottare una politica di prevenzione efficace trova il consistente sostegno di
forze sociali, organismi associativi, consiglieri comunali e degli stessi
amministratori, nel momento in cui sottoscrivono accordi di programma contro la
dispersione scolastica con il Provveditorato agli Studi, il Distretto e le
scuole cittadine.
La proposta di realizzare anche a Terlizzi
una “Giunta baby”, intesa come
strumento di sensibilizzazione dei ragazzi verso i problemi del territorio in
cui vivono e come un occasione in più per far maturare una coscienza realmente
civica, viene rinnovata formalmente e indirizzata anche ai consiglieri comunali
che si accingono a discutere la revisione dello Statuto comunale nei vari
consigli comunali tenutisi presso la scuola “Gesmundo” da gennaio a maggio ‘98.
Molti di essi, in quella sede, s’impegnano a proporne l’inserimento negli
istituti di partecipazione e a regolamentarla nelle forme dovute.
Nell’incontro preparatorio alla riunione
della Giunta comunale con l’Assemblea della Consulta delle Associazioni,
tenutosi presso il gabinetto del Sindaco il giorno 30/11/’98 tra il Coordinamento della Consulta e il Sindaco,
presente l’assessore alla Cultura Angelo D’Ambrosio, gli amministratori
assumono l’impegno formale ad attivare l’ “interessante
ed utile iniziativa nel più breve
tempo possibile”.
La 1° Commissione consiliare, riunita i
primi giorni di dicembre, dovendo su esplicito mandato del Consiglio comunale,
proporre anche la destinazione di 20 milioni per l’educazione alla legalità, in
assenza di specifici progetti dell’Amministrazione, invita il rappresentante
della Consulta a farne presentare
qualcuno entro il 30 dicembre 1998. L’invito viene accolto dal Movimento di
Cooperazione Educativa e il progetto di istituzione del Consiglio comunale dei
Ragazzi, da realizzarsi nelle scuole della fascia dell’obbligo di Terlizzi, con
la partecipazione di circa 1500 alunni, viene presentato al Sindaco il 15
dicembre 1999 per la successiva approvazione da parte del Consiglio comunale.
Il Consiglio comunale, convocato alla fine
del 1998, senza alcuna obiezione da parte dell’Assessore alla P.I. Angela
Stragapede, e all’unanimità, delibera lo stanziamento di 20 milioni per
l’educazione alla legalità, nel quale è compreso il progetto di istituzione del
Consiglio Comunale dei Ragazzi.
Di tale volontà consiliare, l’assessore
alla P.I., correttamente, dà formale comunicazione ai rappresentanti ed ai
dirigenti delle scuole convocati per offrire suggerimenti sulla destinazione
dei residui fondi destinati dal Consiglio comunale al suo settore.
Il mensile “Città Domani”, sponsorizza
l’iniziativa nel numero di gennaio, pubblicando un articolo del sottoscritto
che illustra ai lettori le finalità e le modalità di svolgimento del progetto,
che riscuote l’apprezzamento generale anche perché l’iniziativa si affianca a
quella analoga di altri comuni italiani ed europei che già da tempo l’hanno
realizzata con il patrocinio dell’Unicef.
Dopo la riunione della Consulta delle
Associazioni con la Giunta comunale sul bilancio di previsione 1999, tenutosi
il 12 febbraio, nel quale viene rinnovata la richiesta di prevedere la spesa
prevista dal progetto, l’Assessore Stragapede , invitata a fornire chiarimenti
sul ritardo nella predisposizione degli atti relativi alla realizzazione, nella
sorpresa generale, annuncia di voler destinare quei fondi ad uno sconosciuto
progetto di doposcuola e di non voler
tenere conto dello “scippo” del
Consiglio comunale, prendendosela con la 1° Commissione consiliare che avrebbe
dovuto informarla del parere, dimenticando – come le fu fatto notare - che lo
stesso era stato acquisito agli atti del Consiglio comunale e che, in ogni
caso, nella discussione consiliare avrebbe potuto intervenire per opporsi o
presentare proposte alternative. Il Sindaco – anch’egli sorpreso –
assicurò che la questione sarebbe stata chiarita in una prossima riunione di
Giunta.
L’invito successivo fattomi su mandato del
Sindaco dal presidente del Consiglio comunale, dott. Ninni Gemmato, ad un
incontro di carattere organizzativo con
gli assessori competenti lasciava presupporre che il chiarimento fosse avvenuto
e che non ci dovessero essere ostacoli di sorta all’immediato avvio del progetto.
Qualche tempo dopo, negli indirizzi di
saluto ai convenuti all’incontro promosso dall’Associazione contro la
criminalità presso la Casa Betania, con l’intervento del Procuratore Nazionale
Antimafia Vigna, del Sottosegretario agli Interni Sinisi, del Prefetto di Bari e del giudice
dott. Nicola Piacente, il Sindaco, come in analoghi precedenti convegni, non
mancò di assicurare l’impegno dell’Amministrazione comunale nel contrastare
l’illegalità e nell’affermare la necessità di una maggiore collaborazione da
parte di tutti i cittadini.
Incontratolo subito dopo davanti alla sede
del Comune, sulla scorta dei discorsi appena ascoltati, colsi l’occasione per
sollecitarlo cortesemente a dare seguito al progetto, restando ormai poco tempo
alle scuole per attivarsi. Mi confermò il suo interesse al problema convenendo
che i tempi si stringevano sempre più e che, eventualmente, si poteva dare avvio subito alla fase organizzativa e
continuare dopo la riapertura dell’anno scolastico successivo.
Sulla scorta delle deliberazioni degli
organi competenti e delle ripetute assicurazioni ricevute ed allo scopo di non
gravare sul bilancio comunale negli anni futuri, ai sensi della legge n°
216/’91 “Primi interventi in favore dei
minori a rischio di coinvolgimento in
attività criminose”, unitamente al Distretto Scolastico, il Movimento di
Cooperazione Educativa, in data 17 marzo ’99, presenta al Sindaco, per il
successivo inoltro alla Prefettura di Bari entro il 30 marzo e a seguito di
deliberazione di Giunta, un nuovo e più articolato progetto rivolto a 60 minori
a rischio intitolato “Partecipare per
crescere insieme: il Consiglio comunale dei Ragazzi”.
Lo stesso giorno di chiusura dei termini
di presentazione dei progetti alla Prefettura di Bari, il Sindaco comunica al
Presidente del Distretto scolastico l’impossibilità di deliberare in favore del
progetto, con la motivazione che la scarsità di fondi ministeriali non avrebbe
consentito l’accoglimento di più richieste.
Con il nuovo secolo e le altre
amministrazioni succedutesi fino al 2012, abbiamo sollecitato più volte, anche
nella veste di presidente della Consulta delle associazioni, l’amministrazione
di centrosinistra guidata dal sindaco Vincenzo di Tria, ma anche qui, alle
assicurazioni verbali non sono mai seguite deliberazioni concrete.
Confidiamo nella nuova amministrazione
presieduta dal sindaco Ninni Gemmato, che ha fatto dell’”ascolto” , anche nei nostri confronti,
un impegno reale e concreto come hanno dimostrato gli incontri estivi sul
Bilancio comunale e il recente atto di indirizzo “Anagrafe pubblica degli
eletti del Comune di Terlizzi” votato all’unanimità il 30 novembre scorso dal
Consiglio comunale.
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