lunedì 30 luglio 2012

Un bilancio di previsione con e per i cittadini.


     L’Amministrazione comunale non ha ancora convocato una pubblica assemblea, per discutere la proposta di Bilancio di Previsione 2012 che deve essere deliberato entro il 31 agosto. Ci auguriamo, che, nel rispetto della Direttiva del 16 febbraio 2006, emanata dal Ministero della Funzione Pubblica, relativa alla rendicontazione sociale nelle amministrazioni pubbliche, e dello Statuto comunale, lo faccia in tempo utile per consentire di offrire un’ effettivo contributo da parte dei cittadini e delle associazioni a quello che rappresenta uno dei momenti fondamentali della vita amministrativa.
      L’ascolto dei cittadini, infatti, diventa sempre più una necessità per una comunità che voglia riscoprire il suo essere pienamente soggetto di testimonianza democratica, il nostro auspicio è che si vada sempre più verso un modo di amministrare che sappia coniugare lo sviluppo con la solidarietà; che guardi ai diritti di tutti e non ai privilegi di pochi, che promuova una crescita socio-culturale, che sostenga il sistema agricolo, imprenditoriale e commerciale, che tuteli la salute dei cittadini e ne migliori la qualità della vita; che abbia nel lavoro, nell’occupazione, nella difesa dell’ambiente e del territorio le priorità della sua programmazione politico – amministrativa.
     Questi obiettivi potranno essere raggiunti attraverso una cultura del progetto, un piano strategico che colleghi efficienza e solidarietà, sviluppo e compatibilità sociali e finanziarie. Il lavoro per progetti – è noto – facilita il passaggio dalla semplice risposta alla promozione e alla sensibilizzazione della cittadinanza e della società civile. E’ importante superare la concezione particolaristica degli interventi a pioggia, dei contributi occasionali, dei patrocini “morali” per procedere secondo una visione progettuale, che parta da una conoscenza oggettiva, seria e documentata dei bisogni delle persone e delle realtà associative.
     Il Centro Studi Politici “A. Moro” ha più volte proposto ai precedenti amministratori di delineare, attraverso accordi di programma specifici con le diverse realtà territoriali, un piano di lavoro comune finalizzato a rendere più proficua la collaborazione e più sistematica la partecipazione dei cittadini alle scelte amministrative.
     Quello che continuiamo a proporre, in coerenza con lo Statuto comunale, che ci auguriamo sia dotato al più presto di tutti i regolamenti attuativi degli istituti di partecipazione, è la costituzione di un Laboratorio urbano, formato da cittadini desiderosi di uscire dalla condizione di dipendenza, superficialità, qualunquismo, deresponsabilizzazione, disaffezione alla politica e da tutte quelle espressioni della società civile realmente impegnate nella rimozione delle cause del disagio, nell’affermazione, tutela, difesa e promozione dei diritti di cittadinanza.
     I tempi sono maturi per un riconoscimento di uno spazio democratico per un volontariato che non sia solo testimonianza sociale negli interventi e nei servizi a favore della comunità, ma contestualmente soggetto politico, protagonista del cosiddetto “bilancio partecipato”. Un bilancio, cioè, in cui la politica si fa incontro, ascolto, ma soprattutto azione diretta, partecipazione autentica che consenta ai cittadini di scegliere democraticamente come e dove investire le risorse del proprio municipio.
     Per molti è un’utopia, per molti altri comincia ad essere uno strumento autorevole di crescita culturale e strategica del proprio territorio e diventa anche un mezzo per superare la crisi di credibilità della politica e delle istituzioni che la determinano. Di tanto scrivo sulla mia ultima pubblicazione “Partecipare per crescere insieme”, facendo riferimento innanzitutto all’interessante esperienza fatta con gli autori del libro “Pillola rossa o pillola blu”(che rappresenta il resoconto scritto della sperimentazione  di Bilancio Partecipativo avviata nella città di Roma), invitato, nella mia veste di presidente della Consulta delle associazioni, dall’ ex assessore Donatella Azzollini, il 19 marzo 2005, con l’intento, evidentemente, di avviare un processo analogo anche nella nostra città, che purtroppo non ha mai avuto seguito.    
     Il primo settore da prendere in considerazione in sede di redazione di bilancio di previsione, continuiamo a proporre, nonostante tutto, è quello della “Partecipazione”, al quale devono essere destinate risorse sufficienti per l’avvio del Bilancio partecipato e il funzionamento delle Consulte, dei Consigli di quartiere, del Consiglio comunale dei ragazzi, del Forum giovanile.
     Tutti vogliamo che Terlizzi cresca. Ma, come dice una pubblicità, “per crescere ci vuole spazio”. Ma dove sono quelli pubblici di aggregazione giovanile, dove far emergere le energie interne della città? I giovani attendono risposte e, soprattutto, aiuti concreti quando devono organizzare manifestazioni di vario tipo (fitto locali, elettricità, Siae, manifesti, ecc.).
     Concludendo, da queste brevi note si dovrebbe dedurre che l’inclusione non è un valore in sé ma un’opportunità che l’Amministrazione deve cogliere per anticipare i conflitti e recepire le possibili indicazioni che vengono da chi subirà le conseguenze delle decisioni prese. Non si tratta solo di mettere tutti d’accordo, ma di ascoltare tutti i portatori di interesse, perché spesso sono in grado di proporre soluzioni che soltanto chi è coinvolto direttamente  e conosce tutte le variabili in gioco è in grado di suggerire.

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