Mentre su disposizione
dell’Amministrazione comunale ci si accinge come ogni anno a rimontare il Carro
trionfale, che presto torneremo a vedere sfilare per le affollatissime vie
della città, sono lieto di comunicare ai lettori, agli amministratori ed al
Comitato Festa patronale di aver dato alle stampe, anche quest’anno, una
copiosa rassegna stampa intitolata” “Il
Carro trionfale dall’incendio alla ricostruzione”, pubblicata per la prima
volta nel luglio 1992, ad un anno esatto dall’incendio, avvenuto il 21 agosto
1991, stigmatizzato dal Consiglio comunale con un documento proposto dal
sindaco Mauro Maggialetti nella seduta straordinaria d’urgenza del 26 agosto.
L’incendio avvenne - com’è noto - mentre il Carro stazionava dinanzi alla chiesa
di S. Maria della Stella in attesa di essere smontato. In poco meno di un’ora,
andarono distrutte pagine meravigliose della nostra storia, scritte in 123 anni
con emozioni indimenticabili, sin da quando fu allestito per la prima volta,
nel 1868, dallo scenografo foggiano Raffaele Affatati con la collaborazione del
pittore terlizzese Michele De Napoli, sindaco di quel tempo.
Ventuno anni fa fu incenerito un mito, un
simbolo in cui ciascun fedele si sentiva rappresentato. Fu un atto di vile ed
infame sopruso nei confronti di un’opera architettonica unica nel suo genere e
nelle sue dimensioni, che il sempre attento storico locale Michele De Santis ha
brillantemente raccolto nelle 140 pagine di “Terizzi brucia”.
La mia rassegna stampa parte dal 23 agosto
1991, quando la Gazzetta del Mezzogiorno, con un articolo di Franco dello Russo
pubblicò per prima la notizia dell’insano gesto e si conclude con la notizia
che la grandiosa “macchina da festa”, ricostruita con il contributo dei
cittadini, degli ebanisti fratelli Tangari, dell’architetto Michele Gargano,
del direttore dei lavori ing. Tommaso Malerba, degli storici mons. Gaetano
valente e Angelo D’Ambrosio e dell’Amministrazione Maggialetti, avrebbe
ripercorso, con il suo carico di bambini festanti e preceduta dal pastorello e
dalla bianca pecora, le strade cittadine tra due ali di folla osannanti l’icona
della Madonna di Sovereto, santa patrona della città di Terlizzi.
Ma cosa resterà nella memoria di chi non
aveva l’età per comprendere e delle future generazioni, oltre il resoconto
degli sbigottiti contemporanei? Di quali documenti potranno fare uso storici,
studiosi, studenti, cittadini emigranti al loro rientro per conoscere i fatti
gli eventi, le testimonianze di quel triste periodo della nostra storia che va
dall’incendio alla ricostruzione della “meravigliosa macchina da festa”?
Non tutti sono a conoscenza dei commenti,
dei resoconti, delle cronache, dei deliberati, delle sollecitazioni, degli
inviti, degli appelli formulati, tra gli altri, anche dal comitato “Pro
ricostruzione Carro trionfale”, tutti pubblicati dai periodici locali “Terlizzi
87”, Città Domani”, “Il Confronto delle idee”, “Esserci”, Luce e vita” e su
quelli regionali come “la Gazzetta del Mezzogiorno” e “Puglia“, lasciando così
una traccia documentaria di notevole interesse storico e culturale.
Allo scopo di non disperdere un patrimonio
“letterario” tanto significativo dal punto di vista cronachistico, dopo
pazienti ricerche, ho potuto raccogliere, selezionare, ordinare
cronologicamente, impaginare e fotocopiare, a mo’ di rassegna stampa, tutto
quanto è stato pubblicato sul Carro trionfale di Terlizzi da quando è stato
incendiato fino alla ricostruzione.
In questo volume di oltre 120 pagine
fotocopiate dai giornali del tempo, contenutisticamente unitarie e rivelatrici
di un’attenzione sempre viva nei riguardi dell’incendio e della ricostruzione
del Carro, se adeguatamente contestualizzate si potrà rivivere evidentemente il
dramma di un popolo, proditoriamente colpito nel più profondo della sua
coscienza morale, civile, religiosa, ma anche capace di una civile e composta
reazione alla violenza, che purtroppo, nello stesso periodo ha continuato a
colpire in modo sempre più arrogante e crescente persone e cose, onesti
cittadini e laboriosi imprenditori.
Può anche questo essere un modo per
affermare una volontà di reazione e di
riscatto, di ricostruzione del senso civico, di recupero di valori morali e
religiosi, affinché tutto ciò che è stato non venga sepolto nell’oblio, che a
differenza del fuoco, non lascia neanche la cenere.
Saremmo lieti se nel calendario delle
iniziative culturali programmate in occasione della Festa patronale 2012 la mia
rassegna stampa potesse essere diffusa ed eventualmente fatta oggetto di
dibattito, così come è stato fatto il 5 agosto scorso nel Chiostro delle
Clarisse ad opera del Comitato Festa Patronale presieduto da Francesco Barile,
sul tema “Le principali tappe della nascita e della vita del Carro trionfale”,
animato dallo studioso Notabartolo di Sciara, autore del documentario sulla
storia di Sovereto.
Ricordare, quindi, possedere gli strumenti
della memoria, farne oggetto di lettura, commento, discussione, averli a
portata di mano ed usarli come fondamenta del nuovo processo di ricostruzione
può non farci limitare a dire “C’ero
anch’io”. La storia – è noto – non è
fatta mai dai soli testimoni, ma sempre da soggetti attivi e consapevoli che,
alla fine di ogni processo hanno potuto affermare con giustificato orgoglio “Anch’io ho fatto qualcosa per non
dimenticare”.
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