Le innumerevoli sollecitazioni
indirizzate all’Amministrazione comunale anche da queste colonne affinché si procedesse
finalmente alla realizzazione di quanto previsto non solo nello Statuto
comunale relativamente agli istituti di partecipazione, ma anche nella
Direttiva del 16 febbraio 2006 emanata dalla Ministero della Funzione Pubblica,
relativa alla rendicontazione sociale nelle amministrazioni pubbliche, non
hanno ancora trovato risposta, specialmente per quanto riguarda il cosiddetto
“Bilancio sociale”, visto come completamento del processo di trasparenza
iniziato negli anni ’90 con la legge 241/90, riformata successivamente dalla
legge n. 15/2005.
Ci saremmo aspettati che, almeno questa
volta, in vista del Consiglio comunale, previsto per il giorno 30 c.m., che tra
i 23 punti in discussione presenta anche la deliberazione del bilancio di
previsione 2012, fosse stata data la
possibilità ai cittadini organizzati e non ed agli stakeolder di conoscere, in
via preventiva, gli orientamenti amministrativi. Avremmo potuto con senso di
responsabilità e senso civico fornire, eventualmente, anche qualche suggerimento
alla luce dei gravosi impegni previsti dalla difficile situazione economico-finanziaria denunciata, tra l’altro, dai sindaci italiani
anche con la manifestazione tenutasi davanti al Palazzo del Senato il giorno 24
c.m., che ha visto tra gli attori anche il nostro sindaco alla guida dei
colleghi pugliesi nella sua veste di presidente regionale dell’ANCI.
Il risultato ultimo di questo invito alla
partecipazione – abbiamo ripetuto più
volte - dovrebbe essere la capacità di stimolare formule autorganizzative della
società civile. E’ quanto – tra l’altro - mi sono sforzato di documentare nel
mio ultimo libro intitolato “Partecipare
per crescere insieme”. Un libro nel quale si parla di istituzioni che
s’incontrano, di burocrazie che dialogano, di esperienze che si confrontano, di
strategie che si costruiscono. Il libro – ho il piacere di comunicare - verrà
presentato, con il patrocinio del Comune, del Centro Studi Politici “A. Moro”,
del Forum degli Autori, della Pro Loco e del Cicres il prossimo 30 agosto
presso il Chiostro del Palazzo di città, nell’ambito degli eventi previsti per
l’Estate coratina.
L’invito alla partecipazione risponde al
desiderio di superare la distanza dei cittadini dalla politica e della politica
dai cittadini. E’ una scelta che dà ad ognuno l’opportunità di vivere in
maniera attiva e responsabile i periodi di tempo che intercorrono tra
un’elezione e l’altra, trasformandoli, da attesa passiva in spazi -laboratorio
di consultazione in cui collaborare ed accordarsi. Essere cittadino attivo,
infatti, significa crescere insieme agli altri, sentirsi parte di una comunità.
Sapersi confrontare senza incertezze e senza arroganza. Saper dare il proprio
contributo in modo semplice e discreto.
Una città non può essere senza
legami, senza sentimento diffuso di appartenenza. Ecco perché la centralità
delle questioni sociali, delle relazioni tra le persone diventa strategica
anche come priorità nelle scelte e nella costruzione delle esigenze primarie.
Quindi dire città significa partire dalla cittadinanza e da lì alimentare lo
sviluppo economico, urbanistico, culturale e sociale.
È un concetto necessariamente multidimensionale, che esprime contemporaneamente uno status,
È un concetto necessariamente multidimensionale, che esprime contemporaneamente uno status,
un’attività,
un’identità che si traduce non solo nell’avere una carta d’identità, ma
nell’acquisizione dei diritti sociali. Il valore della cittadinanza come
elemento propulsivo per una qualità del vivere urbano diventa allora sempre più decisivo.
Questa è la grande sfida che anche l'Amministrazione della nostra città deve portare avanti voltando pagina, anche sul piano della decisionalità non più affidata a logiche spartitorie e verticistiche, avvalendosi anche del contributo di chi non dovrebbe fare solo opposizione ostruzionistica.
Certamente, il vivere urbano è un vivere complesso dove abitano plurali identità che modificano radicalmente le forme della convivenza sino ad ora conosciute. Si tratta di tener sempre presente quello che alcuni studiosi chiamano” il rovescio della città”. La questione stessa della sicurezza non è solo legata alle necessarie misure di polizia o al decoro urbano da salvaguardare, ma è legata soprattutto all'integrazione o se si preferisce alla convivenza.
E qui allora la questione del multiculturalismo diventa importante. Il multiculturalismo spesso visto come problema è comunque un veicolo di una richiesta di inclusione e di partecipazione alla piena realizzazione sostanziale dei principi di uguaglianza e di equità e mette spesso in discussione le regole della convivenza. È un principio dinamico che rende la città non un luogo asettico, ma un laboratorio vivo di cambiamento.
Ecco allora che emergono in relazione agli aspetti culturali, sociali e umani del vivere in città il compito della scuola, delle istituzioni impegnate nella formazione che diventano sempre più fondamentali.
Queste scelte strategiche riguardano anche lo sviluppo economico. Si chiede dunque un'immissione di capacità culturale, formativa, di strategie partecipative.
Questa è la grande sfida che anche l'Amministrazione della nostra città deve portare avanti voltando pagina, anche sul piano della decisionalità non più affidata a logiche spartitorie e verticistiche, avvalendosi anche del contributo di chi non dovrebbe fare solo opposizione ostruzionistica.
Certamente, il vivere urbano è un vivere complesso dove abitano plurali identità che modificano radicalmente le forme della convivenza sino ad ora conosciute. Si tratta di tener sempre presente quello che alcuni studiosi chiamano” il rovescio della città”. La questione stessa della sicurezza non è solo legata alle necessarie misure di polizia o al decoro urbano da salvaguardare, ma è legata soprattutto all'integrazione o se si preferisce alla convivenza.
E qui allora la questione del multiculturalismo diventa importante. Il multiculturalismo spesso visto come problema è comunque un veicolo di una richiesta di inclusione e di partecipazione alla piena realizzazione sostanziale dei principi di uguaglianza e di equità e mette spesso in discussione le regole della convivenza. È un principio dinamico che rende la città non un luogo asettico, ma un laboratorio vivo di cambiamento.
Ecco allora che emergono in relazione agli aspetti culturali, sociali e umani del vivere in città il compito della scuola, delle istituzioni impegnate nella formazione che diventano sempre più fondamentali.
Queste scelte strategiche riguardano anche lo sviluppo economico. Si chiede dunque un'immissione di capacità culturale, formativa, di strategie partecipative.
Un mondo migliore è possibile, ed a questo
sogno come Centro Studi Politici “A. Moro” vogliamo contribuire, anche nel
piccolo della nostra comunità. Per
questo, c’impegniamo, per il dovere civile di perseguire fino in fondo questo
sogno, ma soprattutto per i nostri figli,
a cui abbiamo il dovere di lasciare una città vivibile e solidale, in cui ci si
parli, ci si guardi, ci si ascolti, in cui a tutti siano garantite pari
opportunità di partecipazione e protagonismo, in cui le differenze siano
ricchezza e non separazione o discriminazione.
Per questo abbiamo in mente un progetto da
offrire in visione a tutte le forze in campo nella prossima competizione
elettorale amministrativa da realizzare con persone oneste: donne e uomini che
abbiano la credibilità e le capacità necessarie per un progetto forte,
incentrato su alcuni punti irrinunciabili: moralizzazione della vita pubblica,
trasparenza dell’azione amministrativa e partecipazione consapevole dei
cittadini, efficienza e modernizzazione dei servizi, una forte e costante
politica per i giovani, centralità della Scuola e della Cultura in quanto
strumenti indispensabili di crescita morale e civile, pianificazione certa ed
efficace del territorio a partire dal PRG, che guardi agli interessi diffusi
della collettività anziché a quelli della speculazione fondiaria ed edilizia,
un ruolo attivo del Comune nella battaglia per lo sviluppo e l’occupazione,
l’impegno per il superamento dei fenomeni di varia criminalità, non solo
attraverso il potenziamento del sistema di prevenzione e repressivo, ma
soprattutto aggredendo alla radice le cause di devianza minorile e di
disgregazione sociale e familiare, con una politica dei servizi sociali attiva
e solidale, di accoglienza dei migranti, nel rispetto delle differenze,
comprese quella di genere.
Amministrare una comunità significa
mettersi al suo servizio, dando vita a programmi virtuosi che possano avere
ricadute benefiche per l’intera collettività.
Mi auguro che questo progetto possa essere
oltre che uno strumento di informazione anche l’occasione per dialogare,
confrontarci, condividere tutto quello che riguarda la nostra comunità, perché
insieme dobbiamo decidere il nostro futuro.
Gli interessati possono inviare un’email
al seguente indirizzo: deleo6844@tiscali.it.
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