I conti non tornano per gli Enti locali.
E’ quanto hanno affermato i sindaci italiani associati all’ANCI, guidata a
livello regionale dal nostro sindaco Luigi Perrone. La spending rewiev non
piace ai Comuni che hanno protestato il 24 luglio scorso davanti al Palazzo del
Senato. Per quanto riguarda il Comune di
Corato non avendone avuto la possibilità in questi mesi a causa del perpetuarsi
dell’assenza di inviti alla discussione sappiamo soltanto che il giorno 30 c.m.
tra i 23 punti iscritti all’o.d. g. oltre ai vari regolamenti relativi di
carattere fiscale 8Irpef, Tarsu, Imu, Entrate comunali figurano
anche il Rendiconto della Gestione e dell’Esercizio 2011 e il Bilancio
di previsione 2012 e il Bilancio Pluriennale 2012 2014 su cui relazionerà
l’assessore al Bilancio Massimo Mazzilli.
Verremo sicuramente informati che quest’anno bisogna fare i conti con
una contrazione dei trasferimenti
statali, dettata da una politica generale del Governo di contenere
indistintamente la spesa pubblica. Questo si aggiunge all’obbligo, dall’anno
2000, di restare dentro il patto di stabilità, che impone un restringimento
delle uscite pur avendo una disponibilità di cassa.
Che cosa si deve fare in queste condizioni ? Oggi le ipotesi sono due:
rispettare i ,limiti della Finanziaria, tagliando le uscite oltre ogni logica e
possibilità; oppure andare oltre i limiti, fare un bilancio credibile e tentare
d’intervenire conti le cesoie nel corso dell’esercizio finanziario.
Da ex assessore alle Finanze comprendo benissimo il dilemma che avvolge
gli attuali amministratori. Al momento in cui scrivo fatta eccezione per i
consiglieri comunali, a nessuno è dato ancora di conoscere l’orientamento
dell’amministrazione comunale.
La procedura più corretta in una democrazia non plebiscitaria non
prevede forse che prima si esprima il popolo nelle forme statutarie e
praticabili e poi i politici e le istituzioni si assumono la responsabilità di
dare corpo alle sue indicazioni?
Per queste ed altre non meno importanti questioni si dovrebbe ritenere
indispensabile un confronto ampio, sereno, costruttivo tra i portatori di
diverse esperienze e conoscenze e gli amministratori, tra gli elettori e le
organizzazioni politiche, sociali e sindacali.
La vera democrazia non è certo il governo diretto del popolo, bensì il giudizio corretto,
consapevole e responsabile dei cittadini sulle forze di governo e di
opposizione.
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