lunedì 4 luglio 2011

COMUNE: SI RIPARTE CON I NUMERI E LE IDEE GIUSTE

Dopo una lungo dibattito consiliare, realizzato in un’insolita giornata festiva quale è stata quella di domenica 3 luglio, per la discussione di importanti punti già iscritti all’o.d.g. della seduta precedente, tenutasi il 29 giugno, tra i quali il tanto atteso “Bilancio di previsione 2011”, approvato a maggioranza, è opportuno esprimere alcune riflessioni seguite da proposte che noi del Centro Studi Politici “A. Moro” ci auguriamo trovino la possibilità di un serio e sereno confronto non solo tra le forze politiche e i gruppi consiliari ma anche tra la società civile.

Al di là delle importanti deliberazioni assunte dalla maggioranza di governo, che può di nuovo contare sull’adesione dei dissenzienti Paolo Ceci e Michele Grassi, e delle dichiarazioni del sindaco Vincenzo Di Tria orientate a dare una svolta al percorso amministrativo, così come richiesto da tutti gli intervenuti nel dibattito preliminare, per dare un’idea del clima esistente, basta riferire alcuni termini usati da una parte e dall’altra, che danno un’idea delle valutazioni contrapposte delle diverse parti in causa e che alcune volte hanno riscosso anche l’applauso di qualcuno dei presenti tra il numeroso (fino all’ora di pranzo) pubblico.

Da una parte abbiamo sentito citare i termini “transumanza”, “mercato delle vacche”, “pecorelle smarrite”, “gambe sghembe”, in alcuni casi conditi con citazioni storiche ed evangeliche, dall’altra, l’appello a fare la politica con la “P” maiuscola, e l’impegno a cambiare passo, a favorire la partecipazione, il dialogo e il confronto, all’essere chiari, trasparenti, efficienti, legali, aperti alla città, ammettendo – bontà loro – anche di aver commesso degli errori.

Si vuole realizzare così – è stato ripetuto all’unisono dagli esponenti della coalizione di centro-sinistra - quella sinergia operativa, stabile e di lungo respiro, che possa rappresentare, da una parte il più efficiente modo di lavorare insieme, dall’altra, un più evidente punto di riferimento per quanti chiedono, in misura crescente, al centrosinistra di Terlizzi, segni tangibili di unità e di capacità propulsiva.

La coalizione di governo – ci permettiamo di aggiungere - non deve essere solo espressione di un partito, né una somma di partiti; essa, nell’ottica della semplificazione ed ottimizzazione dell’agire politico, deve proporsi come organismo aperto e flessibile, proiettato verso auspicabili forme di allargamento della propria compagine e, in ogni caso, verso sempre più costruttivi rapporti con ogni altra forza politica che si riconosca nel centrosinistra, inteso come luogo politico di proposta, crogiuolo di chiare ed organiche progettualità sociali, economiche e culturali.

Si deve essere tutti impegnati a creare un soggetto politico che sia in grado di stimolare e favorire la genuina volontà di partecipazione democratica espressa dai cittadini che, in massa e slancio, hanno contribuito al successo dei nostri concittadini Nichi Vendola alla presidenza della Regione Puglia e di Gero Grassi alla Camera dei deputati. Si deve essere tutti impegnati a costruire un partito che sia in grado di sostenere ed alimentare le speranze dei tanti giovani che, manifestando il loro consenso per il SI’ ai recenti referendum abrogativi, hanno esercitato il diritto di essere protagonisti del loro futuro, anche attraverso l’impegno politico, per favorire non solo il ricambio generazionale delle classi dirigenti, ma il rinnovamento profondo dei metodi di gestione e di stile di governo della nostra città.

Si deve essere tutti impegnati a realizzare un partito, una coalizione ed un’amministrazione comunale che sappiano guardare ai bisogni dei più deboli, degli anziani, dei bambini, degli emarginati, che sappia valorizzare e raccogliere la grande testimonianza umana e sociale di quanti, giornalmente nei sindacati dei lavoratori, nelle associazioni, nei movimenti, nel mondo del volontariato laico e cristiano, dedicano la loro vita al servizio degli altri ed alla soluzione dei loro, talvolta dolorosi problemi di vita.

Il valore della solidarietà sociale sarà, infatti, la pietra miliare del Partito Democratico perché ad esso dovranno concorrere non solo i consiglieri comunali, che ne rappresentano la struttura portante, ma tutti i cittadini che vorranno partecipare a creare un grande partito di massa, che restituisca fiducia e speranza al nostro amato paese.

La rinnovata ricostituzione del Gruppo consiliare del Partito Democratico ci induce a rinnovare, con animo costruttivo, la proposta, già avanzata da queste colonne, di costituire un laboratorio politico, inteso come cuore pensante della nostra comunità, organizzato e strutturato in forma dipartimentale e formato da giovani, professionisti ed esperti nei vari settori della vita culturale, sociale, economica, politica e amministrativa.

Questo focus group, (inteso come una tecnica di rilevazione per la ricerca sociale, basata sulla discussione tra un gruppo di persone, guidato da un moderatore e focalizzata su argomenti che si vuole indagare in profondità) potrebbe costituire lo strumento più opportuno per realizzare l’obiettivo complesso della costruzione di un partito e di una coalizione, che devono darsi anche un’agenda dei lavori ed un’organizzazione strutturale adeguata a soggetti politici moderni ed efficienti.

Quali potrebbero essere gli argomenti di discussione da tradurre in una sintesi progettuale condivisa e partecipata? Proverò a suggerirne alcuni, ferma restante la possibilità di accogliere eventuali integrazioni.

  • Rivolgere un chiaro messaggio politico a tutti i cittadini, soprattutto ai più giovani, per avvicinarli ai valori della famiglia, dell’impegno civico, del lavoro, in modo da farli uscire dall’apatia e dalla disaffezione nei confronti della politica e delle istituzioni;
  • Assumere il compito, unitamente alle altre istituzioni, all’associazionismo, al volontariato sociale e alle organizzazioni sociali e di categoria, di far riscoprire a tutti i cittadini i valori della militanza, l’appartenenza e la passione per l’impegno culturale, civile e politico accanto alle forza progressiste e di rinnovamento;
  • Costituire, nell’ambito del centrosinistra, un tavolo permanete di studio e di lavoro, di confronto e di decisioni operative, supportato da uno staff tecnico, che metta in condizione i consiglieri comunali di maggioranza di svolgere un ruolo attivo e propositivo;
  • Convocare un’Assemblea unitaria degli iscritti e simpatizzanti dei diversi partiti aperta ai cittadini, al fine di provocare una riflessione politico – programmatica – organizzativa, che veda protagonisti tutti coloro che credono nella prospettiva del Partito – Programma;
  • Concertare unitariamente un regolamento per lo svolgimento delle Primarie per l’individuazione del prossimo candidato sindaco, da tenersi non oltre il mese di maggio 2012;
  • Produrre un documento di sintesi nel quale risultino chiare le prospettive di miglioramento della qualità della vita che l’attuale e la futura classe dirigente intendono realizzare nella comunità amministrata all’insegna dell’ascolto, del confronto, della partecipazione e della condivisione.

Si tratta, insomma, veramente di voltare pagina e ricostruire insieme la forza e le ragioni della speranza, della solidarietà, della trasparenza, dell’efficienza, della legalità e della democrazia.

L’auspicio è che i soggetti firmatari di questo patto costituente del nuovo soggetto politico quale sarà il Partito democratico trovino nella società civile le risorse per promuovere una classe politica all’altezza della situazione. La possibilità di dare ulteriore sviluppo alla città passa anche attraverso la pluralità e la sistematicità degli apporti esterni ai partiti, che non possono esaurirsi nella ricerca della leadership o del primato partitico.

Questa “carta d’intenti” sulla quale gradiremmo confrontarci è ispirata, evidentemente, ad un’idea della politica non ostaggio della segretezza delle riunioni di vertice. Per questo, i costruttori del nuovo progetto politico, si devono impegnare a rendere il più possibile partecipata la fase di elaborazione programmatica, non solo in vista dell’ormai non troppo lontano appuntamento elettorale, ma anche guardando oltre.

Il Partito democratico, in conclusione, deve essere formato, con pari dignità politica, anche da tutta quella gente che vuole riappropriarsi della politica come strumento di emancipazione, come voglia organizzata di rendere più riconoscibile e più bello il volto di una Comunità che ritrova se stessa e la propria storia migliore.

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