giovedì 21 luglio 2011

Blog …partecipazione

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LA CITTA’ AMICA: Gli eletti a tutti i livelli hanno il dovere di indicare non solo urgenze e priorità ma anche risposte serie e concrete per una città solidale che si pone al servizio dei cittadini.

Dopo le note vicende politico-amministrative contrassegnate dalla ricomposizione della maggioranza consiliare e dall’approvazione di importanti provvedimenti finanziari e urbanistici che ha visto impegnate moltissime persone alla ricerca del consenso elettorale in forme concorrenziali e, spesso, anche conflittuali, si pone ora la necessità di ripristinare il patto di amicizia tra la città ed i suoi abitanti.

La costruzione della città amica chiama certamente in causa la responsabilità degli amministratori, ma anche quella dei cittadini. Tutti sono chiamati a ricreare le condizioni perché torni la fiducia, cresca la sicurezza, si affermi la gioia di vivere nella città ed il gusto di lottare per rendere sempre migliore l’umana convivenza.

Come costruire dunque la città solidale, la città colta ed operosa, la città sana, sicura e armoniosa, in una parola “la città amica”, che si pone al servizio dei suoi abitanti e dell’intero territorio di riferimento?

Innanzitutto, occorre rafforzare il punto di saldatura, sempre fragile ed insidiato, tra società civile e politica, per reggere all’urto delle scelte difficili che attendono la città nel prossimo futuro: all’alba del terzo millennio occorrerà coinvolgere sempre più i cittadini, insieme ad esperti e politici e con essi discutere maggiormente del destino della città, chiamata com’è a profonde trasformazioni, a rifare qualità e coesione sociale, a dare cittadinanza al lavoro e all’economia, a gestire i conflitti e le tensioni che accompagnano le attuali migrazioni e le contaminazioni, in una parola, ad essere più umana.

Il secondo orientamento di ordine generale risiede nell’idea che la città non possa più limitarsi a pensare se stessa e a progettare da sola il proprio sviluppo.

Più che operare come monade isolata, essa è chiamata a fare tessuto, ricercando sinergie e momenti di cooperazione al suo interno, per puntare sullo sviluppo dell’intero sistema locale di riferimento.

In altri termini, la città dovrà concepirsi come luogo privilegiato di relazioni, piuttosto che di conflitti; cardine di un contesto urbano più ampio, in grado di sostenere e valorizzare il reticolo delle realtà associative, razionalizzando l’assetto del territorio e promuovendo dal basso la programmazione comunale.

Bisogna, perciò, sperimentare al più presto tutte quelle politiche di tipo “leggero” o immateriale, caratterizzate da costi contenuti, ma capaci di aggredire le grandi questioni cittadine in maniera nuova e moderna:

· Politiche dei tempi, per vivere la città secondo le esigenze dei cittadini e per migliorare la situazione della mobilità urbana;

· Politiche delle locazioni e della manutenzione edilizia, per reimmettere sul mercato le case sfitte;

· Politiche della riqualificazione per “poli” (piazze, strade, ecc…), allo scopo di contagiare in maniera esemplare il resto del tessuto urbano;

· Politiche di relazione, comunicazione, informazione per rendere effettiva la partecipazione, politiche di snellimento burocratico, per agevolare le attività produttive;

· Politiche di affiancamento sociale ai bisogni emergenti, per irrobustire l’azione dei soggetti sociali famiglie, volontariato, associazionismo, ecc.) e raccordarla in una rete solida e solidale.

Per la realizzazione di queste politiche, il Centro Studi Politici “A. Moro”, non farà mancare il suo contributo di idee e di proposte, soprattutto per evitare che ai bisogni e alle istanze insopprimibili della collettività si frappongano l’inadeguatezza di una classe politica incapace di rispondervi o semplicemente di recepirne la voce.

Per questo, rivolgiamo un appello a tutta la cittadinanza nelle sue diverse espressioni, a svolgere un ruolo più attivo nella vita pubblica, onde poter condizionare e determinare le scelte che la riguardano.

Il tempo delle scelte, qualunque sia stata la personale espressione di voto, è giunto ed ognuno deve sinceramente chiedersi: ma io da che parte sto?

(La Nuova Città - Luglio 2011)

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